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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Aprile 2010
 
   
  UN LIBRO CHE AIUTA A CAPIRE MEGLIO LE TOSSICODIPENDENZE

 
   
  Trento, 26 aprile 2010 - Scrivere un libro sulle tossicodipendenze serve anche a mettere in chiaro qual è la situazione in un ambito così delicato. L’esigenza primaria, infatti, è quella di cogliere le nuove tendenze nei modelli di consumo e di riadattare il servizio per rispondere a questi bisogni emergenti. La ricerca proposta con il libro presentato oggi a Trento, «Uso occasionale e dipendenza da sostanze psicotrope», si pone l’obiettivo di rispondere a un’esigenza comune a tutti i servizi che operano nel campo delle dipendenze e si trovano di fronte a un fenomeno in continuo mutamento. I concetti contenuti nella ricerca sono stati esposti da Raffaele Lovaste, direttore del Servizio per le tossicodipendenze dell’Apss, che ha sottolineato quanto sia stato importante «fare una riflessione su questa problematica [l’uso e la dipendenza da sostanze]. Riflessione nata dal confronto attivo tra professionisti della salute e accademici. Le undici persone coinvolte hanno condiviso gli obiettivi finalizzati a un miglioramento continuo della qualità dei servizi offerti». Cleto Corposanto, professore all’università di Catanzaro e coautore del libro, ha illustrato la parte della ricerca con caratteristiche sociologiche. «Abbiamo somministrato 850 questionari e abbiamo attivato due focus group. Gli obiettivi sono stati innanzitutto cogliere le nuove tendenze nei modelli di consumo di sostanze stupefacenti e poi cercare di riadattare il servizio per rispondere ai bisogni emergenti». Il direttore generale reggente dell’Apss, Franco Debiasi, dopo essersi complimentato con gli autori e tutti i partecipanti alla ricerca, ha evidenziato come «si tratti di un efficace collaborazione tra università e azienda sanitaria». L’ascolto delle presentazioni, poi, hanno sollecitato in Debiasi delle riflessioni: «In primo luogo il metodo di collaborazione facilita la comprensione dei fenomeni; poi si tratta di un lavoro originale e innovativo, che mette a confronto le diverse voci, dai pazienti ai professionisti; ila rete dei servizi offerti è in grado di dare risposti eccellenti. Ma è fondamentale continuare a modificarsi per dare risposte adeguate ai bisogni. Questo libro – ha concluso Debiasi – è il punto di partenza oggettivo per dare risposte aderenti alle necessità che si modificano». In conclusione, è intervenuto l’assessore alla salute e alle politiche sociali, il quale ha sottolineato come «sul fronte della conoscenza, il libro evidenzi una voglia di capire le dinamiche legate al consumo di sostanze, nonché la percezione di utenti e professionisti verso il servizio offerto. L’efficacia del servizio è sempre al centro delle attenzioni della Giunta provinciale, anche in vista dell’integrazione tra il mondo sanitario e quello sociale. E voi, che siete in qualche modo i pionieri, sarete con noi in prima linea dopo la riforma». L’assessore ha poi allargato il suo discorso, ricordando che le attività del Sert si affiancano ad altre iniziative anche di carattere normativo, come le recenti disposizioni in materia di consumo di sostanze e accertamento da parte dei medici competenti delle aziende interessate (principalmente quelle dei trasporti o dove vengono usati i muletti). Rossi ha poi concluso come ci sono «le nuove dipendenze, per le quali dovremo fare nuovi investimenti, come il gioco d’azzardo e l’abuso di internet». Va ricordato che l’idea di questo volume, che riporta i dati di una ricerca che ha visto lavorare fianco a fianco un gruppo di accademici e professionisti di settore in un serrato e costante confronto teorico e metodologico, nasce sostanzialmente per rispondere a una domanda: qual è oggi la vision delle sostanze e del loro uso fra i consumatori e i professionisti che lavorano nei servizi? Che l’idea della «droga», in generale, sia un concetto in continua evoluzione nella società è fatto certo e documentato; cambia, quindi, la concezione delle diverse sostanze e, conseguentemente, anche quella del loro uso. Ma questo cambiamento coinvolge nello stesso modo utenti e professionisti? Oppure avviene, come dire, a velocità differenti, e questo causa problemi nella condivisione dei piani di cura? L’indagine che viene presentata, e resa possibile dal finanziamento della Provincia autonoma di Trento sul Fondo speciale dell’ateneo trentino, ha un suo punto di forza nel coinvolgimento e nel dialogo di diversi servizi che si occupano sul territorio della diagnosi, della riabilitazione e della cura delle dipendenze, ossia il Sert, le comunità terapeutiche e il Servizio educazione alla salute e di riferimento per le attività alcologiche, con l’importante partecipazione della sezione Not del commissariato del Governo. Grazie a questo dialogo è stato possibile pervenire a una ricostruzione dei punti di vista sul fenomeno droga di tutti i soggetti che hanno avuto esperienza delle sostanze psicoattive, seppur con diversi livelli di contiguità: gli utenti del Sert e delle comunità terapeutiche, i soggetti segnalati al commissariato del Governo per detenzione o uso di sostanze stupefacenti, gli utenti del Servizio educazione alla salute e di riferimento per le attività alcologiche, i segnalati per guida in stato di ebbrezza e i professionisti sociosanitari della rete che vivono quotidianamente la relazione con i pazienti tossicodipendenti o alcolisti. L’indagine ha voluto anche esplorare l’aspetto qualitativo dei servizi e la loro capacità di risposta ai bisogni degli utenti. Nei diversi contributi che in questa monografia emerge con una certa forza l’eterogeneità delle culture della droga, che si manifesta sia confrontando i diversi target di intervistati tra loro, sia guardando all’interno di ognuno di essi: le interpretazioni del fenomeno sono il risultato dell’intreccio creativo e sempre in divenire di diversi fattori relativi all’esperienza dell’individuo con la sostanza, alla percezione di sé, al rapporto dell’individuo con i suoi diversi mondi vitali e con i sistemi culturali e valoriali. Convivono, dunque, diverse culture drogastiche e modelli interpretativi della dipendenza, comunque permeati, qua e là, dal processo di normalizzazione dell’uso e della rappresentazione dell’uso di sostanze. Si rimanda pertanto alla lettura dei singoli contributi di questa monografia per cogliere tutte le sfumature emergenti nel dialogo con i diversi gruppi intervistati, lette attraverso l’occhio critico di autori accomunati dall’esperienza nell’ambito delle tossicodipendenze, come studiosi o come professionisti di settore, nell’auspicio che i risultati di questa indagine favoriscano una migliore comprensione del fenomeno e un perfezionamento del funzionamento complessivo della rete assistenziale.  
   
 

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