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Notiziario Marketpress di Venerdì 14 Maggio 2010
 
   
  AOSTA (MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE): RINASCIMENTO PRIVATO, ASPETTI INCONSUETI DEL COLLEZIONISMO DEGLI ESTE DA DOSSO DOSSI A BRUEGHEL - 12 GIUGNO/1° NOVEMBRE 2010

 
   
  L´assessore all´Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d´Aosta, Laurent Viérin, inaugurerà venerdì 11 giugno 2010 alle ore 18.00 al Museo Archeologico Regionale di Aosta la mostra “Rinascimento privato. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este da Dosso Dossi a Brueghel. Il titolo di questa mostra si rifà a quello del celebre romanzo storico con cui Maria Bellonci vinse lo Strega nel 1986. Non a caso: questa esposizione, curata da Mario Scalini, fa rivivere l´atmosfera culturale che permeò la Corte e la Dinastia dei Principi d´Este tra Ferrara e Modena, alla stregua di quanto Isabella d´Este, che del volume della Bellonci è la protagonista, racconta di sé e della Corte dei Gonzaga. Per Rinascimento Privato. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este da Dosso Dossi a Brueghel giungerà ad Aosta una sequenza di capolavori dall´Antichità romana fino al pieno Rinascimento, a illustrare per la prima volta al pubblico la ricchezza e la varietà di una delle più antiche raccolte principesche europee, quella di Casa d´Este, appunto. Ricchezza e varietà che, nel caso della dinastia fondata da Leonello, colui che alla metà del Quattrocento fece di Ferrara - capitale del suo Ducato - uno dei principali centri della cultura umanistica, non è solo testimonianza di potenza economica ma segno di precisi interessi e passioni culturali. Le medesime che coinvolsero Isabella, andata sposa a Francesco Ii Gonzaga. Tutte le opere arriveranno dalla Gallerie Estense di Modena. E´ in quella città, infatti, che trovarono corte gli Este dopo che la prima loro capitale, Ferrara, venne "devoluta" allo Stato Pontificio. La mostra, attraverso una sintesi di quanto si è conservato attraverso quattro secoli di vendite e dispersioni, rievoca per il visitatore l´atmosfera di uno studiolo, ambiente riservato all´otium del principe, nel quale erano conservati gli oggetti più rari e preziosi, simbolo delle ambizioni culturali del principe stesso. L´amore per l´Antico che contraddistinse l´umanesimo di Leonello d´Este, la magnificenza di Borso, le passioni antiquarie di Alfonso I e dei cardinali Ippolito I e Ippolito Ii è straordinariamente esemplificato in mostra dal rilievo marmoreo con Bacco e Menadi, dall´enigmatico bassorilievo con lo Zodiaco che racchiude, come un fregio, il divino Phanes generato dall´uovo cosmico, quale simbolo dell´eterno ciclo di morte e rinascita. Fa da pendant il meraviglioso busto rinascimentale che impreziosisce con i suoi marmi mischi uno straordinario Antinoo raffigurato come imperatore. Le ricche raccolte numismatiche sono ben rappresentate dal nucleo di 117 monete d´oro: rari esemplari dal mondo punico fino al Medioevo bizantino, passando attraverso la monetazione più raffinata prodotta dalla Grecia propria, dalle città greche coloniali della Sicilia e della Magna Grecia, fino alle emissioni d´oro di Cesare, di Augusto e dei più celebrati imperatori che resero Roma immortale. E ancora, 500 gemme finora mai presentate al pubblico, costituiscono in mostra il nucleo centrale delle Antichità estensi. Nell´esposizione vengono esaltate le materie prime delle gemme: le varietà di calcedonio, i lapislazzuli, le molteplici corniole, le ametiste, l´eliotropio ed in particolare i granati nelle rare forme del piropo e dell´almandino che riconducono alle vie commerciali che fornirono rocce e minerali resi preziosi dalla loro provenienza esotica, tra cui Cipro e l´Anatolia fino all´Afghanistan e all´isola di Sri Lanka. Un altro aspetto che riguarda le gemme sono le proprietà terapeutiche e addirittura magiche che gli antichi attribuivano alle pietre e alle raffigurazioni. Personificazioni, divinità, simboli e magiche raffigurazioni accomunano le gemme ad altre opere di arte suntuaria, come alla pittura e alla scultura, alle quali vengono accostate in mostra opere significative delle collezioni estensi. L´amore per le gemme che, frutto non solo di collezionismo, ma anche di dono e di scambio tra principi, è ben documentato in mostra dal Ritratto di dama come Verginità di Giovanni Cariani, adorna di questi preziosi ornamenti. Nel percorso di mostra una trentina di altre opere: affreschi, dipinti, bronzi di piccolo formato, trionfi da tavola, una preziosa zuccheriera in lapislazzuli, testimoniano come le raffigurazioni e i simboli propri dell´Antichità confluiscano stupendamente nella cultura rinascimentale di cui si appropria il variegato gusto collezionistico di casa d´Este. Info: Rinascimento Privato. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este, da Dosso Dossi a Brueghel. Aosta, Museo Archeologico Regionale (Piazza Roncas, 12) dal 12 giugno al primo novembre 2010. Orari: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. Biglietti: intero euro 5,00; ridotto euro 3.50. Catalogo Silvana Editoriale. Tel. 0165-275902, www.Regione.vda.it .  
   
 

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