Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 20 Aprile 2010
 
   
  MANGIARE MENO: ECCO IL SEGRETO PER UNA VITA PIÙ LUNGA E PIÙ SANA

 
   
  Bruxelles, 20 aprile 2010 - Un team di ricerca composto da scienziati britannici e statunitensi ha scoperto che diminuire l´apporto calorico può contribuire a vivere più a lungo. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Science, dimostrano che assumere una minore quantità di calorie non solo aumenta la possibilità di vivere una vita più lunga ma anche più sana: l´inferiore apporto calorico, infatti, ridurrebbe la possibilità di sviluppare le patologie che spesso colpiscono gli anziani. I ricercatori dell´University College London (Regno Unito), della University of Southern California (Usc), della Davis School of Gerontology e della Washington University School of Medicine in St Louis (Stati Uniti) hanno condotto vari testi sui roditori riuscendo a dimostrare che una diminuzione dell´apporto calorico ha ripercussioni significative sui meccanismi molecolari legati all´invecchiamento. I risultati hanno inoltre evidenziato che, negli organismi meno complessi, limitare l´apporto calorico può duplicare o addirittura triplicare la durata della vita. Il primo autore dello studio, il professor Luigi Fontana della Washington University Medical School, ha però sottolineato che la ricerca è stata effettuata con l´obiettivo di migliorare la qualità della vita e di contribuire a rendere meno frequenti le patologie che tipicamente affliggono gli anziani. "L´obiettivo primario della ricerca non è portare l´aspettativa di vita a 120 o 130 anni", ha spiegato. "Attualmente la vita media nei paesi occidentali è di circa 80 anni, ma ci sono ancora troppe persone il cui stato di salute è buono solo fino ai 50 anni circa. Con le scoperte relative alla diminuzione dell´apporto calorico e ad altre azioni di tipo genetico o farmacologico, vogliamo arrivare a colmare il divario che esiste tra la durata di vita e la ´durata di vita sana´. Non escludiamo tuttavia che allungando la seconda si possa arrivare a una durata di vita di 100 anni". Il team di ricerca ha ridotto l´apporto calorico dei roditori di una percentuale variabile tra il 10 e il 50%: uno dei più importanti risultati ottenuti è stata la riduzione dei meccanismi che coinvolgono il fattore di crescita insulino simile (Igf-1) e il glucosio. Ridurre in questo modo l´assunzione di calorie, oltre ad aver determinato una durata di vita sensibilmente maggiore nei roditori, ha diminuito la loro predisposizione alle malattie associate all´invecchiamento, tra le quali figurano neoplasie, malattie cardiovascolari e problemi di natura cognitiva. "Circa il 30% degli animali sottoposti a questa dieta è morto in età avanzata e senza accusare nessuna delle malattie che normalmente compaiono negli esemplari anziani", ha affermato il professor Fontana. "Al contrario, la maggior parte degli animali che hanno continuato a seguire un regime alimentare standard (94%) sono morti in conseguenza di una o più malattie croniche come cancro e affezioni cardiache. In una percentuale che varia dal 30 al 50% degli animali a cui è stato imposto il regime alimentare caratterizzato da una minore quantità di calorie o che presentavano mutazioni genetiche nei meccanismi legati all´invecchiamento, la durata di vita ha corrisposto a quella che possiamo definire la ´durata di vita sana´. Certo gli animali alla fine sono morti, ma senza sviluppare alcuna patologia". La ricerca è particolarmente importante alla luce dei crescenti livelli di obesità nel mondo occidentale. L´essere sovrappeso, come anche soffrire di obesità, può causare l´insorgere di diverse malattie gravi come patologie cardiovascolari, diabete e alcune neoplasie. I dati sull´obesità infantile sono decisamente allarmanti: sono migliaia oggi i bambini che crescendo nutrendosi di prodotti privi di valori nutrizionali (ovvero del cosiddetto "cibo spazzatura") hanno molte probabilità di soffrire di obesità o problemi di salute cronici in età adulta. Il professor Fontana ritiene che seguendo il regime alimentare oggi diffuso è più probabile che il divario esistente tra durata di vita e durata della salute tenda ad aumentare più che a diminuire. È inoltre possibile che la durata di vita media si riduca: sono ancora migliaia, infatti, le persone affetta da malattie associate al regime alimentare e prevenibili come il diabete di tipo 2. Il professor Fontana è tuttavia convinto che se i ricercatori che si occupano di nutrizione arrivassero a capire in che misura un regime alimentare più moderato può migliorare le condizioni di salute, sarebbe possibile mettere a punto farmaci in grado di agire sui meccanismi legati alla riduzione dell´apporto calorico in modo tale da mantenere un migliore stato di salute anche nell´invecchiamento. Fino ad oggi abbiamo consigliato un regime alimentare caratterizzato da un apporto calorico inferiore sulla base dei dati epidemiologici, ora sappiamo che i vantaggi di una dieta simile sono ravvisabili anche sotto il profilo molecolare, ha affermato il professor Fontana. "Ci siamo spostati dall´epidemiologia alla biologia molecolare: sappiamo che alcune sostanze nutrienti, così come un minor apporto calorico, possono avere ripercussioni sull´Igf-1 e su altri fattori. Speriamo di essere in grado, al più presto, di sfruttare le nostre conoscenze per vivere più a lungo e godendo di maggiore salute". Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www.Sciencemag.org/  University College London: http://www.Ucl.ac.uk/  Washington University School of Medicine a St Louis: http://medschool.Wustl.edu/    
   
 

<<BACK