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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Aprile 2010
 
   
  TRENTO: STABILITA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTIRABBICA DI EMERGENZA

 
   
  Si estenderà a tutto il territorio provinciale la campagna di vaccinazione antirabbica di emergenza varata il 9 aprile dalla Giunta provinciale per il mese di aprile. Già arrivate le 115.000 esche che permetteranno di coprire i 3.300 chilometri quadrati interessati dal piano straordinario. La distribuzione sarà effettuata dal Nucleo elicotteri provinciale a partire dalla prossima settimana, integrata dove sarà necessario dalla distribuzione manuale a cura del Dipartimento risorse forestali e montane. Sta ottenendo buoni risultati la campagna di vaccinazione orale delle volpi, coordinata in Trentino dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari e realizzata con il supporto del Nucleo elicotteri e del personale del Servizio foreste e fauna, nell’ambito delle misure urgenti stabilite dal Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali. Dopo gli ultimi casi di rabbia silvestre verificatisi in Trentino nel 1986, questa malattia è ricomparsa in provincia con un fronte che, dalla Slovenia, ha già interessato il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. Si tratta di una malattia mortale causata da un virus presente nella saliva dell’animale ammalato, che si trasmette a tutti gli animali a sangue caldo e può quindi raggiungere anche l’uomo attraverso morsicatura, leccatura di pelle non integra o contatto del virus con le mucose. Gli animali infetti presentano modificazioni del comportamento: quelli selvatici perdono la naturale diffidenza verso l´uomo, mentre quelli normalmente mansueti diventano aggressivi. Compaiono inoltre difficoltà nei movimenti, paralisi, e nell’uomo si riscontrano febbre, convulsioni, fobia dell’acqua, anche se in realtà il virus induce la sete. Dopo la comparsa dei sintomi non esiste una terapia, e l’esito finale è la morte. Per il momento sono solo tre i casi di rabbia evidenziati in Trentino sulle volpi, nei comuni di Mazzin, Transacqua e Mezzano, confinanti con la Provincia di Belluno dove, invece, i casi rilevati dal 1° gennaio ad oggi sono 120. Ed è proprio per contenere la diffusione dell’infezione che, come stabilito dai protocolli di lavoro, si è estesa la vaccinazione a tutto il territorio provinciale. Rispetto alla prima campagna invernale dove le esche furono rilasciate sui territori posti in sinistra Adige e a quota inferiore ai 1.000 metri, la campagna di vaccinazione effettuata nel mese di aprile interesserà il territorio posto al di sotto dei 1.500 metri di quota per una superficie complessiva superiore a 3.000 chilometri quadrati, con circa 30 esche per chilometro quadrato. Verranno anche attivate dal Servizio foreste e fauna sei aree campione, nelle quali le esche saranno deposte manualmente e verrà controllato nel tempo il consumo, che sarà presumibilmente elevato. Nelle tre zone campione della vaccinazione di gennaio infatti, dopo due settimane dalla deposizione risultavano consumate l’80% delle esche vaccinali. I rilievi in queste aree campione consentiranno inoltre, con il supporto dei laboratori, di verificare la stabilità farmacologia del vaccino. Dopo questa vaccinazione antirabbica di emergenza, il provvedimento della Giunta individua due campagne ordinarie di distribuzione di esche vaccinali: la prima è prevista per giugno (e consentirà di vaccinare anche i nuovi nati) e la seconda per novembre. Anche se, come si auspica, si riuscirà a bloccare il fronte di avanzamento della malattia, le campagne ordinarie dovranno comunque procedere per i due anni successivi al riscontro dell’ultimo caso. Accanto alla vaccinazione orale delle volpi, si segnala che è praticamente conclusa la vaccinazione antirabbica precontagio dei cani di proprietà dei residenti nella provincia, obbligatoria per legge, è in corso la vaccinazione degli animali domestici condotti al pascolo, mentre è consigliata la vaccinazione antirabbica degli altri animali da compagnia (gatti e furetti) nelle zone a rischio di contagio. Per l’uomo la vaccinazione preventiva è giustificata solo nelle persone che, per lavoro, potrebbero venire a contatto con animali rabidi, come ad esempio i veterinari o i laboratoristi che manipolano tessuti infetti. Si segnala, infine, di non avvicinare animali selvatici, di tenere al guinzaglio il cane durante le passeggiate e di recarsi al pronto soccorso in caso di morsicatura di animali selvatici.  
   
 

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