Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Marzo 2010
 
   
  IL RISCALDAMENTO GLOBALE MINACCIA LA BIODIVERSITÀ VEGETALE

 
   
  Bruxelles, 29 marzo 2010 - Secondo una nuova ricerca, il riscaldamento globale continuerà a devastare il nostro pianeta negli anni a venire, ponendo numerose specie di fronte a un´infinità di cambiamenti. I ricercatori tedeschi e statunitensi ammoniscono che, in particolare, muteranno drasticamente le condizioni di vita delle piante. Il loro lavoro, presentato in Proceedings of the Royal Society of London, quantifica e modellizza su scala regionale il potenziale impatto del cambiamento climatico sulla biodiversità vegetale del pianeta. I ricercatori dell´Università di Bonn (Germania), congiuntamente ai colleghi dell´Università di Yale (Usa), hanno analizzato le specie vegetali esistenti in diverse regioni stanti le attuali condizioni climatiche, per poi applicare le interrelazioni individuate a 18 scenari possibili in materia di cambiamento climatico per l´anno 2100. "Il cambiamento climatico potrebbe instillare grande confusione nell´attuale modello di diversità vegetale, con conseguenze scarsamente prevedibili per il genere umano e gli ecosistemi terrestri", spiega il responsabile dello studio, il dott. Jan Henning Sommer del Nees-institut für Biodiversität der Pflanzen (Istituto Nees per la biodiversità delle piante) dell´Università di Bonn. I risultati dello studio evidenziano come le regioni più fredde e umide della Terra potrebbero offrire un rifugio a molte specie, ma anche come le regioni calde e secche potrebbero al contrario divenire ostili alla biodiversità vegetale. L´équipe, tuttavia, non è in grado di formulare previsioni riguardo alle modalità di adattamento alle nuove condizioni della biodiversità delle singole regioni. Nello specifico, è impossibile stabilire se nuove specie si sposteranno verso regioni ideali, o comunque più favorevoli, oppure se le regioni meno "vantaggiose" subiranno gravi perdite quanto a specie ospitate. "Non siamo veggenti", sottolinea il dott. Sommer. "L´adattabilità delle specie e le loro interazioni con l´ecosistema possono, come accade per l´uso umano dei territori, influenzarne profondamente la distribuzione. È un campo di cui sappiamo ancora troppo poco". Nonostante l´impossibilità di formulare previsioni dettagliate, i ricercatori affermano che i dati in loro possesso forniscono suggerimenti in merito alle proporzioni delle perdite o dei flussi migratori che alcune aree potrebbero dover fronteggiare. La ricerca suggerisce inoltre che le foreste pluviali dell´Amazzonia, in Sudamerica, subiranno probabilmente le perdite più gravi per quanto concerne le specie vegetali a causa del riscaldamento globale, mentre la Germania e altre regioni temperate del pianeta diventeranno le aree predilette dalle nuove specie. "Ma anche quest´ultimo dato non può essere considerato positivo, poiché l´intensa ridistribuzione delle specie vegetali favorirà l´uniformità globale nella composizione regionale delle specie, a scapito di specie uniche adattatesi alle particolari condizioni del loro habitat", rileva il dott. Sommer. Lo studio sottolinea anche che le conseguenze del cambiamento climatico sulla diversità vegetale potrebbero dare origine a un´evidente spaccatura del pianeta in due parti. Il prof. Holger Kreft dell´Università di Göttingen (Germania), coautore dello studio, afferma: "Dove oggi prevalgono climi freddi e umidi potrebbero crearsi condizioni ulteriormente favorevoli alla biodiversità vegetale. Al contrario, nelle zone caratterizzate da un clima caldo tropicale o subtropicale verrebbero a mancare le condizioni stesse alla base della varietà delle specie". Da un punto di vista politico, i ricercatori evidenziano la necessità di normative rigorose in materia di clima. Un altro degli autori, il prof. Wilhelm Barthlott del Nees-institut, conclude: "I politici di tutto il mondo dovrebbero prestare maggiore attenzione alle conseguenze del cambiamento climatico sulla biodiversità, poiché essa è alla base dell´esistenza umana". Per maggiori informazioni, visitare: Proceedings of the Royal Society of London: http://rspa.Royalsocietypublishing.org/  Università di Bonn: http://www3.Uni-bonn.de/the-university    
   
 

<<BACK