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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Maggio 2010
 
   
  «UGUAGLIANZA E LIBERTÀ, È LA TOSCANA CHE GUARDA AL FUTURO» IL PRESIDENTE ENRICO ROSSI A GREVE AD UN INCONTRO SULL´INTEGRAZIONE SOCIALE I TEMPI SONO MATURI PER LA LEGGE SUL DIRITTO DI CITTADINANZA

 
   
  Firenze, 20 maggio 2010 - «Ci sono due parole che qualcuno non capisce più, o forse ha dimenticato, che mi sembra si adattino in maniera perfetta all´incontro di stasera: uguaglianza e libertà. Dobbiamo trovare il coraggio di ripartire da questi valori fondamentali, gli stessi che hanno animato i nostri padri quando hanno costruito luoghi di associazione come le Case del Popolo o hanno dato vita ai partiti popolari». E´ un Enrico Rossi che segue con attenzione il dibattito sui temi dell´integrazione sociale nel territorio chiantigiano, organizzato dal Comune di Greve dopo le recenti polemiche legate alla richiesta di un luogo di culto da parte della locale comunità musulmana. Una richiesta, ricorda il sindaco Alberto Bencistà, arrivata a margine di un incontro istituzionale con la comunità marocchina, avvenuto un anno fa. Marocchini, ma anche albanesi, kosovari, rumeni; qui la presenza straniera è molto forte e occupa un posto importante dell´economia chiantigiana, soprattutto in agricoltura ed edilizia. Lavorano sodo, pagano le tasse: a loro, conclude Bencistà, va riconosciuta pari dignità di uomini e lavoratori. Il presidente della Regione, dopo avere ascoltato le storie raccontate dai cittadini immigrati (Khadija, marocchina, vive a Greve da venti anni, incoraggia i connazionali a non chiudersi in gruppi, a studiare bene l´italiano e a compiere ogni passo necessario per una vera integrazione), ha parole di ringraziamento per i tanti cittadini che ieri sera hanno affollato l´incontro presso la Casa del Popolo grevigiana: «Una serata, bella, vera, commovente. Una prova vigorosa di democrazia. Noi siamo questo e questa è la vera Toscana di cui siamo orgogliosi e che ci trasmette fiducia nel futuro. Inutile negarlo: c´era un´attenzione particolare su Greve. Si può dire che la pro va è stata superata, che oggi abbiamo messo un mattone e che si comincia a delineare una strada. Stasera abbiamo capito che sono i circoli, con le loro specificità, ad avere un ruolo fondamentale nel processo di integrazione delle comunità straniere, come nel caso della Casa del Popolo di Greve, che ha risposto alla richiesta di un luogo di culto offrendo alla comunità musulmana una sala del circolo. Purtroppo non potrò andare in tutte le oltre 1.200 Case del Popolo della Toscana, ma vorrei dire che è qui, in serate come questa, che si fa la politica vera, non nei talk show televisivi». «Il problema immigrazione esiste - continua Rossi –, inutile far finta di niente: è serio e non basta la parola solidarietà per affrontarlo. Il processo migratorio è un dato ineludibile: in un mondo globalizzato tutto è in movimento, le merci come gli uomini. Dobbiamo non farci trovare impreparati ed esse re pronti ad accogliere, perché esistono grandi potenzialità e prospettive straordinarie per un mondo che riconosce un solo genere, il genere umano». Rossi citando i dati della Caritas, ricorda che i musulmani in Toscana sono circa 150mila. «E´ impensabile che si possa negare loro il diritto di culto. Qualcuno ha detto: “noi non dovremmo lasciarci indietro nessuno”. E´ vero, questi processi si compiono comprendendo tutti, perché chi rimane attardato può essere preda della paura e compiere azioni inconsulte. In Toscana, su 33mila bambini nati nel 2009, 8mila sono figli di immigrati. Una regione come la nostra può permettere che gli adulti un giorno raccontino a questi bambini che non gli è stato concesso il diritto ad avere un luogo di culto? Così facendo costruiremmo un futuro pieno di tensioni». «Stasera esco animato dalla Casa del Popolo di Greve – dice il presidente Rossi - e sono ancora più convinto che possa esserci una crescita democratica e collettiva attraverso una discussione con chi ha opinioni diverse: bisogna parlare con tutti e convincere tutti che l´integrazione è possibile ed è indispensabile riconoscere la dignità delle persone. I tempi sono maturi perché il Parlamento si decida a fare la legge sul diritto di cittadinanza. Quando ero sindaco di Pontedera, rimasi colpito dalla vicenda di un ragazzo di origine etiope, nato in Italia, studente modello delle nostre scuole, che in gita verso la Francia con la sua classe fu bloccato alla frontiera e rispedito a casa perché non aveva la cittadinanza italiana. Non ce l´aveva allora e chissà se ce l´ha adesso. Com´è possibile che questo accada? Com´è possibile che quegli 8mila bambini che nascono in Toscana non diventino subito cittadini italiani? Per questo dico che il Parlamento deve fare qualcosa, una legge che riconosca i diritti po litici dei figli degli immigrati che nascono qui, diritto di cittadinanza e diritto di voto». E poi un accenno ad un punto caldo dell´immigrazione in Toscana. «A me non convince quello che sta succedendo a Prato, dove vive una comunità straniera molto chiusa e dove vige un´illegalità diffusa. Credo si debba intervenire chiedendo il rispetto della legge, ma rimuovendo al tempo stesso le cause che portano a delinquere, attraverso un processo di integrazione nuovo, molto forte, che coinvolga i lavoratori del tessile, italiani e stranieri. E´ la nostra proposta, attraverso la quale crediamo che Prato possa svoltare, diventando in un prossimo futuro il centro tessile più importante d´Europa». «Per questo – sottolinea Rossi - alla politica dico che deve essere più vigile nel seguire queste situazioni, facendo la massima attenzione a non creare comunità chiuse. Il confronto deve portare all´integrazione. Possiamo non avere paura del futuro se riusciamo a far leva sulla nostra capacità democratica. Da questo punto di vista le Case del Popolo hanno una missione di solidarietà, la stessa di quando nel dopoguerra questo patrimonio è stato costruito dai nostri padri. E per tutta la comunità, sia i residenti storici che gli immigrati, il riferimento d´obbligo è la Costituzione: un rispetto che deve essere chiesto a tutti, con semplicità e rigore”. «Permettetemi infine di dispiacermi», è la conclusione divertita di Rossi. «Mi dispiace per quelle persone che si aspettavano una realtà diversa, stasera, uno spettacolo fatto di polemiche ed insulti: mi dispiace, ma sono proprio loro ad essere distanti dalla realtà».  
   
 

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