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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Aprile 2010
 
   
  BILANCIO DELLA QUARTA EDIZIONE DEL FESTIVAL “LE VOCI DELL’INCHIESTA” NELLE PAROLE DEL DIRETTORE ARTISTICO MARCO ROSSITTI E DEL COORDINATORE RICCARDO COSTANTINI

 
   
  Pordenone, 20 aprile 2010 - Ben ventisette opere cinematografiche, molte firmate da autori non italiani che il festival ha sottotitolo appositamente per l’occasione, più di una decina di lavori diretti da donne (a cui era dedicata la rassegna sul documentarismo al femminile “Donne con la macchina da presa”), una quarantina di ospiti (registi, giornalisti, esperti di comunicazione) italiani e stranieri, otto tavole rotonde su temi riguardanti le nuove tecnologie della comunicazione, il terremoto in Abruzzo, la salute della donna, l’ambiente, la democrazia italiana. Questi i numeri della quarta edizione del Festival dell’Inchiesta, che ha chiuso i battenti domenica 18 aprile, con l’attesa incursione delle Iene Pif e Andrea Pellizzari. Si conclude con un bilancio estremamente positivo l’edizione 2010 del festival organizzato da Cinemazero con l’Università di Udine che, anche a detta dei numerosi cineasti e ospiti presenti, non trova eguali in Italia e nel resto d’Europa: una manifestazione tutta all’insegna del reportage e del documentario d’inchiesta che ha visto non solo il consolidarsi dell’apprezzamento di un pubblico sempre attento e desideroso di informarsi e approfondire, ma ha fatto registrare anche un significativo aumento della partecipazione: oltre la folla delle grandi occasioni per la prima serata dedicata all’Iran e il tutto esaurito per gli eventi principali del cartellone (Pippo Delbono The Cove, la serata sul nucleare, ..) la sala ha visto spesso il pienone anche per le proiezioni del pomeriggio e per le tavole rotonde. Un bilancio estremamente positivo quello tracciato dal direttore artistico Marco Rossitti, soprattutto per l’eccezionale risposta del pubblico, importante indicatore della salute di una manifestazione: “la partecipazione è stata davvero importante, soprattutto da parte dei giovani: un dato interessante e molto confortante visto che l’età media del pubblico delle sale cinematografiche è in rialzo e le nuove generazioni sono abituate a forme sempre più ‘veloci’ di intrattenimento, oltre a prediligere nel cinema le grandi produzioni o le pellicole di genere come l’action movie, lo splatter, l’horror”. “Nelle prossime edizioni - ha proseguito Rossitti – vorremmo continuare a portare a Pordenone il meglio del documentario d’inchiesta a livello mondiale, intensificando la prima visione di opere mai viste in Italia e l’internazionalizzazione del festival, già evidente quest’anno”. “Vorremmo ampliare lo spazio da dedicare al foto-giornalismo d’inchiesta, così come all’omaggio ai grandi protagonisti del passato, con la forma della retrospettiva”. Marco Rossitti e il coordinatore del festival Riccardo Costantini hanno anche annunciato per la prossima edizione l’instaurazione di un Comitato d’Onore scelto tra i massimi rappresentanti del genere dell’Inchiesta, che possa segnare un ulteriore elemento d’eccellenza nella selezione proposta dal Festival. Costantini ha anche voluto ribadire la grossa ricaduta sul territorio che il festival riesce a rappresentare. “Le voci dell’Inchiesta ha portato la città di Pordenone tra le eccellenze culturali, grazie a quattro anteprime nazionali e altre cinque opere straniere presentate al Festival: film che abbiamo proposto in Italia per primi e che ora già ci sono stati richiesti da altri Festival”. “E’ una rassegna che lascia tracce nel tempo, come indica la pubblicazione dell’ultimo libro di Corrado Stajano “L’italia ferita”, che ha inaugurato la nuova collana editoriale nata col festival”. “Molti autori, stranieri e italiani– ha aggiunto Costantini - ci hanno chiesto di distribuire i loro film: abbiamo a disposizione la nostra casa di distribuzione, Tucker film, fondata da Cinemazero e Cec di Udine, ma per tutto questo servono maggiori fondi dedicati”. Il Festival, infatti, è stato realizzato con un budget minimo: si è dimostrato di poter fare molto con poche risorse (tutte interne a Cinemazero e all’Università di Udine), ma gli organizzatori sottolineano la necessità che le Istituzioni prendano maggiore coscienza dell’unicità di questo Festival a livello nazionale e continuino a sostenerlo con fondi adeguati. “Per quanto ci riguarda - hanno concluso Rossitti e Costantini – noi lavoreremo per fare sistema con gli altri soggetti ed eventi presenti in regione nella logica della sinergia tra diverse competenze e specificità culturali che, insieme, possono collaborare per il consolidamento nella nostra regione di eventi di estrema qualità”.  
   
 

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