Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 04 Maggio 2010
 
   
  PARMA: POLESINE E ZIBELLO, PROVE DI FUSIONE PRESENTATO IN PROVINCIA IL PERCORSO. AFFIDATO ALL’UNIVERSITÀ LO STUDIO DI FATTIBILITÀ. È IL PRIMO PROGETTO DEL GENERE IN EMILIA ROMAGNA, TRA I POCHI IN ITALIA

 
   
   Parma, 4 maggio 2010 – Un percorso naturale, una scelta ampiamente discussa e condivisa. Sono decisi i sindaci Manuela Amadei e Andrea Censi, uniti nell’idea che Zibello e Polesine Parmense potrebbero diventare un unico comune con benefici per i servizi e perle tasche dei contribuenti. Una fusione le cui caratteristiche saranno decise con uno studio di fattibilità affidato al Dipartimento di Economia dell’Università di Parma. Questo percorso innovativo, il primo in l’Emilia Romagna e fra i pochi (solo 5 per il momento) in Italia, è stato presentato oggi in Provincia dai due primi cittadini. Con loro il presidente Vincenzo Bernazzoli, i consiglieri regionali Roberto Corradi e Luigi Giuseppe Villani, il prorettore Guido Cristini. Le ragioni che hanno spinto i due sindaci su questa strada sono presto dette. Protagonisti dell’“Unione Civica Terre del Po”, che gestisce dal 2002 con successo in forma associata diversi servizi e funzioni, i due comuni si sono trovati ad affrontare un tema posto dalla recente normativa regionale. Questa richiede che le Unioni, per poter continuare a beneficiare dei finanziamenti regionali, siano composte da almeno quattro Comuni, o da almeno tre con popolazione complessiva non inferiore a 15mila abitanti: una strada non percorribile per l’Unione civica terre del Po, perché i Comuni limitrofi della provincia di Parma fanno già parte di altre Unioni e perché la gestione associata di servizi con Comuni di altre province si rivela poco efficiente, per la non omogeneità di piani e programmi territoriali. Da qui l’ipotesi della fusione di Polesine e Zibello, scelta che garantirebbe i necessari finanziamenti regionali utili per il mantenimento della quantità e qualità dei servizi attualmente garantiti. “ Il percorso che viene portato avanti dai due sindaci è un esempio di grande intelligenza – ha detto Bernazzoli – E’ positivo che casi di innovazione come questo vengano generati dal basso e in particolare da due comuni che come Provincia abbiamo sostenuto in modo che non fossero marginali allo sviluppo del territorio”. “ Siamo i primi in Regione a compiere questo passo e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti – ha sottolineato Amadei – Nell’interesse della cittadinanza, e sulla base di una ricerca dei benefici intraprendiamo un percorso lungo, al termine del quale sarà la volontà popolare a decidere”. “ E’ una proposta che ha una forte vocazione istituzionale, ampiamente discussa e condivisa, votata all’unanimità dai due Consigli comunali. Siamo consapevoli del fatto che oggi vinciamo i dubbi e le resistenze reciproche, nel nome del costante benessere che vogliamo garantire ai nostri cittadini – ha spiegato Censi. “L’università con il Dipartimento di Economia ha le competenze per poter supportare questo progetto e compiere una valutazione di merito sia sugli aspetti finanziari che di marketing – ha detto Cristini commentando la positività di muoversi sulla base di uno studio “ questo Paese può fare molto se dietro a un progetto c’è uno studio o un indirizzo che ne attesti la fattibilità”. Condivisione e appoggio è arrivata anche da parte dei Consiglieri regionali intervenuti all’incontro. “Ci fa piacere che il primo esperimento di fusione in Emilia Romagna parta da Parma, un laboratorio che opererà sulla base di risultati scientifici. E ci fa altrettanto piacere che i comuni abbiano trovato il modo di superare il campanilismo in questi casi dannoso – ha osservato Corradi. “ Esprimo un plauso ai due sindaci e ai Consigli comunali per aver scelto programmi che possono unire, un percorso democratico dal quale ricaveranno risorse fresche per la loro attività – ha detto Villani - C’è anche la soddisfazione di aver contribuito ad approvare la legge regionale che lo ha reso possibile, un nuovo strumento all’interno del quale sono previste appunto le fusioni” La normativa regionale e statale prevede in caso di fusioni di comuni l’erogazione di incentivi finanziari quali contributi economici ordinari e straordinari e premialità in modo continuativo (15 anni i contributi regionali e 10 anni i contributi statali): finanziamenti che consentirebbero al nuovo ente di garantire e incrementare un’ampia serie di servizi a favore della collettività. Il 15 maggio partirà la richiesta dei due Comuni alla Regione per accedere al finanziamento per la realizzazione dello studio che dovrà puntare a quattro macro-obiettivi: l’individuazione e la quantificazione dei benefici, delle economie e delle razionalizzazioni potenzialmente ottenibili attraverso la costituzione di un unico ente locale; il delineamento del percorso politico-amministrativo per l’eventuale modifica della circoscrizione territoriale mediante fusione dei due Comuni; l’evidenziazione delle criticità che potranno emergere, sia nella fase preliminare del percorso sia nell’avvio della gestione del Comune unificato; le prospettive in termini di possibilità di innovazione e sviluppo dei servizi offerti, anche tenuto conto delle forme di incentivazione previste per questo tipo di riorganizzazione sovracomunale. L’iter ( per il quale si prevedono circa due anni) si concluderà con un referendum consultivo indetto dalla Regione e volto a verificare l’orientamento della popolazione: un passaggio fondamentale a seguito del quale le due Amministrazioni comunali decideranno se proseguire o meno nel progetto.  
   
 

<<BACK