Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Aprile 2010
 
   
  CASTELFRANCO VENETO CITTÀ D’ARTE. CONTEMPORANEA. TRANSIZIONI 2. FRANCESCO CANDELORO, CONTENITORE DEL TEMPO

 
   
  Castelfranco Veneto, 12 aprile 2010 - Dopo … Sui miei passi, l’installazione di Valerio Bevilacqua inaugurata nel dicembre 2009, il progetto di arte pubblica transizionitransitions, promosso da Regione del Veneto e associazione culturale startup con il sostegno del Comune di Castelfranco Veneto, coinvolge nella sue seconda fase un altro artista legato al territorio, Francesco Candeloro (Venezia, 1974), nel cui lavoro i concetti di tempo, luogo, spazio e visione trovano una naturale fusione con le dinamiche interne all’arte e ai suoi linguaggi. L’intervento dell’artista intitolato Contenitore del tempo, che sarà inaugurato al pubblico venerdì 23 aprile 2010 e resterà visibile fino alla fine di luglio, interesserà le finestre sulla cinta muraria sopra Porta Vicenza, mettendole in relazione con l’antistante torre civica e rimarcando l’asse est/ovest che attraversa l’intero centro storico. Su entrambi i lati di tali aperture, l’artista posizionerà un “filtro di colore” composto da due lastre di plexiglass colorato e sagomato che, con lo scorrere del tempo unito alle variazioni della luce, darà vita ad un intenso sistema di scambi e proiezioni: un gioco di riflessi che allargherà i confini dell’opera mostrandone le possibilità di espansione fino a raggiungere la torre civica, teatro dei primi due interventi del progetto. Lo spazio delle finestre diventerà un’identità reale e concreta uscendo dall’abitudinarietà con cui viene normalmente concepito, e nel riflesso all’interno e all’esterno della porta riacquisterà un nuovo rapporto con la forma. Il gesto artificiale delle proiezioni di Arthur Duff, protagonista nel 2008 della prima edizione del progetto, diviene con Francesco Candeloro un segno dettato dalla naturale e graduale variazione dell’incidenza dei raggi del sole, che spostando nell’arco della giornata i riflessi dall’esterno all’interno, sottolineerà quel concetto di porta inteso come “luogo di passaggio e di unione” su cui Transizioni ha scelto di soffermarsi in questa edizione. Il legame di Candeloro con il territorio tuttavia, non dipende solo dall’esplicitazione di una esteticità latente o perduta, ma anche dallo studio minuzioso dei segni e delle luci degli ambienti, che l’artista fotografa in notturna per liberarne gli elementi più nascosti. La sua visione, così come il suo modo di vedere e di strutturare le opere, nasce da questa presa di possesso silenziosa della realtà, e da un interesse che nella natura più intima dell’arte trova un suo radicato fondamento. In questo senso transizioni è parte ideale di un percorso più esteso sul territorio, che prevede una serie di interventi espositivi e di arte pubblica (il progetto “Luoghi e segni” che coinvolge diversi spazi e tipologie di lavoro: Venezia, Museo Fortuny; Bagnolo di Lonigo, Vi, Villa Pisani Bonetti; Padova, Portico antistante Piazza Dante; mappatura fotografica notturna dei principali centri e delle loro periferie) volti a restituire una coscienza territoriale tramite il filtro dell’arte e dei suoi linguaggi. L’ambiguità della visione e dei suoi punti di vista è poi un altro elemento ricorrente: a Castelfranco si ritrova infatti in un’idea di forma in continua evoluzione, in costante relazione con l’ambiente, e in perenne passaggio. Proprio come la visione nell’atto stesso del guardare o dell’essere guardati. Lo sguardo sulle periferie che nutrirà gli interventi degli architetti di associazione startup, riceve quindi anche con quest’opera un impulso a una visione globale, e a un’idea di relazione con il territorio che non nasce semplicemente dall’appartenenza a certi luoghi, ma da una loro lettura più ampia e meditata. L’area individuata dal collettivo di architetti in questo caso è ritagliata tra la ferrovia e la statale Castellana, caratterizzata da uno stato di abbandono in contrasto con la sua posizione di accesso da Padova e Venezia, che lo rendono un’area dalle intrinseche potenzialità per un significativo sviluppo futuro. Contemporaneamente la proposta progettuale sull’area delle Peschiere di Villa Venezze prende forma dal dialogo stretto con l’opera “…sui miei passi”, affrontando tematiche incentrate sul binomio natura e artificio alla base del lavoro di Valerio Bevilacqua, prestando particolare attenzione alla storicità di un luogo bruscamente contaminato dalla contemporaneità, al quale il progetto darà nuova unità.  
   
 

<<BACK