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Notiziario Marketpress di Giovedì 01 Aprile 2010
 
   
  UE, TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE: FONTE DI ENTRATE O MISURA ECCESSIVA?

 
   
  Bruxelles, 1 aprile 2010 - La crisi finanziaria ha evidenziato le debolezze del sistema finanziario, costringendo i governi a iniettare miliardi di euro dei contribuenti nelle vene delle banche malate per salvaguardare la stabilità delle loro economie. Per i deputati, questo è il momento giusto per pensare a come le istituzioni finanziarie possono pagare il loro debito con la società. Nella plenaria di marzo hanno chiesto alla Commissione di valutare gli impatti di un´eventuale tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf). La risoluzione adottata il 10 marzo si articola su due punti principali: il bisogno da parte del settore finanziario di farsi carico almeno di parte dei costi di recupero, poiché le conseguenze della crisi vengono sofferte dai contribuenti, e il compito della Commissione di analizzare quale impatto avrebbe una tassa sulle finanze europee. I principi di fondo della Ttf - Stephan Schulmeister, esperto dell´Istituto austriaco per la ricerca economica, spiega che le transazioni a breve termine (per esempio comprare valuta estera e rivenderle pochi minuti dopo) rendono instabili i prezzi delle valute e degli altri prodotti finanziari, come azioni e strumenti derivati. Questa incostanza si riflette anche nel lungo termine, determinando tassi di cambio instabili e grandi variazioni nei prezzi delle azioni, con gravi danni per il mercato finanziario. L´economista crede che una tassa sulle transazioni finanziarie a breve termine intorno allo 0,05% scoraggerebbe le speculazioni-lampo degli operatori ad alta frequenza, come banche di investimento e fondi hedge, contribuendo a una maggiore stabilità del mercato. La tassa porterebbe anche 300 miliardi di euro nelle casse dell´Ue. Bert van Selm del Fondo monetario internazionale dice che il pensiero del Fmi sta cambiando: c´è bisogno di mettere dei paletti ai flussi di capitali, anche se non necessariamente nella forma della tassa sulle transazioni finanziarie, ma piuttosto tramite un controllo dei capitali. Durante il dibattito della Commissione sviluppo sulla Ttf, il relatore Edward Scicluna dei Socialisti & Democratici ha dichiarato che "Ci sono appelli per far pagare al settore finanziario l´istituzione di fondi di stabilità e i risarcimenti per i danni causati". L´europa può davvero introdurre da sola la Ttf? Il leghista Mario Borghezio è contrario: "Noi ci siamo astenuti, perché è incostituzionale concedere il potere impositivo all´Unione europea. Questo potere appartiene agli stati membri". La finlandese Sirpa Pietikäinen del Ppe è convinta di sì: "L´industria finanziaria oggi è il settore più grande dell´economia, è logico che le transazioni finanziarie debbano essere il primo tentativo di una tassazione globale. Qualcuno deve aprire la strada, e questo è il ruolo naturale dell´Europa". Anche Catherine Stihler, socialista del Regno Unito, crede che sia possibile. La tassa "riguarda quelli che hanno contribuito alla crisi, devono dare indietro qualcosa". Più scettica Kay Swinburne, deputata gallese dei Conservatori e Riformisti: "Sarebbe molto ingenuo pensare di poter introdurre una tassazione simile senza la collaborazione di tutti gli attori chiave globali". Sulla stessa lunghezza d´onda il francese Pascal Canfin dei Verdi: "Come si potrebbero tassare le transazioni che non avvengono qui, ma che comunque ci riguardano? Inoltre, non c´è il rischio che la speculazione semplicemente si trasferisca dall´Europa agli altri grandi mercati?" Sony Kapoor, del gruppo di esperti Re-define, è convinto che anche andando da sola, l´Europa sia in grado di "catturare" il 50-70% delle transazioni finanziarie se riesce ad applicare la tassa con saggezza, tenendola bassa e differenziandola a seconda dei mercati. Come usare gli introiti della tassa? Scicluna spiega che "Il presidente Barroso ha proposto di usare questi soldi per finanziare progetti a favore dell´ambiente. Anche l´idea originale della Tobin Tax, di tassare le transazione finanziarie per sostenere lo sviluppo, sta tornando di moda".  
   
 

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