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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Giugno 2010
 
   
  PROTEZIONE SENZA FRONTIERE PER LE VITTIME DI VIOLENZA

 
   
  Bruxelles, 10 giugno 2010 - Un´iniziativa fortemente voluta dalla presidenza spagnola dell´Ue, e sostenuta da altri 11 Stati: ora l´idea dell´ordine di protezione europeo, per una tutela delle vittime di violenza senza frontiere, si fa strada anche al Parlamento. L’ 1 giugno la discussione basata sul progetto di rapporto, e un voto consultivo il 22 giugno. Intanto il 4 giugno il Consiglio dei Ministri degli Interni adotterà la sua posizione finale. Oltre 100.000 donne in Europa sono protette da misure nazionali che le tutelano dalla violenza di mariti, conoscenti e sconosciuti. Ma che cosa succede se le persone in questione vogliono spostarsi in un altro paese, magari per rifarsi una vita? Per estendere la protezione nazionale agli altri paesi dell´Ue, 12 Stati membri, fra cui l´Italia, propongono un ordine di protezione europeo. Protezione senza frontiere per le vittime di violenza - "Proteggere le vittime di violenza deve essere una priorità assoluta per l´Ue", ha esordito il presidente della commissione Libertà civili del Parlamento Juan Fernando López Aguilar (S&d, Spagna), che oggi si è riunita insieme alla commissione dei Diritti delle donne per esaminare la questione. L´idea, lanciata da Madrid in occasione del suo semestre di presidenza dell´Ue, sarebbe di istituire il diritto per le vittime di violenza (soprattutto di genere) a essere protette anche all´estero, almeno entro i confini dell´Ue, per evitare che l´aggressore possa colpirle di nuovo. La proposta prevede una protezione non solo delle donne che hanno effettivamente subito violenza, ma anche di quelle che sono ritenute a rischio: si tratterebbe di una misura preventiva, mirata a tenere lontano potenziali aggressori e sfruttatori. "Non esiste violenza privata, il grido delle donne è sempre pubblico", ha affermato una delle due relatrici, la socialista spagnola Carmen Romero López. "Oggi in Spagna ci sono 118.000 ordini restrittivi in vigore. E a livello europeo, potremmo aspettarci fino a 100.000 richieste di protezione oltre confine: questo dà un´idea dell´ampiezza del fenomeno". Le ha fatto eco la sua collega del Partito Popolare, Teresa Jiménez-becerril Barrio, co-relatrice: "L´ordine di protezione europeo si applicherebbe principalmente alle donne vittime di violenza di genere. Ma non possiamo dimenticare altre situazioni: i matrimoni forzati, il traffico di esseri umani, la criminalità organizzata, la violenza sui minori...Quest´iniziativa serve a rendere la protezione automatica, senza obbligare le vittime a rifare la trafila davanti al giudice". Ostacoli politici e legislativi - Ma se le intenzioni sono positive, vari ostacoli legali si interpongono alla realizzazione del progetto: prima di tutto, è difficile stabilire se la questione va considerata come una afferente al diritto penale o civile. La definizione dei reati legati alla violenza di genere è diversa nei 27 paesi Ue, ed è difficile stabilire una base legale comune a livello Ue. In secondo luogo, le misure di protezione per le vittime variano enormemente da un paese all´altro. Come garantire, allora, una protezione equivalente in qualsiasi paese la vittima si trovi? Infine, la definizione della "vittima" e del "rischio": secondo il deputato britannico Timothy Kirkhope (Ecr), "prima di emettere un ordine di protezione europeo, ci deve essere una condanna. Non mi piace l´idea di ´possibile vittima´: detta così, siamo tutti possibili vittime." I Ministri dell´Ue si esprimeranno venerdì 4 giugno. Per il momento, non è ancora chiaro se esiste una maggioranza a sostegno della proposta. La Commissione europea, intanto, ha espresso i suoi dubbi in merito all´iniziativa, e ha promesso di presentare una proposta legislativa più ampia, che si occupi della protezione di tutte le vittime, non solo quelle della violenza di genere, all´inizio del 2011.  
   
 

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