GIUSTIZIA ITALIANA: LA DUPLICAZIONE ILLECITA È SEMPRE REATO
Lo scorso 29 aprile la Corte d’Appello del distretto di Caltanissetta ha riformato parzialmente la decisione del giudice di primo grado che aveva condannato il responsabile di centinaia di supporti audiovisivi risultati abusivamente duplicati e sprovvisti del contrassegno della Siae. In conformità alla sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’8 novembre 2007, che aveva stabilito la temporanea inapplicabilità in Italia della norma penale che sanziona la mera mancanza del contrassegno della Siae su supporti audiovisivi, l’imputato è stato assolto dalla predetta Corte d’Appello in relazione alla contestazione riferita alla sola mancanza del contrassegno. L’obbligatorietà del contrassegno Siae è stata nuovamente statuita con il Decreto del Presidente del Consiglio del Ministri n. 31 del 23 febbraio 2009. La Corte, invece, ha confermato la condanna ad 8 mesi ed Euro 2.000 di multa per l’abusiva