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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Aprile 2010
 
   
  ENZIMA NEI LEUCOCITI RIESCE A DEGRADARE I NANOTUBI DI CARBONIO

 
   
  Bruxelles, 12 aprile 2010  - Uno studio sui nanotubi di carbonio, condotto da scienziati in Irlanda, Svezia e Stati Uniti e finanziato dall´Ue, ha dimostrato che queste molecole straordinariamente forti possono essere suddivise in carbonio e acqua da un enzima presente nei globuli bianchi. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Nanotechnology, lascia sperare che questo nuovo materiale possa essere sfruttato in modo sicuro dal settore medico e industriale. I risultati sono stati ottenuti nell´ambito del progetto Nanommune ("Comprehensive assessment of hazardous effects of engineered nanomaterials on the immune system"), finanziato dall´Ue con 3,36 milioni di euro attraverso il tema Nmp (Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione) del Settimo programma quadro (7° Pq). I nanotubi di carbonio sono molecole di carbonio cilindriche, più leggere e più forti dell´acciaio e dotate di proprietà elettriche eccezionali. Sono utilizzati in diversi settori industriali, per esempio nella produzione di chip di silicio, dispositivi elettronici e articoli sportivi. I nanotubi di carbonio vengono prodotti in grandi quantità (con conseguenze per la salute sul lavoro) e vengono anche utilizzati per lo sviluppo di nuovi farmaci e di altre applicazioni mediche. Il loro comportamento all´interno degli organismi viventi è, quindi, oggetto di molti studi. I ricercatori coinvolti nel progetto Nanommune stanno cercando di colmare le lacune nella nostra conoscenza degli effetti potenzialmente pericolosi dei nanomateriali ingegnerizzati sul sistema immunitario umano. "Studi precedenti hanno mostrato che i nanotubi di carbonio potrebbero essere utilizzati per introdurre farmaci o altre sostanze nelle cellule umane", ha spiegato il dottor Bengt Fadeel dell´Istituto di medicina ambientale presso il Karolinska Institutet in Svezia. "Il problema finora era l´incapacità di controllare la scomposizione dei nanotubi, che può provocare effetti tossici indesiderati e danni ai tessuti. Il nostro studio mostra ora come i nanotubi possono essere suddivisi in componenti biologicamente innocui". Recenti esperimenti sui topi hanno dimostrato che gli animali esposti a nanotubi di carbonio tramite inalazione o attraverso l´iniezione nella cavità addominale, non sono in grado di scomporre il materiale. Ciò causa gravi infiammazioni e modifiche dei tessuti, che a loro volta compromettono la funzionalità polmonare e in alcuni casi favoriscono lo svilupparsi di tumori. Questa "biopersistenza" è stata paragonata a quella dell´amianto; si è ripetutamente cercato di scoprire modi per neutralizzare la tossicità di questo materiale ingegnerizzato. I ricercatori hanno analizzato gli effetti di un enzima chiamato mieloperossidasi (Mpo) - che si trova nei globuli bianchi (neutrofili) - sui nanotubi di carbonio, sia in vitro che nei topi. Hanno scoperto che l´enzima può davvero scomporre i nanotubi in carbonio e acqua. Una volta ripartiti cessavano di avere un effetto infiammatorio nei polmoni dei topi. "Ciò significa che potrebbe esserci un modo per rendere inoffensivi i nanotubi di carbonio, ad esempio nel caso di un eventuale incidente in un impianto di produzione", ha detto il dottor Fadeel. "Ma i risultati sono interessanti anche per il futuro uso dei nanotubi di carbonio per scopi medici". I ricercatori hanno ipotizzato che l´infiammazione polmonare nei topi esposti a nanotubi di carbonio possa essere legata alle alte concentrazioni utilizzate, che potrebbero avere sopraffatto la capacità di biodegradazione del sistema enzimatico dei neutrofili. La nuova concezione della biodegradazione hMpo-mediata di questo materiale promettente apre la strada all´uso in applicazioni biomediche, quali la produzione di farmaci, "se usato in concentrazioni appropriate e facilmente degradabili". Il progetto Nanommune è coordinato dal dottor Fadeel e coinvolge 13 gruppi di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Nanommune: http://ki.Projectcoordinator.net/~nanommune  Nature Nanotechnology: http://www.Nature.com/nnano    
   
 

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