Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Novembre 2006
 
   
  MAURA MASSIMINO: LA SEDAZIONE NELLA FASE TERMINALE: UN MOMENTO CONDIVISO

 
   
  Milano, 9 novembre 2006 - Nella storia di un paziente affetto da neoplasia maligna, la possibilità che esista una fase terminale deve essere presente nella mente degli operatori sanitari. L’eventualità che la storia di cura finisca con la morte è infatti presente in tutte le malattie oncologiche tanto più se queste si presentano fin dal principio con una prognosi sfavorevole, correlata al tipo di tumore, all’estensione della malattia, alla sede del tumore. I momenti della diagnosi, della cura e della possibile evoluzione negativa sono sempre condivisi dai medici curanti, dal personale infermieristico e dall’intera equipe assistenziale. E’ importante che non venga violata questa condivisione che crea una “liturgia” di comportamento indispensabile per una corretta comunicazione con la famiglia. Talvolta questo momento finale può essere imprevisto ed acuto, altre volte è invece previsto, o addirittura atteso quando non esistano opportunità terapeutiche e la fase terminale ponga termine a sofferenze personali e familiari difficili da sostenere. Chi si occupa della fase terminale deve aver condiviso l’intera storia di malattia, breve o lunga che essa sia stata, averne apprezzato i successi, così come le difficoltà e l’attuale esito infausto per cercare di accettare e di far accettare che il tempo di malattia abbia comunque avuto un valore. E’ inevitabile per coloro che si dedicano alla cura dei pazienti affetti da tumore affrontare la delicata fase della terminalità, tanto più dolorosa se trattasi di un minore. Il ruolo degli infermieri si affianca a quello dei medici sia nella gestione pratica quotidiana,sia nell’aspetto emozionale. L’infermiere ha un ruolo specifico e si integra a quello medico per consentire la cura globale del paziente e dei suoi familiari. Pertanto è necessario che di ogni pz si conoscano tutte le problematiche cliniche, emotive per poter consentire gli interventi terapeutici in ogni tappa della terminalità. Incontri di discussione con le varie figure degli operatori dell’equipe, medico , psicologo e assistente sociale, possono consentire al gruppo di affrontare situazioni di impatto gestionale ed emotivo di rara difficoltà. Ci viene richiesto di condividere la parte più misteriosa e intima, a volte in modo improvviso e violento, a volte con un percorso imprevisto in cui i genitori si affidano a noi per gestire momenti in cui dolore e angoscia si alternano a momenti di accettazione e rassegnazione. Per fare ciò è necessario aver sviluppato con la famiglia capacità di interazione e fiducia tali da permettere di sopportare insieme la sofferenza e il declino globale del paziente, affinchè ogni atto assistenziale abbia come obiettivo un distacco pieno di affettività. Pazienti e genitori così, con un tacito e complice accordo, richiedono che la medicina e le mani operose,delicate e amorevoli dei sanitari possano veramente dare un senso dignitoso ad un addio altrimenti impossibile da affrontare per tutti. E’ inevitabile per coloro che si dedicano alla cura dei pazienti affetti da tumore affrontare la delicata fase della terminalità, tanto più dolorosa se trattasi di un minore. Il ruolo degli infermieri si affianca a quello dei medici sia nella gestione pratica quotidiana,sia nell’aspetto emozionale. L’infermiere ha un ruolo specifico e si integra a quello medico per consentire la cura globale del paziente e dei suoi familiari. Pertanto è necessario che di ogni pz si conoscano tutte le problematiche cliniche, emotive per poter consentire gli interventi terapeutici in ogni tappa della terminalità. Incontri di discussione con le varie figure degli operatori dell’equipe, medico , psicologo e assistente sociale, possono consentire al gruppo di affrontare situazioni di impatto gestionale ed emotivo di rara difficoltà. Ci viene richiesto di condividere la parte più misteriosa e intima, a volte in modo improvviso e violento, a volte con un percorso imprevisto in cui i genitori si affidano a noi per gestire momenti in cui dolore e angoscia si alternano a momenti di accettazione e rassegnazione. Per fare ciò è necessario aver sviluppato con la famiglia capacità di interazione e fiducia tali da permettere di sopportare insieme la sofferenza e il declino globale del paziente, affinchè ogni atto assistenziale abbia come obiettivo un distacco pieno di affettività. Pazienti e genitori così, con un tacito e complice accordo, richiedono che la medicina e le mani operose,delicate e amorevoli dei sanitari possano veramente dare un senso dignitoso ad un addio altrimenti impossibile da affrontare per tutti. .  
   
 

<<BACK