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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Novembre 2006
 
   
  UN PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ASSISTENZA AI TOSSICODIPENDENTI IN CARCERE

 
   
  Torino, 14 novembre 2006 - Con l’intento di migliorare e uniformare in tutte le carceri piemontesi la qualità dell’assistenza ai detenuti tossicodipendenti, l’Assessorato alla tutela della salute e sanità ha siglato con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta un protocollo di intesa che pone le basi per garantire in ogni istituto interventi più omogenei, tempestivi ed efficaci. “In ottemperanza a una legge nazionale - spiega l’assessore Valpreda - nel 2003 le funzioni fino a quel momento svolte dall’amministrazione penitenziaria nei settori della prevenzione e della cura dei detenuti tossicodipendenti sono state trasferite al Servizio sanitario regionale. In seguito a questo passaggio, è stato istituito un tavolo tecnico congiunto, incaricato di definire obiettivi comuni e modalità di collaborazione tra le strutture carcerarie e i Ser. T di riferimento, in modo da assicurare a tutti i carcerati livelli uniformi e più completi di presa in carico da parte dei servizi. Si è così arrivati alla predisposizione di un documento che individua percorsi operativi standard per la diagnosi e per il trattamento dei pazienti”. Il protocollo stabilisce, ad esempio, che al momento dell’ingresso del detenuto in una struttura carceraria, il sanitario dell’istituto effettui immediatamente una prima valutazione circa l’eventuale stato di dipendenza da alcool o droga, sulla base delle dichiarazioni fornite dall’interessato oppure attraverso esami diagnostici volontari. Al detenuto, inoltre, verrà offerta la possibilità di eseguire una serie di screening, dall’Hiv alla tubercolosi. Gli esiti degli accertamenti verranno poi immediatamente comunicati al Ser. T di competenza, perché possa svolgere ulteriori esami e quindi proporre un programma terapeutico-riabilitativo. Ed ancora, per le persone già in cura con terapia sostitutiva al momento della carcerazione, viene prevista la garanzia della continuità assistenziale, così come viene assicurata la pronta assistenza ai soggetti che presentino sintomatologie astinenziali in atto. Infine, il sistema sanitario e quello penitenziario si impegneranno per promuovere all’interno delle carceri attività di informazione e prevenzione sulle dipendenze patologiche, nonché a organizzare programmi di formazione congiunta che vedano la partecipazione interprofessionale di tutti gli operatori coinvolti nella gestione dei detenuti tossicodipendenti. “Considerate le specificità strutturali e organizzative che caratterizzano le diverse sedi - conclude Valpreda - toccherà ora alle direzioni dei singoli istituti concordare con le rispettive Asl di riferimento degli articolati operativi che rendano esecutivo quanto contenuto nel protocollo, anche in termini di individuazione degli spazi e di dotazione della strumentazione indispensabile a un effettivo esercizio degli interventi sanitari concordati. Tutti gli accordi locali verranno poi inviati, per opportuna conoscenza e per eventuali osservazioni, al Tavolo tecnico regionale e al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria. Contestualmente, si continuerà a lavorare per rafforzare anche all’interno dei carceri l’integrazione tra la rete dei servizi pubblici e il privato sociale. In questo senso, il modello a cui guardare è quello già funzionante da anni all’interno delle Vallette di Torino, dove la collaborazione tra gli operatori del Ser. T e la comunità a custodia attenuata Arcobaleno sta dando ottimi risultati in termini non solo di cura, ma anche di reinserimento sociale dei detenuti tossicodipendenti”. .  
   
 

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