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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Giugno 2010
 
   
  OLTRE I BREVETTI E IL COPYRIGHT PER REINVENTARE IL FUTURO

 
   
  Trento, 7 giugno 2010 - L’economista padovano è stato protagonista dell’incontro del 4 giugno alla Facoltà di Economia su temi caldi come quello dei diritti di chi crea ed inventa che sempre più si contrappongono con chi crede in uno scambio più libero di informazioni. L’interrogativo è di quelli diretti ed incisivi insieme nell’analisi e nelle prospettive del nostro presente: “I brevetti favoriscono l’innovazione?. E le risposte date da Michele Boldrin, docente negli States ed autore del libro “Against Intellectual Monopoly”, nell’incontro proposto dal Festival oggi alla Facoltà di Economia hanno dimostrato come questo argomento e le sue implicazioni rivestano un ruolo fondamentale per affrontare le sfide economiche del futuro. L’introduzione della giornalista Anna Masera ha tracciato i contorni di un mercato che non trova vie differenti da quelle appunto dei brevetti per difendere le idee e i profitti che ne derivano Un mercato in cui molti sostengono che per fare un esempio senza brevetti le aziende farmaceutiche non sarebbero più in grado di introdurre nuovi medicinali oppure copyright non si pubblicherebbero più libri, non si diffonderebbe più musica, non si produrrebbero più film. Il diritto di proprietà intellettuale diventa quindi per molti un perno fondamentale del sistema economico globale anche se non è affatto detto che questa garanzia vada nella direzione di un maggior progresso tecnologico e di una accentuazione della creatività artistica. Anzi per molti e Boldrin si può ascrivere fra questi come si evince appunto anche dal titolo del suo ultimo libro “Against Intellectual Monopoly” proprio sul tema dei brevetti e dell’innovazione, è vero proprio l’opposto: la libertà di brevetto favorisce il progresso come dimostrato ad esempio nel caso dei software liberi fondamentali nello sviluppo di Internet. Secondo Michele Boldrin dunque il brevetto frena il processo di innovazione e addirittura in alcuni casi blocca proprio gli investimenti delle aziende che puntano più a tutelarsi , con conseguenti ingenti spese legali, che a trovare nuove soluzioni di sviluppo. Ad estremizzare per Boldrin “la proprietà intellettuale è un furto” laddove questo concetto si applichi alle idee che vanno diffuse, migliorate con la condivisione e nelle sue argomentazioni logiche a finire nel mirino sono le teorie economiche da anni più diffuse: “Nella teoria economica - ha spiegato l’economista all’attenta platea che ha affollato l’Aula Magna di Economia - si dà per scontato che il brevetto e il copyright siano fondamentali visto che solo così, nel vedere tutelate in questo modo le proprie idee e invenzioni le persone si impegnano in questa direzione ”. Ma in realtà questo presupposto è sbagliato perché il mondo in realtà è pieno di industrie che hanno fatto e continuano a fare profitti , senza avere precettato i loro prodotti, industri che continuano a copiarsi fra di loro a dimostrazione che non può essere quella dei brevetti l’unica strada. Sono tanti gli esempi portati da Boldrin, dall’agricoltura, agli inventori del trolley, ma merita attenzione quello legato proprio ad Internet: “Pensate se gli inventori di Netscape - ha sottolineato l’economista - avessero applicato il brevetto sull’invenzione del browser: adesso non avremmo solo un browser peggiore ma il nostro modo di navigare in Internet sarebbe meno piacevole e più difficile”. Il messaggio è chiaro: solo attraverso la libera circolazione delle idee e attraverso la condivisione di queste si può costruire un futuro diverso e migliorare la qualità del nostro vivere.  
   
 

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