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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Aprile 2010
 
   
  ENERGIE RINNOVABILI, A VENOSA UNA SERIE DI QUESITI

 
   
  Potenza, 19 aprile 2010 - Lo scorso 16 aprile nel Castello Aragonese di Venosa, nell’ambito della Fiera-convegno Legno Energia si è svolta una tavola rotonda, promossa dalla Sael in ricordo di Peppino Barbuzzi che ne fu socio fondatore ed ideatore, sul tema “la riforma degli incentivi per la produzione dell’energia elettrica e termica da biomasse agroforestali: quella realizzata con la legge 99 del 2009 e quella da realizzare negli auspici delle parti interessate”. Parteciperanno: Marino Berton (presidente Aiel), Filippo Bubbico (Sen. Pd), Vincenzo Folino (consigliere Regione Basilicata Pd), Vito Pignatelli (Presidente Itabia), Piero Lacorazza (Presidente Provincia di Potenza), Rocco Colangelo (Presidente Sel Società Energetica Lucana), Vanessa Gallo (Segreteria Fiper), Vincenzo Taddei (On. Pdl Commissione agricoltura), Giuseppina Servodio (On. Pd Commissione agricoltura), Donato Rotundo (Confagricoltura nazionale). Ai partecipanti sono state poste alcune domande. Eccone alcune: Vi sono ragioni tecno-economiche, o semplicemente sociali, che giustificano le differenti misure di incentivazione tra le diverse fonti di energia rinnovabile (eolica, fotovoltaica e biomasse legnose)? • Perché per l’eolico gli incentivi vanno da 0,30 a 0,17 €/Kw rispettivamente per impianti di potenza inferiore o superiore a 200 Kw, mentre per le centrali elettriche alimentate a biomasse agroforestali gli incentivi vanno da 0,28 a 0,20 €/kw, rispettivamente per impianti inferiori o superiori a 1 Mwe? • E’ ragionevole graduare gli incentivi per i piccoli ed i grandi impianti a biomassa agroforestale ponendo una differenza che non supera il 30%, quando è risaputo che le grandi centrali, per le economie di scala che realizzano, costano in proporzione meno della metà delle piccole? • La legge 222/07 all’art. 26 garantiva per l’energia elettrica prodotta in centrali inferiori ad un Mwe con biomasse da filiera corta un incentivo di 0,30 € a Kwe, la riforma introdotta con la legge 99/09 ha ridotto tale incentivo a 0,28 €/Kwe, mentre nessuna riduzione è stata prevista per le centrali superiori ad un Mwe: perché questa “economia” soltanto sulle centrali piccole? • E’ opportuno equiparare negli incentivi gli impianti a biogas con quelli a biomassa legnosa quando è risaputo che i costi di investimento per realizzare i primi sono significativamente più bassi di quelli necessari per i secondi? • Perché l’energia termica da fonti rinnovabili è fortemente penalizzata nella misura degli incentivi rispetto a quella elettrica? Non si contribuisce anche per questa via al risparmio dei carburanti fossili e alla riduzione delle emissioni dei gas serra? Probabilmente – afferma il presidente della Sael, ing. Franco Di Nitto - si scoprirà che l’intero settore delle energie rinnovabili tra i tanti limiti che lo segnano sconta anche quello di non avere ancora una disciplina che risponda a criteri di razionalità e di equità. Eppure - è bene ricordarlo - il costo di questi incentivi sono posti a carico di tutti i cittadini con apposite aliquote da pagare con la bolletta che ogni bimestre arriva dall’Enel !  
   
 

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