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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Novembre 2006
 
   
  CENTRO DI RICERCA IMPRENDITORIALITÀ E IMPRENDITORI (ENTER) – UNIVERSITÀ L. BOCCONI, SETTORE FARMACEUTICO E SVILUPPO ECONOMICO DEL PAESE: IL CONTRIBUTO DELLE AZIENDE A CONTROLLO ITALIANO

 
   
   Milano, 14 novembre 2006 - Executive Summary - Indice: I. Obiettivo della ricerca. - 2. Le dodici aziende del campione e il settore farmaceutico italiano. - 3. Il contributo delle dodici aziende a controllo italiano allo sviluppo economico del Paese. - 4. Le condizioni istituzionali per la crescita e la competitività delle imprese farmaceutiche operanti in Italia. 1. Obiettivo della ricerca - La ricerca si propone l´obiettivo di identificare il contributo che le principali aziende farmaceutiche a controllo italiano hanno fornito al Paese in termini di occupazione, crescita, internazionalizzazione, innovazione e reputazione e di identificare le condizioni istituzionali e di contesto più idonee a promuovere la loro competitività e la loro capacità di offrire al Paese ulteriori contributi.
2. Le dodici aziende del campione e il settore farmaceutico italiano
Anno 2005 Fatturato (€/milioni) Numero di addetti
Abiogen 73 366
Acraf (a) 398 1. 726
Alfa Wassermann 215 1. 050
Bracco 1. 016 3. 270
Chiesi 565 2. 753
Dompé 308 850
Italfarmaco 358 1. 578
Menarini 2. 233 11. 698
Recordati 576 1. 946
Rottapharm 273 1. 095
Sigma-tau 675 2. 364
Zambon 478 2. 289
Totale 7. 168 30. 985
(a) Dati riferiti al polo farmaceutico del gruppo Angelini.
Anno 2005 Campione Totale Italia (a) Confronto
Fatturato (€/milioni) 7. 168 16. 400 43,7%
N°di addetti 30. 985 74. 000 41,9%
N°di addetti R&s (b) 2. 670 5. 380 49,6%
Spese R&s (€/milioni) (b) 545 940 58,0%
Spese R&s/fatturato 7,6% 5,7% -
Vendite all´Estero 3. 701 (c) 9. 350 (d) 39,6%
Vendite all´Estero / fatturato 51,6% 57,0% -
(Fonti: i dati del campione sono quelli consolidati delle 12 aziende italiane, mentre i dati del
totale Italia sono desumibili daqli "Indicatori Farmaceutici" di Farmindustria).
(a) Si fa riferimento alle specialità medicinali (a prezzi ex fabrica), con esclusione delle sostanze di base. (b) Diversamente dal dato "totale Italia" il dato del campione comprende anche le spese e gli addetti alla R&s presso le consociate estere. (c) Diversamente dal dato "totale Italia" il dato del campione include, oltre alle esportazioni, anche le vendite effettuate dalle consociate estere nei rispettivi mercati locali. (d) Comprende l´export verso le case-madre. 3. Il contributo delle dodici aziende a controllo italiano allo sviluppo economico del Paese - Il contributo fornito dalle 12 aziende del campione allo sviluppo economico del Paese è stato analizzato sotto quattro profili: a) crescita economica; b) internazionalizzazione; c) innovazione; d) valore aggiunto prodotto.
a) Crescita economica
Fatturato Crescita totale 2001-2005 Crescita media annua
Totale aziende del campione 34,3% 7,7%
Totale settore farmaceutico Italia 21,8% 5,1%
Totale industria Italia 5,3% 1,3%
Numero di addetti Crescita totale 2001-2005 Crescita media annua
Totale aziende del campione 21,3% 4,9%
Totale settore farmaceutico Italia 5,2% 1,3%
Totale industria Italia 5,0% 1,2%
(Fonti: bilanci aziendali; "Indicatori Farmaceutici" di Farmindustria; Istat)
b) Internazionalizzazione - i) Export Le dodici aziende hanno effettuato nel 2005 vendite all´estero (esportazioni e vendite tramite consociate estere) per circa 3,7 miliardi di Euro, che rappresentano il 51,6% del fatturato totale. Ii) Accordi internazionali - Le dodici aziende del campione, dal 1999 al 2005, hanno stipulato 457 accordi con partner internazionali (in media 38,1 per azienda) Di undici delle dodici aziende sono disponibili i dati relativi ai tipi di accordi:
Licensing-in (a) 134 31%
Licensing-out (b) 262 61%
Partnership di R&s 33 8%
Totale 429 100%
(a) Licenze concesse alle imprese del campione di produrre e/o commercializzare farmaci sviluppati da altre imprese. (b) Licenze concesse dalle imprese del campione ad altre imprese di produrre e/o commercializzare farmaci propri. I numerosi accordi di licensing-out evidenziano che le dodici imprese del campione esportano tecnologia e innovazione. Iii) Acquisizioni all´estero - Le dodici aziende del campione, dal 1999 ad oggi, hanno effettuato 22 acquisizioni di aziende estere (in media 1,8 per azienda). Di tali 22 acquisizioni, 20 sono state effettuate nel periodo 1999 — 2004 e rappresentano il 2,5% delle 802 acquisizioni estere compiute, nello stesso periodo, dalle aziende italiane di tutti i settori (fonte: Osservatorio M&a Università Bocconi). Iv) Insediamenti internazionali - Le dodici aziende del campione mantengono tutte gli headquarters (Hq) in Italia, ma dispongono di numerosi insediamenti all´estero rappresentati da filiali, siti produttivi e centri di ricerca. Ad oggi si contano 273 insediamenti (di cui 197 all´Estero) in tutto il mondo così ripartiti:
Area Geografica Filiali commerciali Siti produttivi Centri R&s Hq Totale
Europa (U E) 100 12 5 0 _ 117
Europa (non U E) 23 4 2 0 29
Nord America 7 1 3 0 11
Centro e Sud America 13 4 0 0 17
Africa e Medio Oriente 2 1 0 0 3
Asia e Oceania 16 4 0 0 20
Totale estero 161 26 10 0 197
Italia 20 22 22 _ 12 76
Totale generale 181 48 32 12 273
c) Innovazione i) Brevetti - Un indicatore del contributo all´innovazione e allo sviluppo di competenze delle dodici aziende del campione è rappresentato dal numero di richieste di brevetti europei. Il numero medio annuo di richieste di brevetti all´Ufficio Europeo per ogni singola azienda è quasi triplicato nel periodo 1991 - 2003 rispetto al periodo 1980 - 1990.
1991 - 2003 1980 -1990
Numero di brevetti richiesti 708 217
Numero medio per azienda all´anno 4,54 1,64
Nei primi sei mesi del 2005 il numero medio mensile di richieste di brevetti inoltrate dalle dodici aziende del campione è cresciuto del 43% circa rispetto al 2004 (da 1,01 a 1,44).
2005 Di cui Di cui 2004 Di cui Di cui
(primi sei all´Ufficio all´Ufficio all´Ufficio all´Ufficio
i mesi) Europeo U. S. A. Europeo U. S. A.
Totale richieste 104 51 53 145 63 82
N°medio richieste per azienda 8,7 4,3 4,4 12,1 5,3 6,8
N°medio richieste mensili per azienda 1,44 0,71 0,74 1,01 0,44 0,57
ii) Progetti di ricerca La pipeline dei progetti di ricerca e sviluppo delle dodici aziende comprende, al momento attuale, 181 progetti, con un numero medio per azienda di 15,1.
Fasi: N°totale progetti N°medio per azienda
Preclinica 61 5,1
Clinica 1 28 2,3
Clinica 2 31 2,6
Clinica 3 28 2,3
In registrazione 33 2,8
Totale 181 15,1
A tale pipeline, dalla quale potranno scaturire ulteriori prodotti innovativi frutto della ricerca interna, vanno aggiunti un numero consistente di progetti in fase di early discovery.
iii) Spese in R&s
Spese in R&s (valore in €/milioni) 2005 2004 2003
Totale 545,0 504,3 499,2
Media per azienda 45,4 42,0 41,6
Tasso di crescita 8,1% 1,0%
(Fonte: dati interni aziendali)
Spese in R&s /fatturato (%) Media Media Media
2006-2008 2003-2005 2000-2002
_ (stima)
Media (non ponderata) 9,9% _ 8,8% 8,7%
(Fonte: dati interni aziendali; per il triennio 2006 – 2008 sono disponibili le stime di undici
aziende)
d) Valore aggiunto prodotto - Il valore aggiunto dipende dal numero e dalla rilevanza qualitativa e tecnologica delle fasi del processo produttivo svolto all´interno di un´azienda. Esso, pertanto, tende ad essere tanto più elevato quanto più alto è il livello di qualificazione della manodopera e può essere assunto come un significativo indizio del contenuto tecnologico di un comparto industriale.
Valore aggiunto/"produzione"´ 2004 2003 Media
´99 –´02
12 aziende del campione 43,1% 43,8% 41,8%
Totale settore farmaceutico italiano 29,2% 29,4% 30,7%
Totale industria manifatturiera italiana 22,0% 22,7% 23,2%
L´incidenza del "valore aggiunto" sulla produzione delle aziende farmaceutiche del campione (43,1% nel 2004), inoltre, è significativamente superiore a quella di settori manifatturieri a elevato contenuto tecnologico come la chimica (24,5%) e l´elettronica (21,4%)2. Il contributo allo sviluppo economico del Paese: una sintesi - Dal 1999 le imprese considerate hanno contribuito allo sviluppo del Paese con: la crescita del fatturato (+34,3% tra il 2001 e il 2005); la crescita dell´occupazione (+21,3% tra il 2001 e il 2005); il sostegno all´esportazione e alle vendite all´Estero (circa 3,7 miliardi di euro nel 2005); le acquisizioni all´Estero (22 in sette anni); l´impegno nella ricerca (circa 1´8,8% del fatturato investito in R&s nel triennio 2003-2005); lo sviluppo di tecnologie produttive di eccellenza; la creazione di un "indotto" di elevato livello qualitativo; la creazione di valore aggiunto (oltre 2,7 miliardi di euro nel 2004). 4. Le condizioni istituzionali per la crescita e la competitività delle imprese farmaceutiche operanti in Italia - Guardando al futuro le imprese considerate stanno creando le premesse per un nuovo ciclo di sviluppo perché: prevedono di intensificare gli investimenti in ricerca; dispongono di network di relazioni significative, in Italia e all´Estero, con altre aziende farmaceutiche, università e centri di ricerca; hanno competenze di scouting di progetti promettenti avviati da piccole aziende, laboratori, ricercatori; hanno costruito team imprenditoriali e manageriali di qualità. Il contesto istituzionale può fare molto per accompagnare i piani di sviluppo delle aziende considerate con interventi quali i seguenti. A) Concepire il farmaceutico come settore strategico per il Paese - Pur nella consapevolezza dell´esigenza di razionalizzare il consumo dei farmaci, occorre concepire il settore farmaceutico e, nel suo ambito, le imprese a controllo italiano, nonché le multinazionali estere con insediamenti produttivi e di ricerca in Italia, come un settore strategico da sviluppare e non come un´area di spesa pubblica da ridurre. Tale nuova concezione implica altresì dare il giusto peso al farmaco rispetto al complesso dell´assistenza sanitaria, riconoscendo come l´innovazione nel settore farmaceutico abbia consentito, oltre ad un significativo aumento dell´aspettativa e della qualità della vita, un minor ricorso ad altre più costose prestazioni sanitarie. In tale prospettiva, è auspicabile l´eliminazione, o almeno il ripensamento, del tetto ad "hoc" alla spesa farmaceutica. B) Stipulare un patto per lo sviluppo con le aziende - La stipula di un "patto per sviluppo" fra aziende e Governo richiede: l´impegno delle aziende a investire in ricerca e tecnologie produttive e ad acquisire spazi competitivi anche a livello internazionale; l´impegno del Governo e delle Regioni a evitare provvedimenti improvvisi e frequenti che penalizzano il settore; a coordinare le loro azioni e i loro provvedimenti rivolti al settore; a riconoscere il valore dell´innovazione, nella consapevolezza che il contenuto dell´innovazione oggi è diverso e molto più costoso rispetto a quello di venti o trent´anni fa; a stanziare oggi delle risorse che daranno un ritorno in termini di occupazione, innovazione e gettito tributario in futuro. C) Mettere a punto adeguati incentivi alla ricerca Occorre adeguare il sistema italiano degli incentivi alla ricerca farmaceutica a quello vigente in altri Paesi europei: sia con meccanismi specifici di settore, quali ad esempio finanziamenti e contributi alla ricerca clinica (inclusa la fase Iii) e accordi di programma con premium price; sia con meccanismi volti ad incentivare la ricerca in generale, come quelli basati sulla leva fiscale (in particolare, il credito d´imposta). Quale che sia la forma tecnica degli incentivi, essi dovrebbero essere progettati rispettando due condizioni fondamentali: durata pluriennale (almeno cinque - dieci anni), coerentemente con la lunga durata e la notevole incertezza che caratterizzano strutturalmente la ricerca farmaceutica; stanziamento di risorse sufficienti, in rapporto ai fabbisogni derivanti dagli investimenti in ricerca, a produrre un reale incentivo per le imprese a investire in ricerca. I benefici sul Sistema Sanitario - Il sostegno della ricerca farmaceutica, oltre a favorire la competitività delle imprese impegnate nel confronto internazionale, avrebbe altresì un effetto benefico sul sistema sanitario nazionale: in termini finanziari, in quanto la ricerca clinica affidata dalle imprese a strutture ospedaliere italiane costituirebbe per queste ultime una fonte di risorse importante; in termini di innovazione e di qualità dei servizi, dal momento che la sperimentazione clinica contribuirebbe alla formazione di know - how all´interno degli ospedali, all´attrazione di personale di valore, all´introduzione di terapie innovative. Il tutto con evidenti impatti positivi sul grado di soddisfazione dei pazienti. .
 
   
 

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