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Notiziario Marketpress di
Giovedì 01 Aprile 2010 |
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OBIETTIVO: LA QUALITÀ DI VITA DEL PAZIENTE TERMINALE
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Parma, 1 aprile 2010 – La persona al centro: la persona e la qualità della sua vita, in progetti di cura sempre più individualizzati e sempre più attenti, anche, a ciò che alla persona ruota intorno. Questa la scommessa forte della cura dei malati in situazione di inguaribilità, tema di un incontro , il 25 marzo, organizzato da Provincia e Ausl all’Auditorium Toscanini all’interno della serie di appuntamenti “Avere cura di chi cura”. Un tema sollecitato dal territorio stesso: dal progetto provinciale “Domiciliarità”, approvato dalla Ctss (Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria) e sviluppato da Provincia e Ausl con i Comuni dei diversi Distretti, sono emerse esigenze di approfondimento e formazione su alcuni argomenti salienti, tra cui appunto quello dell’inguaribilità e della presa in carico della persona, con riferimento sia ai bisogni di cura e di sostegno dell’assistito sia alle necessità di accompagnamento e supporto della famiglia. Il seminario di oggi, rivolto principalmente agli operatori dei servizi sociali e sanitari, è stato caratterizzato da un’ampia partecipazione. “È chiaro che al centro deve stare la persona, sempre e comunque. La personalizzazione della cura e di quanto si muove intorno alla cura sono cruciali per la qualità della vita del paziente: per farlo star bene con se stesso, nell’affettività e nelle relazioni, al di là delle sofferenze della malattia, e per far diventare più serena la conclusione del suo percorso di vita. Questa è una scommessa che coinvolge tutti: coinvolge le istituzioni, coinvolge la famiglia e coinvolge il personale, che deve essere fortemente motivato e attrezzato dal punto di vista formativo e che deve essere parte integrante di un vero e proprio patto d’alleanza in cui anche l’affettività si mette in campo”, ha detto a margine dell’incontro l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani. “Il presupposto da cui credo sia importante partire – ha spiegato lo psicologo Mirco Moroni, che ha condotto il seminario - è che le persone, anche quelle cosiddette inguaribili, non abitano solo luoghi fisici: abitano le menti di chi si occupa di loro, famigliari o operatori. Quindi l’intervento nei confronti dell’inguaribilità non è sulla singola persona inguaribile ma su quella persona e sul suo ambiente. Questo è il senso dell’intervento; un intervento complesso e sempre negoziale, nel senso che prima di essere un progetto di cura questo è un progetto di vita: della persona e dei suoi famigliari, anche nella terminalità”. Nel corso della mattinata si sono susseguite le relazioni di Paolo Vacondio, responsabile del Programma cure palliative dell’Azienda Usl di Modena, che ha parlato della fase terminale della malattia, e di Dante Comelli, docente di Psicologia ospedaliera all’Università di Parma, che si è soffermato tra l’altro sul ruolo degli operatori. A seguire numerose testimonianze di assistenti sociali, psicologi, infermieri e palliativisti di strutture e servizi del territorio, e le conclusioni del direttore sanitario dell’Azienda Usl di Parma Ettore Brianti. |
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