Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Marzo 2010
 
   
  DOPPIO GIOCO ALLA GALLERIA AVANGUARDIA ANTIQUARIA DI MILANO

 
   
  Milano, 29 marzo 2010 - “Quello che vogliamo raccontare è una metafora, una metonimia, dell’abito-casa che racconta della sua vita….E di chi l’ha abitato, è un altro punto di vista, il punto di vista del maestro delle reazioni tra quell’interno e quell’esterno: la pelle, lo scudo, la corazza e la sua magia. Senza giudizio, perché l’abito casa non ha mai giudizio” (Silvia Levenon, Enya Daniela Idda). Sguardi al femminile. La Galleria Avanguardia Antiquaria di via Canonica a Milano torna a parlare di donne dal 6 maggio al 26 giugno 2010 con l’esposizione “Doppio gioco” dedicata ai lavori di Silvia Levenson e Enya Daniela Idda. La mostra, curata e accompagnata da un testo narrativo di Andrea Balzola, docente dell’Accademia di Brera e autore multimediale, vuole tracciare attraverso gli occhi delle due artiste una interpretazione della casa come metafora e dell’abito come casa, inestricabile e misterioso intreccio che la natura femminile ha fondato come luogo archetipico del dialogo o del conflitto fra dentro e fuori, fra protezione e proiezione, fra conservazione e trasgressione. Diversi i linguaggi espressivi usati dalle due artiste. Silvia Levenson, di origine argentina e dal 1981 a Milano, si affida soprattutto al vetro per raccontare con sottile ironia la fragilità dei rapporti umani, i più intimi e insospettabili, che si sciupano velocemente tra le mura domestiche, vittime di nevrosi sottili che rendono tutto instabile. Le sue opere sono spietate: abiti, scarpe, sogni, amori, borsette, tutto in vetro fuso a cera persa, a volte con metallo, lamette, filo spinato. Dei corpi nessuna traccia, tranne i vestiti decorati con chiodi o filo spinato, per segnalare il passaggio di chi è stato, ha sofferto e poi ha deciso di scappare lasciandosi dietro amarezze e disillusioni. Enya Daniela Idda, nata in Sardegna vive e lavora a Milano. Le sue sculture sono in terracotta oppure in pergamena, materiali caldi e morbidi allo sguardo ma frangibili allo stesso tempo, con cui non potresti mai costruirvi una casa o un abito-casa, né tanto meno cucire un abito da sposa. Anche lei indaga la privata linea rossa che non c’è e su cui si muovono i battiti del cuore. Silvia e Enya, che si sono conosciute nel 2007 e hanno iniziato una collaborazione molto proficua, a Milano espongono alcune opere realizzate a quattro mani, sculture abitate da altre sculture, il tutto all’interno degli spazi multifunzionali di Avanguardia Antiquaria, in cui convivono perfettamente, così come nell’idea originaria del suo giovane creatore Stefano Vitali, il laboratorio di conservazione e restauro di ebanisteria antica, le cornici del Seicento e le opere d´arte di antiquariato e design del Xx secolo. Tempi e spazi differenti che coabitano nello stesso ambiente, dove periodicamente vengono ospitate mostre personali e collettive di artisti contemporanei, per rendere ancora più forte la narrazione tra passato e presente, il file rouge che ha dato vita all´ossimoro “Avanguardia Antiquaria”.  
   
 

<<BACK