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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Aprile 2010
 
   
  IL "CIBIO" DI TRENTO NELLA MAPPA DELLE ECCELLENZE DEL MINISTERO DELLA SALUTE RICERCATORI BIOMEDICI, IL PROGETTO DI MICHELA DENTI SARÀ FINANZIATO CON 300MILA EURO IN TRE ANNI

 
   
  Trento, 12 aprile 2010 - Nuovo riconoscimento per la ricerca scientifica trentina nel campo della sanità, da parte del Ministero della Salute. Lo sottolinea l’Assessorato alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento: un progetto di ricerca su è infatti piazzato al 29° posto su 997 domande presentate da tutta Italia ed ha ottenuto così un finanziamento pari a 300mila euro in tre anni. Si tratta del progetto di ricerca sulle malattie degenerative della retina, condotto da Michela Denti in collaborazione con Simona Casarosa del Cibio (centro per la Biologia Integrata) dell’Università di Trento, premiato dalla Commissione Nazionale per la Ricerca Sanitaria nell’ambito del Bando Giovani Ricercatori per l’anno 2008, riservato ai ricercatori di età inferiore ai 40 anni. Si tratta di un riconoscimento molto importante, soprattutto se si considera che soltanto 52 delle domande presentate (pari a un tasso di successo limitato al 5%) hanno meritato il finanziamento. Un successo che si somma a quello registrato a dicembre con l’uscita dei primi risultati dello stesso bando (categoria over 40) per il quale era stato premiato il lavoro di ricerca coordinato da un altro ricercatore del Cibio, Yuri Bozzi, con un finanziamento di 230mila euro per lo studio dei meccanismi di base dell’epilessia. I programmi finanziati a favore dei giovani ricercatori (per uno stanziamento complessivo di quasi 29 milioni di euro) vertono su tematiche di rilevante interesse sanitario, sia nel campo della ricerca bio-medica che della ricerca clinico-assistenziale. Il gruppo di ricerca del Cibio rientra così a pieno titolo nella mappa delle eccellenze della ricerca in Italia stilata, per la prima volta, dal Ministero della Salute. Da rilevare anche il fatto che il progetto abbia superato positivamente il rigoroso vaglio condotto, attraverso il sistema adottato a livello internazionale della peer-review, dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con i revisori, severi e indipendenti, del Center For Scientific Review del National Institutes of Health (Nih-csr), l´ente federale di ricerca biomedica statunitense. «Questo approccio selettivo e basato sul merito – si legge nella nota diffusa dal Ministero – è totalmente innovativo e permette, valorizzando le eccellenze scientifiche, di sviluppare una maggiore competitività della ricerca italiana in campo sanitario. Questo è stato possibile attraverso una valutazione effettuata secondo il sistema della peer-review, in ossequio al principio di trasparenza e merito. (…) Si tratta di un cambiamento importantissimo in Italia, poiché a tutt’oggi la maggior parte dei progetti di ricerca, finanziati da diverse istituzioni ed enti, vengono selezionati secondo criteri eterogenei, ad esempio aree tematiche, distribuzioni geografiche, in base quindi ad una “preassegnazione” che non sempre porta alla selezione della migliore ricerca. Per questi motivi, la comunità scientifica chiedeva da tempo una riorganizzazione del sistema sia per quanto riguarda i criteri di valutazione dei progetti che l’erogazione dei finanziamenti.» «Giudico questo successo davvero significativo perché si tratta del bando più competitivo forse mai uscito in ambito biomedico in Italia – ha commentato il direttore del Cibio, Alessandro Quattrone – con la selezione affidata per la prima volta a revisori estremamente rigorosi ed imparziali. A due anni di distanza dalla sua partenza operativa, il Cibio si qualifica ancora una volta come partner importante dell´Azienda Sanitaria sul percorso della ricerca biomedica applicata. Proprio in questo caso, a creare valore è stata la grande collaborazione interna e il gioco di squadra, sia sul piano scientifico all’interno del Cibio, sia su quello istituzionale nel rapporto con Provincia autonoma di Trento. Dobbiamo camminare insieme, i risultati non tarderanno a venire e avranno un importante impatto anche sull´attività assistenziale». Il progetto finanziato Il progetto finanziato dal Ministero (dal titolo “Antisense Rna-mediated gene therapy of retinal dystrophies and dysfunctions”) riguarda malattie oculari molto diffuse che colpiscono la retina. Le mutazioni genetiche che interessano anche la retina sono responsabili di particolari forme di degenerazione, in alcuni casi molto serie, che possono portare alla cecità. A soffrire di queste malattie (come la distrofia retinica dei coni e bastoncelli, la retinite pigmentosa o l’amaurosi congenita di Leber) negli Stati Uniti e in Europa è circa una persona su 3000. La ricerca scientifica ha individuato e classificato finora 132 geni, responsabili di circa soltanto la metà dei casi diagnosticati. Un risultato incoraggiante che ha dato impulso alla ricerca sui trattamenti basati sulla terapia genica, ma sicuramente ancora lontano dal portare una soluzione finale. L’obiettivo del progetto di Michela Denti e Simona Casarosa è quello di analizzare le banche dati esistenti per identificare quelle mutazioni che, alterando il processo di giuntatura (“splicing”) di alcuni geni, provocano sono causa di degenerazione della retina. Il progetto mira poi ad agire già a livello genetico, “correggendo” l’Rna per ripristinare la funzionalità delle proteine alterate. Apprezzati particolarmente dalla commissione valutatrice – secondo quanto si evince dalla motivazione – la rilevanza dei temi trattati nel progetto, l’approccio innovativo, fortemente orientato alla biologia molecolare e le potenzialità dei modelli proposti nel trovare nuove strategie terapeutiche.  
   
 

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