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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Maggio 2010
 
   
  PREVISIONI DI PRIMAVERA PER IL PERIODO 2010-11: NELL´UE È IN ATTO UNA GRADUALE RIPRESA ECONOMICA

 
   
  Bruxelles, 6 maggio 2010 - Le previsioni di primavera della Commissione europea confermano che nell’Ue è in corso la ripresa economica. Dopo aver conosciuto la più grave recessione della sua storia, l’economia dell’Ue, secondo le previsioni, crescerà dell’1% nel 2010 e dell’1¾% nel 2011. Rispetto alle previsioni elaborate dalla Commissione in autunno, per quest’anno ciò implica una revisione al rialzo di ¼ di punto percentuale, dato che i Paesi Ue beneficiano di un contesto esterno più favorevole. Ciononostante, la ripresa continua ad essere frenata da una domanda interna ancora debole. Si prevede che la velocità della ripresa sarà diversa da uno Stato membro all’altro, a seconda delle rispettive circostanze e delle politiche perseguite. Le condizioni del mercato del lavoro hanno recentemente mostrato qualche segno di stabilizzazione: si prevede che quest’anno il tasso di disoccupazione nell’Ue si attesterà a un livello più basso rispetto alle previsioni precedenti, ma sarà comunque vicino al 10%. Le misure fiscali temporanee adottate sono state essenziali per imprimere una svolta all’economia dell’Ue, ma hanno anche contribuito ad aggravare il debito pubblico, che, secondo le previsioni, nel 2010 toccherà il 7¼% del Pil, per poi diminuire lievemente nel 2011. Olli Rehn, commissario Ue per gli affari economici e monetari, ha dichiarato: “Il miglioramento delle prospettive di crescita economica è una buona notizia per l’Europa. Adesso dobbiamo garantire che la crescita non sarà compromessa dai rischi che gravano sulla stabilità finanziaria. Una crescita sostenibile richiede uno sforzo deciso in termini di risanamento del bilancio e di riforme intese a migliorare la produttività e l’occupazione”. Nell’ue la recessione economica si è conclusa nel terzo trimestre 2009, in gran parte grazie alle misure eccezionali attuate con il piano europeo di ripresa economica, ma anche grazie ad altri fattori a carattere temporaneo. Dopo il rimbalzo iniziale, la ripresa si sta dimostrando più graduale rispetto ad altri episodi del passato. Non si tratta di un dato sorprendente, data la natura straordinaria della recente crisi. I rialzi ciclici che seguono le crisi finanziarie tendono ad essere più modesti che in altre circostanze. Come altri Paesi sviluppati, l’Ue dovrà far fronte alle conseguenze della crisi ancora per un certo periodo. Dopo la crisi, si attende una graduale ripresa - Benché nel complesso le prospettive di crescita a breve termine restino modeste, rispetto alle previsioni d’autunno si prevede un lieve miglioramento. Ciò è dovuto alla più forte ripresa dell’attività e degli scambi a livello globale osservata all’inizio dell’anno, nonché a migliori prospettive esterne. Successivamente, l’economia dell’Ue dovrà affrontare venti contrari su più fronti, che freneranno la domanda. Il profilo di questa ripresa sarà probabilmente condizionato, in una certa misura, da diversi fattori temporanei, legati alle condizioni climatiche, cicliche o politiche. La crescita del Pil diventerà più stabile non prima della fine del 2010, una volta che gli effetti di questi fattori saranno scomparsi. Ciò dipende dal livello ancora molto basso di utilizzo delle capacità, dalla riduzione dell’effetto leva, dalla maggiore avversione al rischio, che frena gli investimenti, e dalla crescita modesta dei consumi privati. La crescita dei consumi è ostacolata anche dalla crescita debole dei salari e dell’occupazione, e in molti Paesi anche dalla correzione subita dal mercato immobiliare. Mercato del lavoro e finanze pubbliche sotto pressione - Pur essendo significativo, l’impatto della crisi economica sul mercato del lavoro dell’Ue sembra meno grave rispetto a quanto inizialmente previsto. Ciò si spiega con l’adozione di misure a breve termine e con la conservazione dei posti di lavoro in alcuni Stati membri, ma è anche il risultato di riforme del passato. Recentemente hanno cominciato a manifestarsi segni di stabilizzazione, e le prospettive risultano lievemente migliorate rispetto alle previsioni d’autunno. Ciononostante, dato il consueto scarto tra gli sviluppi dell’economia reale e il mercato del lavoro, si prevede che quest’anno l’occupazione scenderà ancora dell’1% circa, e comincerà a crescere solo nel corso del 2011. Secondo le previsioni, il tasso di disoccupazione nell’Ue si stabilizzerà intorno al 10% – cioè mezzo punto percentuale al di sotto delle previsioni dello scorso autunno – benché la situazione sia molto differenziata nei vari Stati membri. La recessione ha avuto un forte impatto sulle finanze pubbliche. In conseguenza dell’entrata in funzione degli stabilizzatori automatici e delle misure discrezionali adottate a sostegno dell’economia nel quadro del piano europeo di ripresa economica, il disavanzo pubblico risulta triplicato rispetto al 2008. Si prevede che nell’Ue il disavanzo raggiungerà il punto più alto quest’anno (toccando il 7¼% del Pil) e migliorerà lievemente nel 2011 (scendendo a circa il 6½%), in seguito al venir meno delle misure di sostegno temporaneo e alla ripresa dell’attività. Secondo le previsioni, il rapporto debito/Pil è destinato a crescere. Il debito pubblico, mediamente elevato e ancora in crescita, è il lascito più duraturo della crisi, e si ripercuoterà sull’economia molto più a lungo dell’attuale periodo di previsione. L’inflazione dovrebbe restare moderata - L’inflazione dei prezzi al consumo ha segnato una certa ripresa rispetto ai livelli molto bassi registrati lo scorso anno. Tuttavia, il persistente ristagno dell’economia probabilmente frenerà sia la crescita dei salari sia l’inflazione, compensando parzialmente l’aumento ipotizzato dei prezzi dei prodotti di base e, per la zona euro, la debolezza della moneta. Secondo le previsioni, l’inflazione Iapc nell’Ue sarà in media pari all’1¾%, sia quest’anno sia il prossimo (nella zona euro si prevedono invece l’1½% quest’anno e l’1¾% il prossimo anno). L’incertezza resta alta, mentre nell’insieme i rischi si compensano - La ripresa dell’Ue continua ad essere caratterizzata da grande incertezza, come mostrano ad esempio le recenti tensioni sui mercati dei titoli sovrani. Anche le previsioni restano incerte, e i rischi nell’insieme si compensano. Dato che l’economia sta emergendo da una recessione che si è sommata ad una crisi finanziaria, la ripresa si basa essenzialmente sulla solidità dei mercati finanziari, che non si è ancora pienamente ristabilita. Anche un nuovo accentuarsi degli squilibri globali potrebbe ripercuotersi negativamente sulle prospettive europee di crescita. Nonostante apparenti segni di stabilizzazione, secondo le previsioni la situazione del mercato del lavoro resterà debole. Sviluppi su questo fronte saranno di importanza fondamentale per il processo di ripresa nell’Ue e potrebbero essere una fonte potenziale di errori di sopravvalutazione o sottovalutazione, anche a seconda dell’efficacia delle misure politiche. D’altra parte il rimbalzo in atto sui mercati emergenti e la conseguente ripresa degli scambi commerciali potrebbe incentivare ulteriormente l’economia dell’Ue, al di là delle attuali previsioni. La recente ripresa della fiducia (soprattutto verso il settore manifatturiero) fa pensare, nel breve termine, alla possibilità di sviluppi più favorevoli del previsto. Un esito positivo dell’operazione di aiuto finanziario alla Grecia potrebbe accrescere la fiducia degli investitori e dei consumatori. Anche i rischi che gravano sulle prospettive d’inflazione sembrano nel complesso compensarsi.  
   
 

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