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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Giugno 2010
 
   
  PROGETTO A.M.O.R.E. ESSERE MAMME OGGI E´ POSSIBILE ANCHE DOPO UN TUMORE AL SENO

 
   
  Torino, 1 giugno 2010 - Essere giovani e combattere il tumore può essere una sfida difficile, ma con il progetto nazionale denominato A.m.o.r.e. (cArcinoma della Mammella nelle Giovani donne e pRoblematiche correlate alle gravidanzE) anche vivere scelte importanti come la gravidanza è possibile. Questo il messaggio fondamentale del progetto A.m.o.r.e. A favore delle giovani pazienti di tumore al seno che intendano vivere anche la loro vita di mamme. Il progetto è stato presentato a Torino a stampa, cittadini, associazioni, personale medico ed infermieristico nel corso di un convegno medico- scientifico e di una tavola rotonda aperta al pubblico in chiusura di giornata. Una sanità dunque più a misura delle esigenze del paziente che non si confronta solo con le patologie ma che valuta a 360 gradi la Persona e le Sue esigenze. “Oggi se c’è prevenzione le donne possono tutelare la loro capacità procreativa. Tra le varie patologie,” dice il dott. Piero Sismondi, Presidente del convegno” il cancro della mammella rappresenta ancora oggi, nonostante i molteplici progressi nel campo della prevenzione, diagnosi e trattamento, un evento tra i più traumatici. In particolare il cancro della mammella in giovane età si presenta con caratteristiche biologiche più aggressive e questo richiede il ricorso a trattamenti più impegnativi, nonché l’integrazione delle varie strategie di trattamento (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, terapia endocrina). Attualmente è possibile trattare la neoplasia preservando il desiderio di maternità”. La scelta del trattamento in questo gruppo di età deve considerare non solo i comuni effetti della malattia e delle terapie, quali gli esiti spesso invalidanti degli interventi chirurgici, il dolore, la nausea e il vomito, l’anoressia, l’alopecia e l’astenia, ma anche le conseguenze del trattamento sulla fertilità. La capacità riproduttiva è una risorsa sia per l’aspetto strettamente procreativo, sia per le conseguenze psicologiche e fisiche. La paziente giovane che non ha ancora terminato il suo progetto riproduttivo è molto più fragile nelle sue scelte e deve essere valutata anche e soprattutto in questa ottica quando le si propone un trattamento precauzionale. Il progetto A.m.o.r.e. Nasce a livello nazionale con una serie di incontri regionali e locali per approfondire questo tema. L’idea di base da trasferire è che l’oncologo debba valutare il rischio di infertilità legato ai trattamenti oncologici, informare dettagliatamente la paziente di tale rischio ed effettuare la scelta terapeutica più adeguata in relazione al desiderio della paziente. Sarebbe auspicabile, inoltre che in ogni sala d’attesa di Oncologia Medica fosse esposto un apposito decalogo, che aiuti le giovani pazienti a manifestare le proprie problematiche e paure e che sia di monito e ricordo quotidiano per gli oncologi medici e per tutto il personale sanitario interessato. La diagnosi di cancro della mammella è senza dubbio un evento dirompente e traumatico per qualsiasi donna, tuttavia le donne in giovane età sembrano riscontrare alcune difficoltà specifiche, in parte differenti dalle donne in età matura o avanzata: problemi lavorativi, attenzione per l’immagine fisica e il benessere personale, progettualità futura, desiderio di maternità, presenza di figli piccoli, - problemi sessuali. Sembra inoltre che lo stress psicologico vissuto dalle donne giovani sia più intenso. Tutti questi aspetti costituiscono una sfida ulteriore per l’Oncologo, che si trova ad affrontare una situazione specifica più complessa, e necessità di affinare i propri strumenti comunicativi e le capacità empatiche. I Dati - Il cancro non determina in genere infertilità (escluse le neoplasie dell’apparato genitale); non è in genere una malattia trasmissibile geneticamente (salvo rare eccezioni); i trattamenti antitumorali possono determinare riduzione della fertilità in entrambi i sessi (per le donne l’età , il tipo di trattamento e la durata e la quantità di farmaco somministrata sono i fattori critici, per gli uomini lo sono il tipo e la durata del trattamento). Sono necessari ulteriori studi ma è importante che i pazienti siano, proprio per questo, affiancati sempre dal team medico a loro supporto. La radioterapia erogata sulle gonadi determina un rischio di sterilità permanente dose dipendente. Tutti i pazienti che non abbiano ancora completato il proprio percorso riproduttivo devono essere informati del rischio di infertilità collegato alle terapie oncologiche ed è necessaria una campagna di valutazione dell’attitudine ed una apposita sensibilizzazione degli oncologi medici italiani sull’argomento. Esiste infatti la possibilità di preservare il patrimonio germinale prima delle terapie (per la donna tramite criopreservazione ovarica o ovocitaria, per l’uomo tramite criopreservazione dello sperma). Sarebbe auspicabile un registro dei centri qualificati per entrambe le procedure e dei protocolli in corso. Esistono protocolli in corso per valutare l’impatto di terapie concomitanti alla chemioterapia, che riducano la tossicità gonadica del trattamento (Lhrh analogo nelle donne). La gravidanza o la paternità dopo diagnosi di cancro non sembrano peggiorare la prognosi anche delle pazienti affette da tumori endocrino responsivi (necessario continuare la raccolta dati prospettica per valutare l’impatto sui diversi tipi istologici e le diverse caratteristiche biologiche di ciascuna neoplasia). E’ indispensabile istituire registri prospettici che valutino gli esiti dei trattamenti sulla fertilità (sia maschile che femminile, coinvolgere anche gli ematologi e gli oncoematologi pediatri) ed istituire un registro nazionale sotto l’egida Aiom in cui vengano registrati tutti gli eventi gravidici che coinvolgano pazienti affetti da tumore ( gravidanze o paternità dopo diagnosi e terapia, diagnosi di tumore in corso di gravidanza). Decalogo – elaborato dagli esperti del progetto A.m.o.r.e. I Il cancro non determina in genere infertilità (escluse le neoplasie dell’apparato genitale). Ii Il cancro non è in genere una malattia trasmissibile geneticamente (salvo rare eccezioni). Iii I trattamenti antitumorali possono determinare riduzione della fertilità in entrambi i sessi (per le donne l’età , il tipo di trattamento e la durata e la quantità di farmaco somministrata sono i fattori critici, per gli uomini lo sono il tipo e la durata del trattamento. Sono necessari ulteriori studi). Iv La radioterapia erogata sulle gonadi determina un rischio di sterilità permanente dose dipendente. V Tutti i pazienti che non abbiano ancora completato il proprio percorso riproduttivo devono essere informati del rischio di infertilità collegato alle terapie oncologiche (è necessaria una campagna di valutazione dell’attitudine e una sensibilizzazione degli oncologi medici italiani sull’argomento). Vi Esiste la possibilità di preservare il patrimonio germinale prima delle terapie (per la donna tramite criopreservazione ovarica o ovocitaria, per l’uomo tramite criopreservazione dello sperma. Sarebbe auspicabile un registro dei centri qualificati per entrambe le procedure e dei protocolli in corso). Vii Esistono protocolli in corso per valutare l’impatto di terapie concomitanti alla chemioterapia, che riducano la tossicità gonadica del trattamento (Lhrh analogo nelle donne). Viii La gravidanza o la paternità dopo diagnosi di cancro non sembrano peggiorare la prognosi anche delle pazienti affette da tumori endocrino responsivi (necessario continuare la raccolta dati prospettica per valutare l’impatto sui diversi tipi istologici e le diverse caratteristiche biologiche di ciascuna neoplasia). Ix E’ indispensabile istituire registri prospettici che valutino gli esiti dei trattamenti sulla fertilità (sia maschile che femminile, coinvolgere anche gli ematologi e gli oncoematologi pediatri). X E’ indispensabile istituire un registro nazionale sotto l’egida Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) in cui vengano registrati tutti gli eventi gravidici che coinvolgano pazienti affetti da tumore (gravidanze o paternità dopo diagnosi e terapia, diagnosi di tumore in corso di gravidanza).  
   
 

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