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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Novembre 2006
 
   
  SETTORE FARMACEUTICO E SVILUPPO ECONOMICO DEL PAESE: UN CONTRIBUTO DIMENTICATO UNA RICERCA DELL´UNIVERSITÀ BOCCONI SU UN CAMPIONE DI DODICI AZIENDE FARMACEUTICHE ITALIANE NE EVIDENZIA IL FORTE CONTRIBUTO ALL´OCCUPAZIONE, ALLA RICERCA E ALL´INTERNAZIONALIZZAZIONE LA FINANZIARIA INVECE LE METTE FUORI DALLA COMPETITIVITÀ INTERNAZIONALE.

 
   
   Milano, 14 novembre 2006 – I Professori Guido Corbetta e Mario Minoja, del Centro di Ricerca Imprenditorialità e Imprenditori (Enter) dell´Università Commerciale Luigi Bocconi, hanno realizzato una ricerca su Abiogen, Acraf, Alfa Wassermann, Bracco, Chiesi, Dompé, Italfarmaco, Menarini, Recordati, Rottapharm, Sigma-tau e Zambon, con l´obiettivo di identificare il loro contributo al Paese in termini di occupazione, crescita, innovazione, reputazione e di identificare le condizioni istituzionali e di contesto più idonee a promuovere la loro competitività e la loro capacità di offrire al Paese ulteriori contributi. La ricerca evidenzia il determinante contributo di tali aziende farmaceutiche italiane alla crescita dell´economia del Paese, con una forte propensione all´internazionalizzazione e con un impegno continuo ed importante nella ricerca. La crescita economica media delle dodici aziende campione è stata dal 2001 al 2005 del 7,7%, il numero di addetti (pari a 30. 985) nello stesso periodo ha visto un incremento totale del 21,3%, a fronte del dato totale dell´industria italiana che è stato del 5%. Rilevantissimo l´impegno in ricerca, che ha visto 1´8,8% del fatturato investito in Ricerca & Sviluppo, contro una media globale dell´intero comparto industriale pari all´1 %. Il numero medio annuo di richieste di brevetti all´Ufficio Europeo per questo gruppo di aziende è quasi triplicato nel periodo 1991 – 2003 rispetto al periodo 1980 – 1990. Le dodici aziende, pur mantenendo tutte gli headquarters in Italia, dispongono di 197 insediamenti all´estero, oltre ai 76 in Italia, costituiti da filiali, stabilimenti e centri di ricerca. La ricerca condotta dai Professori Corbetta e Minoja sottolinea infine che l´impegno delle dodici aziende farmaceutiche italiane ha permesso lo sviluppo di tecnologie produttive d´eccellenza, la creazione di un "indotto" di elevato livello qualitativo, la creazione di un valore aggiunto di oltre 2,7 miliardi di Euro nel 2004. Nell´analisi finale dellà ricerca, i Professori Corbetta e Minoja invitano a concepire il settore farmaceutico come settore strategico per il Paese affermando che "pur nella consapevolezza dell´esigenza di razionalizzare il consumo dei farmaci, occorre concepire il settore farmaceutico e, nel suo ambito, le imprese a controllo italiano, nonché le multinazionali estere, con insediamenti produttivi e di ricerca in Italia, come un settore strategico da sviluppare e non come un´area di spesa pubblica da ridurre. In tale prospettiva, è auspicabile l´eliminazione, o almeno il ripensamento, del tetto ad "hoc" alla spesa farmaceutica". Invece l´ultima Finanziaria decreta tagli per 1,2 miliardi al comparto dell´industria farmaceutica, un provvedimento che fa lanciare un grido di allarme a tutti gli industriali del settore e che viene esaminato assai criticamente dagli economisti. A questo proposito il Professor Giuliano Cazzola ha ricordato che: "è rimasto nell´ombra un vero e proprio misfatto compiuto, ancora una volta, ai danni dell´industria farmaceutica, alla quale viene imposto, attraverso una serie di misure, un taglio del prezzo dei farmaci superiore, nel complesso, a due miliardi di Euro. Si tratta della riconferma di una politica di contenimento forzoso della spesa farmaceutica convenzionata, iniziata nel 2001 per fronteggiare gli effetti destabilizzanti derivanti dalla sciagurata abolizione dei ticket. In sostanza da allora i Governi (anziché ripristinare un equilibrato sistema di compartecipazione dei cittadini utenti) hanno preferito instaurare un regime dirigistico di stampo sovietico ai danni della sola industria del farmaco, rinunciando alle prospettive di sviluppo e di qualificazione del mercato del lavoro (elevato è il numero dei ricercatori impiegati)". Il dottor Alberto Chiesi, Coordinatore del Gruppo Aziende a controllo italiano di Farmindustria e Presidente del Gruppo Chiesi, ha illustrato una serie di proposte per il riassetto del settore in un´ottica di politica industriale per lo sviluppo in termini di ricerca ed internazionalizzazione, nel rispetto della razionalizzazione e della sostenibilità della spesa farmaceutica "tutte le decisioni nella politica industriale farmaceutica devono essere prese a livello del Governo centrale (autorizzazioni all´immissione al commercio, definizione dei prezzi, politiche di rimborso), per poter fornire al comparto industriale uno scenario certo, definito, omogeneo. Le Regioni dovrebbero concentrarsi nelle politiche di appropriatezza. Occorre incentivare la ricerca e l´innovazione fatta in Italia attraverso crediti d´imposta automatici e accordi di sviluppo con le aziende che investono. In controllo della spesa deve essere perseguito con l´appropriatezza delle prescrizioni e con un sistema di co-pa yment graduato e con le opportune esenzioni". Commentando i risultati della ricerca, ed analizzando i recenti provvedimenti, il Vicepresidente di Farmindustria e Presidente del Gruppo Menarini, dottor Alberto Aleotti, ha dichiarato che "L7talia, con /e politiche del/´u/timo quinquennio, sta mettendo per legge il settore farmaceutico fuori da//a competitività internazionale. Come possiamo competere con /e altre aziende internazionali se in Italia operiamo con prezzi, cioè ricavi unitari, inferiori a quelli europei di o/tre il 30%, cioè se abbiamo i/ 30% in meno di risorse da investire? Vi sono settori industriali /n Italia messi fuori competizione dai bassi costi del Paesi asiatici, mentre i/ farmaceutico, che è í/ settore del futuro nelle economie occidentali, è messo fuori competizione da/le leggi italiane. Questo è un suicidio per i/ Paese! Paese che ha già perso in passato, con politiche miopi, í grandi nomi storici della farmaceutica Carlo Erba-farmitalia, Lepetit, Schiapparelli e tante a/tre, e che oggi condanna a/ medesimo destino aziende che hanno mostrato concretamente í/ /oro valore per l´economia e l´occupazione´´.
Aziende italiane passate ad aziende straniere a causa dei prezzi fissati d´imperio e bloccati metodicamente
Azienda Italiana Anno di Acquisizione
1 Lepetit (a) 1967
2 De Angeli 1973
3 Manetti Roberts 1983
4 Zambeletti 1984
s Isf (Italseber) 1984
6 Pierrel 1984
7 Neopharmed 1984
8 Maggioni 1985
9 Lpb Ist. Farmaceutico (Lp Braglia) 1985
io , Ravizza 1986
11 Schiapparelli 1988
12 Sigurta 1988
13 Sclavo 1988
14 Bioresearch 1989
15 Camillo Corvi 1989
16 Simes 1991
17 Farmitalia (b)- Carlo Erba 1993
18 Formenti 1996
19 Gentili (c) 1997
20 Farmila 1997
21 Poli Industria Chimica 1998
22 Crinos 2002
23 Vister Nd
a) Scoperta di valore mondiale: Rifampicina, fondamentale per la cura della Tubercolosi.
b) Scoperta di valore mondiale: Adriamicina, antitumorale di uso estensivo.
c) Scoperta di valore mondiale: Alendronato, per la cura dell´Osteoporosi.
Fonte dati: Ims, Ims Company Ranking 1977-1981, Internet
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