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Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Giugno 2010 |
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DISATTENTI, MA NON PER COLPA NOSTRA ICT, ATTENZIONE E OPPORTUNITÀ LAVORATIVE
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Trento, 8 giugno 2010 - “L’argomento di questo incontro si collega ad altri temi trattati nei giorni scorsi - ha detto Pietro Veronese, giornalista de “la Repubblica” - che ha introdotto il 6 giugno l’incontro con Paul Seabright , docente di Economia presso l’Università di Tolosa e research fellow al Cepr”. Attenzione, Ict, opportunità lavorative: molti gli argomenti trattati nel corso di questa lectio. Seabright è autore di “The Company of Strangers”, un testo che cerca di spiegare perché alla base della vita economica c’è un gesto di incontro e di scambio privilegiato nella storia rispetto a comportamenti come la diffidenza o la violenza pure appartenenti al nostro codice genetico. Ma di un particolare settore dell’economia si è occupato nella sua relazione il professore dell’Università di Tolosa: le Ict – Information and Communication Technologies. Tecnologie, come quelle alla base dei telefoni cellulari e dei computer, che promettono grandi miglioramenti per i paesi in via di sviluppo. In Africa sono 350 milioni gli utenti di telefonia mobile, in India 433 milioni, in Cina 506. E nei paesi poveri le persone utilizzano i telefoni non solo per parlare ma anche per portare a compimento azioni molto importanti per il loro benessere: ottenere consulenze mediche per esempio, oppure accedere a servizi di “mobile banking”. E internet può servire anche per il commercio e per la formazione. Senza contare che gli strumenti di comunicazione sono utili prima di tutto per collegare le persone. Ma ovviamente c’è anche l’altra faccia della medaglia. E questa può essere molto pesante. Si parte da un esempio. E’ la storia di Gp Sawan, raccontata nel 2007 dal “New York Times”. Sawan è uno scrivano indiano. Uno che per anni ha steso lettere per coloro che non sapevano scrivere, a volte facendosi pagare a volte gratuitamente. Tra le persone che ha aiutato ci sono anche molte prostitute della periferia di Mumbay, che ha messo in contatto con i loro parenti inventando storie credibili e più accettabili. Quest’uomo - scrive il New York Times - con la diffusione dei cellulari sta perdendo la sua professione a metà tra lo scrivano e il poeta. E poi, c’è il problema che con le Ict si diffondono non solo le comunicazioni credibili ma anche quelle tendenziose. Inoltre con l’unione di pubblicità e nuove tecnologie si sono diffusi i mercati dove il vincitore piglia tutto. In molti settori, per esempio quello dei calciatori, attori e musicisti, solo in pochi riescono ad emergere e guadagnano cifre esorbitanti, mentre gli altri restano ai margini. “E poi - continua Seabright - c’è un problema di limitata attenzione disponibile”. La sfera della conoscenza inconscia è molto potente, mentre la nostra “memoria di lavoro” è molto più limitata e spesso siamo sopraffatti dalle possibili distrazioni. Seabright conclude con una riflessione sull’ambito lavorativo dell’Ict: “Le competenze informatiche diventeranno un’alfabetizzazione di base e perciò non permetteranno più di fare la differenza, di lavorare con creatività: io non voglio dire che gli informatici non risolveranno i problemi potranno risolvere alcune cose ma non possiamo pensare che l’Ict faccia tutto per noi.” |
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