Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Marzo 2010
 
   
  A COMO DURANTE LA MOSTRA “RUBENS E I FIAMMINGHI” LO SPETTACOLO TEATRALE DON CHISCIOTTE. CAVALIERE DEL BAROCCO

 
   
  Milano, 29 marzo 2010 - Dopo i successi degli spettacoli legati alle esposizioni tenute a Villa Olmo di Como, per il settimo anno consecutivo, “Teatro in Mostra”, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, propone una sua nuova produzione. La pièce, nata da un progetto teatrale di Laura Negretti, è stata appositamente creata per l’evento comasco, con lo scopo di essere un ulteriore approfondimento alla visita dello stesso. Dal 9 aprile, per tutto il periodo di apertura della mostra Rubens e i fiamminghi, in programma a Como, dal 27 marzo al 25 luglio 2010, verrà rappresentato nel Teatrotenda di Villa Olmo lo spettacolo teatrale Don Chisciotte. Cavaliere del Barocco, creato appositamente per l´evento, come ulteriore approfondimento alla visita dello stesso. La pièce, interpretata da Marco Ballerini e Laura Negretti, cui si deve il progetto, è una produzione di “Teatro in Mostra” di Como in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como. La regia e l’adattamento è di Eleonora Moro, le scene di Armando Vairo. Nel proporre uno spettacolo che affiancasse la mostra dedicata al genio barocco di Rubens, gli autori hanno immediatamente pensato a un testo, come il Don Chisciotte di Cervantes, che rendesse pienamente lo spirito e la rivoluzione artistica che il Barocco compì, dalla fine del sec. Xvi in avanti, nell’Europa che fu teatro di un gran ritorno del sentimento irrazionalmente creativo e del senso dionisiaco della vita. La riduzione teatrale punta al cuore dell´identità artistica barocca, che ha contagiato trasversalmente tutte le arti, dove la vera rivoluzione fu la maturazione di un nuovo dialogo tra ideale e quotidiano, immaginazione e realtà. Le vicende del cavaliere errante Don Chisciotte della Mancia, goffo sognatore che si costruisce da sé un mondo di fantasia, in contrasto con la realtà quotidiana che prova costantemente a disarcionarlo, rappresentano il simbolo di quello spirito barocco, che vede nelle virtù e nel valore la prima vera forma d´arte al servizio della vita e della sua celebrazione. Grandi ideali come l´amore e l´onore, insieme all´ispirazione “folle”, sono il fulcro dell´opera di Cervantes. Don Chisciotte, come Rubens, inizia il suo viaggio proprio per “servire” queste virtù e, come ogni vero cavaliere, non avrebbe mai potuto partire senza una donna da amare. Una donna ideale e angelica come Dulcinea, che nella realtà è solo una rozza contadina, ma che gli occhi dell’amore ideale sapranno trasformare in una principessa. Gli stessi occhi innamorati con cui Rubens guardava e ritraeva la sua seconda e giovane moglie Helene Fourment. Il testo racconta l’incontro immaginario tra Cervantes e Rubens, magari avvenuto in una taverna, nel quale i due si parlano con ardore delle necessità artistiche della rivoluzione che si stava per compiere. Come Rubens che fissava, nel progettare un dipinto, uno schizzo a penna, poi uno ad olio, poi un vero e proprio modello, così gli attori, partendo da un bozzetto di incontro in una taverna, racconteranno Don Chisciotte come di un “ritratto” del proprio tempo, capace cioè, con il suo movimento ed i suoi chiaroscuri, di fare cogliere la grandezza e l´ironia del Barocco. Lo spettacolo è stato concepito, sia a livello drammaturgico che di messa in scena, in maniera tale da poter essere perfettamente fruibile da una fascia di pubblico molto ampia (dalle scuole elementari in poi). Infatti, la pluralità delle scelte espressive e dei linguaggi, rendono possibili più livelli di lettura e lo trasformano in un’occasione di particolare interesse per chi, come le scuole o le associazioni culturali, intendono approfondire e prolungare tutti quegli stimoli raccolti durante la visita della mostra.  
   
 

<<BACK