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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Giugno 2010
 
   
  FINANCIAL ILLITERACY: UN LICEO ECONOMICO E SOCIALE PER LENIRE L’IGNORANZA FINANZIARIA

 
   
  Trento, 7 giugno 2010 - L’ignoranza finanziaria condiziona negativamente le scelte economiche. Ora, però, l’economia entra nel liceo e nella scuola italiana. Enrico Castrovilli, presidente dell’Associazione europea per l’educazione economica Italia (Aeee) ha presentato il progetto del liceo economico e sociale: “Un liceo economico e sociale ha visto finalmente la luce con l’approvazione dei Regolamenti lo scorso febbraio, emanati il 15 marzo 2010” ha detto. L’incontro – dal titolo “L’educazione economica a scuola: riflessioni dopo la riforma e dopo la crisi” – ha coinvolto anche Max Brushi, consigliere del ministro Maria Stella Gelmini e promotore del liceo economico lanciato dall’Aeee. “Questo liceo avrà un profilo interdisciplinare – ha precisato -: insegneremo anche la storia, il diritto e la filosofia. Ora partirà un tavolo comune tra Università e scuola per valutare e monitorare il progetto”. Sul tavolo dei relatori altri cinque docenti: Yves Patrick Coleno, ricercatore al Centre de Recherches en Économie Sociale, Università di Perpignan, Roberto Fini, professore di Macroeconomia all´Università di Verona, Emanuela Rinaldi, Università Cattolica di Milano, Francesco Silva, Università di Milano e Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica all´Università di Bologna e presidente dell´Agenzia per le onlus. A moderare il dibattito Gianfranco Fabi, direttore di Radio 24. Alla base delle decisioni economiche c’è l’informazione, la conoscenza. “Educare all’economia è un compito fondamentale per creare un sistema in cui ognuno è protagonista e produttore delle proprie scelte finanziarie” ha precisato in apertura Fabi. Ma se il livello di preparazione finanziaria vincola le scelte individuali, qual è la conoscenza dell’italiano medio? A questa domanda ha risposto Roberto Fini, docente a Verona. “L’informazione economica è scarsa – ha spiegato – lo mostra l’indagine condotta dalla Banca d’Italia, relativa alle conoscenze finanziarie, tecnicamente nota come financial literacy”. Alcuni dati della ricerca tolgono ogni dubbio: il 43% degli intervistati risponde in modo corretto alle domande economiche, ma – come annota Fini – questo significa che il 57% non ha risposto correttamente. In più, il 65% sa leggere un conto corrente, sa calcolare le variazioni del potere d’acquisto del reddito e sa distinguere fra diverse forme di mutuo. Ma, allo stesso modo, il dato mostra che il 35% non lo sa fare. “La financial illiteracy produce effetti fortemente negativi nelle scelte economico-finanziarie dei soggetti” ha spiegato Fini. Ora potremmo chiederci per quale ragione l’italiano medio ha una scarsa dimestichezza con la finanza. A questo proposito Rinaldi ha presentato uno studio su “Famiglia italiana e financial literacy”. “Ne emerge che uno dei compiti rilevanti per formare le nuove generazioni spetta alle famiglie - ha detto -. E’ necessario un maggior coinvolgimento e responsabilizzazione degli adolescenti nell’organizzazione economica della famiglia”. Ma per rispondere all’emergenza educativa l’Associazione europea per l’educazione economica Italia (Aeee) ha ideato un liceo economico e sociale per migliorare la preparazione delle giovani generazioni. “Un liceo economico e sociale ha visto finalmente la luce con l’approvazione dei Regolamenti lo scorso febbraio, emanati il 15 marzo 2010 - ha detto il presidente Castrovilli -. Se questo liceo avrà successo, il diritto e l’economia potranno candidarsi con forza ad essere presenti in tutti i licei”. L’idea di Aeee ha trovato pronta risposta nel gruppo di lavoro del ministro Gelmini. Tra questi, Max Brushi, uno dei promotori nel progetto in fieri che nei prossimi mesi verrà ultimato. “Questo liceo avrà un profilo interdisciplinare – ha precisato -: insegneremo anche la storia, il diritto e la filosofia. Ora partirà un tavolo comune tra università e scuola per valutare e monitorare il progetto. In questo modo correggeremo il liceo in corso d’opera”.  
   
 

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