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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Novembre 2006
 
   
  UNA NUOVA FONDAZIONE PER FERMARE LA FUGA DI CERVELLI

 
   
  Bologna, 14 novembre 2006 - I cervelli italiani fuggono ma a volte possono anche ritornare. E´ il caso del professore e oncologo napoletano Antonio Giordano, da molti anni residente negli Stati Uniti dove dirige il centro di ricerca Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine presso la prestigiosa e antica Temple University di Filadelfia. Giordano ha presentato a Com-pa, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica, dei Servizi al Cittadino e alle Imprese, la Human Health Foundation (Hhf), la nuova fondazione per la salute da lui fondata e diretta che ha sede a Terni e grazie alla quale molti giovani ricercatori italiani potranno restare a lavorare in Italia. La fondazione, sostenuta dalla Banca Popolare di Spoleto, mira alla valorizzazione della ricerca scientifica nel campo delle biomedica e delle scienze affini, al riconoscimento delle professionalità e delle specializzazioni per la prevenzione, la diagnosi e la cura di malattie a forte diffusione sociale. Grazie a Hhf, che sarà attiva entro la prossima estate, almeno 50 ricercatori potranno partecipare ad un importante progetto di ricerca sul cancro alla mammella. La fondazione collaborerà con la Sbarro Institute di Filadelfia che oltre a finanziarla la doterà di una sostanziosa parte del proprio know how e della propria tecnologia. A Com-pa Antonio Giordano, ha sottolineato che tutti i fondi raccolti da Hhf saranno monitorati e controllati e che massimo impegno e responsabilità etica saranno dedicati nella loro distribuzione ai ricercatori. "Le spese amministrative saranno contenute al massimo e la gestione sarà trasparente". Ottenere un fondo di ricerca si è dimostrato un problema per molti ricercatori italiani ciò ha generato una "fuga di cervelli" (dottorandi e ricercatori) verso gli Stati Uniti. "Spesso i finanziamenti privilegiano solo alcuni centri di ricerca, generando oasi nel deserto - ha detto Antonio Giordano - la nostra speranza è di migliorare questa situazione seguendo un percorso giusto ed equilibrato, basato sull´iniziativa e sul merito". "In Italia la politica non investe abbastanza nella scienza e nello sviluppo della tecnologia - ha concluso Giordano - e anche la comunicazione deve contribuire alla diffusione della cultura scientifica abbandonando l´approccio sensazionalistico che quasi sempre la caratterizza". A questo proposito il professore napoletano ha paragonato la ricerca genetica ad una lingua: "Fino ad ora noi scienziati abbiamo identificato le parole e adesso ne stiamo costruendo il vocabolario, imparando le regole grammaticali e la sintassi. Il fine ultimo è quello di aggiungere nuovi capitoli alla storia della vita". Antonio Giordano è nato a Napoli e ha 43 anni, ma risiede da molti anni negli Stati Uniti, a Filadelfia dove dirige lo Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine e il Centro di biotecnologia della Temple University. Ma dove ha soprattutto scoperto diversi geni anti-cancro. A lui si deve, in primo luogo, una delle più importanti scoperte degli ultimi anni nel campo della ricerca contro il cancro: l´individuazione e la clonazione, nel 1993, di un nuovo gene oncosoppressore, l´Rb2/p130, che ha una funzione di primaria importanza nel ciclo cellulare controllando la corretta replicazione del Dna e prevenendo essenzialmente l´insorgenza del cancro. Di recente, la rivista Cancer Research ha pubblicato un altro suo studio che fa compiere decisi, e probabilmente decisivi passi in aventi nella lotta contro i tumori al polmone. Autore di decine di pubblicazioni scientifiche e detentore di tredici brevetti internazionali, il suo laboratorio in Pensylvania accoglie molti ricercatori italiani. Oltre ad essere il presidente del Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine, Antonio Giordano da un paio di anni insegna anatomia patologica anche all´Università di Siena. .  
   
 

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