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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Giugno 2010
 
   
  LA "DISATTENZIONE RAZIONALE" DI GILLES SAINT PAUL IL DOCENTE FRANCESE SCOMPONE LA TEORIA DELLA RAZIONALITÀ

 
   
  Trento, 7 giugno 2010 - Gilles Saint Paul, il 4 giugno, alla sala della Filarmonica, ha scomposto la teoria della razionalità proponendo la cosiddetta "disattenzione razionale". L´economista, membro del Consiglio di Analisi Economica del Primo Ministro francese, attraverso esempi presi direttamente dalla realtà, ha analizzato le azioni dell´essere umano ed evidenziato che le persone, a differenza di quanto proposto dai modelli classici, non si comportano in modo razionale. Ad introdurre Gilles Saint Paul, il giornalista francese Eric Jozsef, che ha ripercorso le principali tappe della sua carriera. Oltre ad essere nell´entourage del Primo Ministro francese, Saint Paul è, infatti, docente presso la Toulouse School of Economics. Tra i suoi principali lavori quello dedicato al fenomeno immigratorio nel mercato del lavoro e alla politica migratoria del Governo francese. "Tradizionalmente – ha esordito l´economista francese – la teoria economica si basa sull’ipotesi della razionalità, ovvero che alla base dell´agire dell´individuo ci sia un obiettivo preciso, riassunto nel concetto dell’utilità. In altre parole si sceglie la cosa più utile e si è incentivati ad acquisire il maggior numero di informazioni per fare la scelta migliore in quel momento". Questo modello matematico si basa sull´ipotesi che tutte le persone siano dotate della stessa intelligenza, mentre invece, come illustrato da Gilles Saint Paul, molto spesso nemmeno il più bravo degli economisti riesce a risolvere i problemi quotidiani delle persone. È quindi evidente che le teorie economiche hanno poca applicazione nella vita reale: "Secondo i modelli economici standard, coloro che agiscono in modo più saggio sono selezionati dal mercato. Ma questo concetto – ha proseguito Gilles Saint Paul – se può valere per un´azienda che viene eliminata dalla concorrenza, non è detto che valga per i consumatori. È difficile sostenere che per le persone la selezione sia basata sui meccanismi della concorrenza". Allora forse si può fare un passo avanti e affermare che le persone non si comportano secondo i modelli razionali, ma in modo irrazionale. "È quella che si chiama la "disattenzione razionale", un approccio nuovo, nato nel 2000, secondo il quale le persone cercano di fare del proprio meglio ma la capacità di elaborare di ciascuno di loro è limitata, per questo è necessario quantificare i limiti di ogni persona, per poter applicare previsioni efficaci".  
   
 

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