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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Marzo 2010
 
   
  LA COMPOSIZIONE DEL FUTURO CONSIGLIO REGIONALE TOSCANO COME SI CONTANO I VOTI PER ATTRIBUIRE I 55 SEGGI PREMIO DI MAGGIORANZA VARIABILE. ALMENO UN CONSIGLIERE PER PROVINCIA

 
   
  Firenze, 30 marzo 2010 - Fino al 2005 qualsiasi lista che avesse superato la soglia di sbarramento, avrebbe avuto almeno un seggio in Consiglio regionale. Il metodo di calcolo da quest´anno è cambiato. Dalla formula Adams si è passati al metodo D´hondt. E così anche i partiti che supereranno la soglia di sbarramento non possono più essere sicuri di eleggere un consigliere regionale. Dipenderà dal numero dei consensi e dal divario di voti rispetto alle altre liste. Peraltro anche la soglia di sbarramento è cambiata, rispetto a cinque anni fa. Nel 2005 era l´1,5% per partiti che correvano con una coalizione che superava il 5% e il 4% per chi era parte di una coalizione che al 5% non arrivava. Chi superava quella soglia, aveva un seggio sicuro. Oggi la soglia di sbarramento è per tutti il 4%. Ma come saranno attribuiti i 55 posti del futuro Consiglio regionale, dieci in meno rispetto a quelli di cinque anni fa? Il primo seggio spetta al presidente della giunta e il secondo al candidato presidente della coalizione che arriverà subito dietro. Premio di maggioranza variabile, premio di garanzie per le minoranze - Le liste collegate al presidente vincente hanno diritto ad un premio di maggioranza, che non è fisso ma variabile (ed eventuale). Se il presidente eletto ha ottenuto meno del 45% dei voti, ai partiti che lo appoggiano spetteranno complessivamente almeno il 55% dei seggi. Se il presidente ha ottenuto più del 45% dei voti, la coalizione avrà diritto al 60% dei seggi (ovvero 32). Se già ne ha ottenuti più del 65, dovrà rinunciare a qualcuno visto che la stessa legge elettorale prevede che alle minoranze spetti almeno il 35% dei seggi. Tradotto in numeri: se ne aveva 35 o 36, ne potrà mantenere solo 34. Prima i candidati del listino, poi quelli delle circoscrizioni - Conteggiati i voti delle coalizioni e dei singoli partiti e stabilito a quanti seggi abbiano diritto, i primi ad entrare in Consiglio saranno i candidati presidente e i candidati dei listini regionali. I seggi che rimangono vanno divisi tra le liste provinciali: in questo caso contano i migliori quozienti. Almeno un consigliere per ogni provincia - C´è comunque anche una clausola di rappresentanza dei territori. Se una provincia dovesse risultare priva di consiglieri (nessuno nelle fila della maggioranza e nessuno in quelle delle minoranze), scatta una procedura di ricalcolo che prevede l´assegnazione di un seggio alla lista provinciale che, in quella circoscrizione, abbia raccolto più voti. Un seggio, a quel punto, verrà tolto alla lista provinciale (dello stesso gruppo) che si era vista assegnare l´ultimo quoziente utile. Sei fai l´assessore, non puoi essere consigliere - Nel 2005 la legge elettorale permetteva ad un consigliere nominato assessore di essere momentaneamente sostituito. Se si dimetteva da assessore, tornava a fare il consigliere. Stavolta non sarà più possibile: se un consigliere viene nominato assessore, dovrà dimettersi e sarà sostituito dal primo de non eletti. Chi sostituisce chi - Per sostituire i consiglieri che si dimetteranno (non solo se nominati assessori) si scorre tra i non eletti della lista provinciale del partito a cui appartiene il consigliere dimissionario. Se il consigliere era candidato nel listino regionale, si scorre in quello (se ci sono non eletti).  
   
 

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