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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Maggio 2010
 
   
  DIRITTI UMANI NEL MONDO: È POSSIBILE MISURARE I PROGRESSI?

 
   
  Bruxelles, 18 maggio 2010 - Qual è lo stato di salute della democrazia e dei diritti umani nel mondo? Ogni anno l´Ue pubblica un rapporto che esamina la situazione dell´anno precedente e il ruolo giocato dall´Europa per la tutela dei diritti. Con il Trattato di Lisbona, l´Unione acquisisce nuovi poteri in materia di politica estera. Ma saprà trasformarli in un´azione più efficace e incisiva a favore di chi soffre discriminazioni e abusi? Ne hanno discusso ieri i deputati della sotto-commissione per i Diritti dell´uomo. L´azione dell´Ue per la tutela dei diritti e della democrazia nel mondo ha a sua disposizione un ampio raggio di strumenti: dai finanziamenti alle Ong per progetti sul campo (238 milioni per oltre 900 progetti in 100 paesi nel 2009), al dialogo con gli Stati stranieri, e la mediazione fra governi e attivisti dei diritti umani. Commissione e Consiglio hanno presentato il 10 maggio il rapporto 2009, evidenziando le attività del´´Ue a favore della democrazia e dei diritti. Ma i parlamentari restano critici: "Il Parlamento ha già prodotto reazioni importanti ai rapporti degli anni precedenti. L´ultimo chiedeva al Consiglio e alla Commissione di creare indicatori specifici e quantificabili per misurare l´efficacia delle azioni Ue" - ha affermato la presidente della sotto-commissione per i diritti umani Heidi Hautala, dei Verdi - " Ma i risultati rimangono vaghi. Nel rapporto non si dice molto dei progressi rispetto agli anni precedenti". D´accordo la collega del Ppe Laima Liucija Andrikienė, vice presidente della sotto-commissione: "Servono target misurabili paese per paese, in modo che alla fine dell´anno possiamo capire che cosa abbiamo ottenuto, valutare se la situazione in alcuni paesi è migliorata, e se i soldi dei contribuenti europei sono stati ben spesi. Nel rapporto manca la valutazione". La Andrikienė, pur riconoscendo che "il rapporto è uno dei più importanti, se non il più importante, sullo stato dei diritti umani nel mondo", ha poi criticato gli Stati membri Ue, che "nei forum internazionali, come il Consiglio per diritti umani dell´Onu, si dividono, facendo il gioco dei nostri opponenti". La rappresentante della Commissione europea Veronique Arnaud, rispondendo alle osservazioni dei parlamentari, ha ricordato che con il Trattato di Lisbona i diritti umani ricadono sotto le competenze dell´Alto rappresentante e del Servizio di azione esterna: "i diritti dell´uomo dovrebbero diventare un pilastro della politica estera comune, e il Parlamento avrà più voce in capitolo", ha concluso. La risposta del Parlamento al rapporto 2009 sarà adottata durante la plenaria di dicembre 2010. A giugno, si terrà una discussione in Aula con l´Alto Rappresentante Catherine Ashton.  
   
 

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