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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Maggio 2010
 
   
  IL MEDIATORE EUROPEO, UNA VALIDA ALTERNATIVA AL TRIBUNALE

 
   
  Bruxelles, 4 maggio 2010 - E´ il "controllore" delle istituzioni europee. Deve assicurarne la trasparenza e rispondere ai reclami dei cittadini contro Commissione, Consiglio, agenzie dell´Ue. Martedì presenta il suo rapporto annuale alla commissione Petizioni del Parlamento. Ne abbiamo approfittato per chiedere a Nikiforos Diamandouros che cosa è cambiato per lui con il Trattato di Lisbona, e come fa a convincere la grande macchina dell´amministrazione europea a obbedirgli. Nel 2008, il 75% dei reclami che le sono arrivati, sono stati considerati inammissibili. Pare ci sia un po´ di confusione su cosa fa il Mediatore europeo... Nel 2009 è andata un po´ meglio, ma siamo sempre sul 70%. E´ molto difficile, anche per le persone più informate, capire che quando una legge europea è violata a livello nazionale, si devono rivolgere al mediatore nazionale, non a me. Quasi l´80% dei casi inammissibili sono di questo tipo. E´ per questa ragione che abbiamo creato il Network europeo dei Mediatori, attraverso cui reindirizziamo tutti i ricorsi al destinatario giusto. In pratica, evitiamo al cittadino di fare mille giri per trovare il suo interlocutore: lo facciamo noi per lui. Dunque sì, a prima vista c´è confusione. Ma è una confusione facilmente gestibile. Nei suoi sette anni di carriera, com´è cambiato il lavoro del Mediatore europeo? Che novità ha portato, per esempio, il Trattato di Lisbona? Sono cambiate un sacco di cose. L´ufficio è più che raddoppiato: da 28 persone nel 2003 a 65 oggi. Questo suggerisce un trend di evoluzione, di apertura al pubblico e di rafforzamento. Credo che con il Trattato di Lisbona questa tendenza continuerà. La Carta dei Diritti fondamentali diventa legalmente vincolante, come i Trattati: e ricordo che l´Art.41 della Carta dice che avere una buona amministrazione è un diritto fondamentale di tutti i cittadini europei. Inoltre il Trattato mette tutti gli organi dell´Unione, uffici, agenzie, istituzioni, sotto il mio mandato, incluso il Consiglio europeo. E con l´abolizione dei "pilastri" - secondo pilastro sulla politica estera e terzo sulla sicurezza- tutto rientra nelle mie competenze. E´ plausibile pensare che più competenze implicherà più reclami, quindi maggiori possibilità per il Mediatore di servire i cittadini europei. Anche se le raccomandazioni del Mediatore non hanno valenza giuridica, circa il 70% dei suoi pareri vengono applicati. Come mai tanta obbedienza? L´ue ha un profilo giuridico molto forte. Ora sta cercando di rafforzare il suo profilo democratico. Questo significa che c´è grande rispetto, comprensione e applicazione delle regole e delle decisioni. Decisioni prese non per forza da un tribunale, ma che in generale rispondono alle regole del gioco. Il fatto di essere un´autorità non-giudiziaria, ma piuttosto un´alternativa alle Aule di tribunale, è per me una sfida più che una debolezza. Perché significa che i miei argomenti devono essere così validi e così convincenti, che per l´altro sarebbe difficile non accettare le mie raccomandazioni. Questo non significa che non ci siano disaccordi, frustrazioni, o che tutti accettino immediatamente quello che dico. Di solito ci vuole tempo, ma poi i risultati arrivano e sono di qualità. E credo che questo possa essere motivo di grande soddisfazione istituzionale per tutti noi. Nikiforos Diamandouros presenterà il rapporto annuale alla commissione Petizioni martedì 4 maggio a partire dalle 9.00. Potete seguirlo in diretta cliccando in basso.  
   
 

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