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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Giugno 2010
 
   
  RINASCIMENTO PRIVATO. ASPETTI INCONSUETI DEL COLLEZIONISMO DEGLI ESTE DA DOSSO DOSSI A BRUEGHEL AD AOSTA, MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE

 
   
  Ferrara, 7 giugno 2010 - Il titolo di questa mostra si rifà a quello del celebre romanzo storico con cui Maria Bellonci vinse lo Strega nel 1986. Non a caso: questa esposizione, curata da Mario Scalini e Nicoletta Giordani, fa rivivere il gusto per gli oggetti rari e privati che permeò la Corte e la Dinastia dei Principi d´Este tra Ferrara e Modena, prima tra tutti Isabella d´Este, che del volume della Bellonci è la protagonista raccontando di sé e delle Corti di Mantova e di Ferrara. Per "Rinascimento Privato. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este da Dosso Dossi a Brueghel" giungerà ad Aosta una sequenza di rarità dall´Antichità romana fino al pieno Rinascimento, a al pubblico aspetti inediti di una delle più antiche raccolte principesche europee, quella di Casa d´Este, appunto. Ricchezza varietà che, nel caso della dinastia fondata da Leonello, colui che alla metà del Quattrocento fece di Ferrara - capitale del suo Ducato - uno dei principali centri della cultura umanistica, non furono solo testimonianza di potenza economica ma segno di precisi interessi e passioni culturali. Tutte le opere arriveranno dalla Galleria Museo e Medagliere Estense di Modena. E´ in quella città, infatti, che gli Este condussero la Corte dopo che la prima loro capitale, Ferrara, rientrò sotto la giurisdizione diretta del Papato. Il catalogo richiama in sintesi quanto si è conservato attraverso quattro secoli di vendite e dispersioni, mentre l´esposizione rievoca per il visitatore l´atmosfera di uno studiolo, ambiente riservato alla delizia del principe. L´amore per l´Antico che contraddistinse l´umanesimo di Leonello d´Este, la magnificenza di Borso, le passioni antiquarie di Alfonso I e dei cardinali Ippolito I e Ippolito Ii è esemplificato in mostra dal rilievo marmoreo con scena bacchica, dall´enigmatico bassorilievo con lo Zodiaco che racchiude, come un fregio, il divino Phanes generato dall´uovo cosmico, quale simbolo dell´eterno ciclo di morte e rinascita... Mentre un sofisticato busto tardo rinascimentale impreziosito da marmi mischi mostra uno straordinario Antinoo/hermes assimilato ad un imperatore. Le ricche raccolte numismatiche sono ben rappresentate dal nucleo di 116 monete d´oro: rari esemplari dal mondo punico fino al Medioevo bizantino, passando attraverso la monetazione più raffinata prodotta dalla Grecia propria, dalle città greche coloniali della Sicilia e della Magna Grecia, fino alle emissioni d´oro di Cesare, di Augusto e dei più celebrati imperatori che resero Roma immortale. E ancora, oltre 500 gemme finora mai presentate al pubblico, rievocano in mostra un nucleo centrale delle Antichità estensi. In mostra vengono esaltate le materie prime delle gemme: le varietà di calcedonio, i lapislazzuli, le molteplici corniole, le ametiste, l´eliotropio ed in particolare i granati nelle rare forme del piropo e dell´almandino che riconducono alle vie commerciali che fornirono rocce e minerali resi preziosi dalla loro provenienza esotica, tra cui Cipro e l´Anatolia fino all´Afghanistan e all´isola di Sri Lanka. Un altro aspetto che riguarda le gemme sono le proprietà terapeutiche e addirittura magiche che gli antichi attribuivano alle pietre e alle immagini. Personificazioni, divinità, simboli e magiche raffigurazioni accomunano le gemme ad altre opere di arte suntuaria, come alla pittura e alla scultura, alle quali vengono accostate in mostra opere significative delle collezioni estensi. L´uso delle gemme, oggetto non solo di collezionismo, ma anche di scambio tra principi, è ben esemplificato in mostra dal Ritratto di dama come Verginità di Giovanni Cariani, che presenta la donna adorna di questi preziosi ornamenti. Nel percorso di mostra una trentina di altre opere: affreschi di Lelio Orsi, dipinti da Dosso a Brueghel appunto, bronzi di piccolo formato, di Jacopo Alari Bonacolsi detto ´Antico´, Giambologna, Tacca, trionfi da tavola, una preziosa zuccheriera in lapislazzuli, testimoniano come le raffigurazioni e i simboli propri dell´Antichità confluiscano stupendamente nella cultura rinascimentale di cui si appropria il variegato gusto collezionistico di casa d´Este. Catalogo Silvana Editoriale www.Regione.vda.it  
   
 

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