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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Marzo 2010
 
   
  NO A QUATTRO DOMANDE DI DERIVAZIONE D´ACQUA PER RIQUALIFICAZIONE DI ENERGIA DUE RIGUARDANO IL MONTE ALTISSIMO, LE ALTRE UNA DIGA SUL TORRENTE MASO E UN IMPIANTO A TERLAGO. SONO "PREVALENTI GLI INTERESSI GENERALI A CARATTERE AMBIENTALE SOCIO-ECONOMICO E DEL PAESAGGIO"

 
   
  Trento, 29 marzo 2010 - La Giunta approvato il 26 marzo quattro diverse delibere che riguardavano l´ammissibilità della successiva fase istruttoria di quattro domande di derivazioni per pompaggio d’acqua con accumulo, finalizzate alla riqualificazione dell’energia. Questo preliminare giudizio è il risultato di verifiche circa la sussistenza di prevalenti interessi pubblici generali a carattere ambientale, paesaggistico o socio-economico nonché per usi diversi. Con le quattro delibere del presidente Lorenzo Dellai e del vicepresidente e assessore all´ambiente, Alberto Pacher, si è deciso di dire "no", ritenendo appunto prevalenti gli interessi pubblici generali. Due domande sono relative alla possibilità di costruire due distinti impianti di pompaggio dell’acqua dal lago di Garda con stoccaggio della risorsa in serbatoi da realizzarsi in sotterraneo sul Monte Altissimo. Un terzo progetto prevede la realizzazione di una grande diga sul torrente Maso in località Pian delle Madonne. Il quarto, infine, prevede il sollevamento delle acque dal fiume Adige sul comune di Terlago, in località Faeda, a monte dei laghi di Lamar. Ricordiamo che gli impianti di pompaggio per riqualificazione di energia non sono classificabili come impianti idroelettrici ma si configurano come apparati utili per accumulare energia elettrica già prodotta da altre centrali e capaci di rilasciarla in tempi differiti con maggiore potenza. Essi sono in grado di concentrare, e di rendere disponibile alla rete elettrica, l’energia prelevata dalla medesima durante i momenti di minor consumo. Impianti di grandi dimensioni hanno la funzione anche di riserva, di bilanciamento e di riaccensione della rete nel caso di black-out. La Provincia Autonoma di Trento ha competenza al rilascio della concessione a derivare e per la valutazione di impatto ambientale relativa a questi progetti, in base alla legge provinciale numero 18 del 1976, modificata recentemente con la legge 19 del 2009. Sono state presentate due diverse domande relative alla possibilità di costruire due distinti impianti di pompaggio dell’acqua dal lago di Garda con stoccaggio della risorsa in serbatoi da realizzarsi in sotterraneo sul Monte Altissimo, da realizzarsi a circa un centinaio di metri al di sotto del piano campagna. Il progetto proposto dalla società Eisackwerk srl di Bolzano prevede il prelievo della portata di 46 m3/s, la costruzione di un serbatoio di 1 milione di m3 con una potenza di turbinamento fino a 940 Mw. Il progetto proposto invece dalla società Progetto Altissimo srl di Trento prevede il prelievo dal lago della portata di 74 m3/s, la costruzione di un serbatoio di 1,6 milione di m3 con una potenza di turbinamento fino a 1440 Mw. Per entrambi i progetti è prevista una centrale da realizzarsi in sotterraneo con accesso mediante gallerie di imbocco dalla statale gardesana. Il terzo progetto della società So.geat srl di Trento prevede invece la realizzazione di una diga sul torrente Maso in località Pian delle Madonne utile per raccogliere 3,7 milioni di m3 e il successivo pompaggio al superiore serbatoio di Costabrunella attraverso una galleria di circa 7 km. La capacità produttiva di questo impianto, con pompaggio di 46,8 m3/s, è prevista in 900 Mw. La quarta domanda, invece, presentata dagli ingg. Betti e Vialli di Trento si riferisce ad un impianto, di più modeste dimensioni, che prevede il sollevamento delle acque dal fiume Adige con portata di 6,3 m3/s con successivo accumulo in un piccolo invaso di circa 270000 m3 da realizzarsi sul comune di Terlago, in località Faeda, a monte dei laghi di Lamar. Tutti questi impianti prevedono l’allacciamento ad esistenti tratti dorsali di elettrodotti della rete elettrica nazionale gestita da Terna. La Giunta, grazie alle proprie competenti strutture, ha voluto approfondire le tematiche che riguardano gli effetti che queste grandi infrastrutture avrebbero sul territorio provinciale in relazione al quadro programmatico, ambientale, economico e agli aspetti istituzionali. Gli strumenti della programmazione Europea in materia di energia e di reti di trasporto prevedono la rimozione dei potenziali ostacoli regolatori e puntano a creare un unico sistema elettrico, più efficiente di quello attuale, eliminando utilmente i gap dei sistemi elettrici nazionali che non consentono il libero scambio dei quantitativi orari dell’energia giornalmente prodotta. La politica energetica nazionale in questo momento sembra avvantaggiare questi tipi di impianti che sono basati sul gap dei sistemi nazionali, correlato alla scarsa possibilità di scambio delle quantità di energia richiesta diurna e di quella offerta notturna, creando sovrapprezzi ma in prospettiva dovrebbe adeguarsi ai più efficienti scenari europei. Questo fatto non consente il mantenimento nel tempo degli attuali vantaggi. L’entità dei progetti proposti e gli impatti ambientali che i medesimi produrranno sull’ambiente e il territorio che essi interessano, sono tali - così si legge nelle delibere oggi approvate - che le loro realizzazioni non appaiono il linea con le scelte che la Provincia autonoma di Trento ha effettuato in tema di sostenibilità del proprio sviluppo, anche con riguardo alle esigenze di tutela dei Sic e delle zone a protezione speciale interessate dagli impianti. La paventata costruzione degli elettrodotti richiesti a servizio di questi impianti non è stata dunque ritenuta compatibile con i vincoli urbanistici che questi implicano sul territorio, considerando anche il loro importante sviluppo in linea che tocca aree distanti. Nel caso del torrente Maso, l’interesse a realizzare una nuova diga, destinata anche alla laminazione delle piene, è stato ritenuto secondario rispetto ai rischi che vengono a crearsi per i territori a valle in termini di pericolo idraulico. Nella valutazione riferita all’impianto sul torrente Maso, al quale era associata la costruzione di una grande diga, sono stati considerati i conseguenti rischi antropici, nella fattispecie quello idraulico, che verrebbero a crearsi sui territori a valle della medesima. Per quanto riguarda gli impianti sul lago di Garda sussistono esigenze legate anche a preservare l’ecosistema delle acque del lago e l’importante ruolo di naturalità ed integrità nonché di immagine associato al territorio del lago. La Giunta ha ritenuto opportuno inoltre dare attuazione all’ordine del giorno del Consiglio Provinciale che impegnava ad evitare che in Trentino fossero costruiti serbatoi artificiali con mere funzioni di sfruttamento energetico, in contrasto con il rispetto del patrimonio ambientale e naturalistico ambientale. Nel caso dei progetti riferiti alle derivazioni dal lago di Garda, la Giunta ha tenuto conto delle espressioni dei consigli comunali interessati. Sulla base di questi motivi connessi alle esigenze della tutela ambientale e considerato che gli strumenti della pianificazione provinciale (Pguap, Pup, Psp, Piano di tutela delle acque, Piano energetico ambientale) - di cui la Provincia si è dotata negli ultimi anni - non auspicano la presenza di questi impianti di riqualificazione di energia come elemento caratterizzante l’indirizzo strategico pianificatorio del Trentino, escludendo dunque la creazione di una sorta di piattaforma infrastrutturale così rilevante sotto il profilo energetico, la Giunta ha ritenuto che sussistano prevalenti interessi generali a carattere ambientale socio-economico e del paesaggio. Di qui il "no" all´ammissibilità alla successiva fase istruttoria per le quattro domande di derivazioni per pompaggio d´acqua.  
   
 

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