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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Aprile 2010
 
   
  RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA E DELLA FONDAZIONE IRCCS POLICLINICO SAN MATTEO IN UNO DEI 5 MIGLIORI PROGETTI ITALIANI FINANZIATI DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA SPECIALE DI ONCOLOGIA MOLECOLARE CLINICA 5X1000

 
   
  Pavia, 23 aprile 2010 - In una conferenza stampa tenutasi a Milano in data 23 aprile l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) ha presentato i 5 progetti di ricerca selezionati e finanziati nell’ambito del Programma Speciale di Oncologia Molecolare Clinica 5x1000. Airc metterà a disposizione dei 5 progetti e per i cinque anni previsti dal bando 60 milioni di euro secondo le richieste pervenute dai ricercatori stessi. Il Programma Speciale di Oncologia Molecolare Clinica risponde alla esigenza di chi ha donato il proprio 5x1000 ad Airc, che vuole vedere rimedi più efficaci per il cancro in tempi brevi. La traduzione dei risultati della ricerca in procedure cliniche di reale beneficio per il paziente costituisce uno dei problemi più rilevanti per tutta la medicina e per l’oncologia in particolare. I cinque Programmi finanziati hanno risposto in pieno al requisito primario del bando: il reale trasferimento delle nuove conoscenze molecolari acquisite dal laboratorio al paziente entro la durata del progetto. In particolare il Progetto si compone di due fasi. Un primo triennio al termine del quale i revisori compieranno una site visit per verificare che l’obiettivo sia stato raggiunto. Se la visita avrà esito positivo il progetto completerà il quinquennio. Fanno parte di uno di questi progetti due gruppi pavesi, rispettivamente dell’Università di Pavia e della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo. Un’unità di ricerca è guidata dal Prof. Mario Cazzola, Ordinario di Ematologia dell’Università di Pavia, e comprende vari ricercatori della Clinica Ematologica, in particolare – oltre al Prof. Mario Lazzarino - Francesco Passamonti, Luca Malcovati, Elisa Rumi e Daniela Pietra. L’altra unità di ricerca è guidata dal Prof. Giovanni Barosi, Direttore e del Laboratorio di Epidemiologia Clinica e Centro per lo Studio della Mielofibrosi della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, e comprende Vittorio Rosti, Gaetano Bergamaschi, Alessandra Balduini e Margherita Massa. Il progetto di ricerca nel quale sono inserite le unità pavesi è coordinato dal Prof. Alessandro Vannucchi dell’Università di Firenze ed ha come titolo "Una piattaforma integrata per studi di genetica molecolare e per la sperimentazione clinica nelle neoplasie mieloproliferative croniche". I ricercatori pavesi hanno già dato contributi scientifici importanti in questo campo. Nel 2005 Mario Cazzola e Francesco Passamonti, in collaborazione con alcuni colleghi dell’Ematologia Sperimentale di Basilea e simultaneamente ad altri tre gruppi internazionali, hanno descritto la base molecolare di queste malattie (policitemia vera, trombocitemia essenziale e mielofibrosi idiopatica) in un articolo scientifico pubblicato sul New England Journal of Medicine, ed hanno fornito in seguito numerosi contributi scientifici sulla rilevanza clinica delle anomalie molecolari. D’altro lato, Giovanni Barosi ha fornito nel corso degli anni contributi determinanti per la comprensione di una di queste malattie, la mielofibrosi idiopatica, e dirige attualmente un centro ad hoc. Il progetto attuale finanziato dall’Airc nasce con l’intento di approfondire ulteriormente i meccanismi molecolari responsabili delle neoplasie mieloproliferative croniche e con la convinzione che sia possibile trasferire rapidamente le informazioni ottenute in laboratorio al paziente, affinando i metodi diagnostici, migliorando la definizione della prognosi, e sperimentando nuove terapie per il controllo di queste malattie. Il gruppo di ricerca è composto da sette unità (Università di Firenze, Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, Università di Pavia, Università di Torino, Ifom di Milano, Università di Modena e Reggio Emilia ed Ospedali Riuniti di Bergamo), e sono coinvolti 68 ricercatori, in larga parte giovani e con prevalente rappresentanza femminile. Più di un terzo è costituito da medici ricercatori impegnati contemporaneamente ed a tempo pieno in laboratorio e nella ricerca clinica. Questa doppia valenza rappresenta un aspetto fondamentale del programma, e dovrebbe consentire la pronta validazione dei dati sperimentali a livello clinico, e viceversa. “L’università di Pavia è fortemente intenzionata a sviluppare programmi per preparare ricercatori medici che svolgano la loro attività sia in laboratorio sia in clinica – dichiara il prof. Mario Cazzola - Nel mondo anglosassone questa figura è considerata di fondamentale importanza nella ricerca biomedica e viene definita in inglese “Md/phd”: in pratica, un medico (Md) che consegue rapidamente dopo la laurea il dottorato di ricerca (Phd). La preparazione sia biologica sia medica consente al ricercatore Md/phd di trasferire rapidamente le acquisizioni di base alla pratica clinica sotto forma di innovazioni diagnostiche, prognostiche e terapeutiche. L’aver lanciato l’anno scorso il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia con offerta formativa in lingua inglese potrebbe rappresentare la base per implementare in via sperimentale un programma Md/phd dell’Università di Pavia.” Website: http://www.Unipv.eu/  
   
 

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