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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Novembre 2006
 
   
  AL VIA DA MILANO LA CAMPAGNA INFORMATIVA E DI PREVENZIONE ‘ALIMENTARE L’AUTOSTIMA: DISORDINI ALIMENTARI TOGLIETE IL DISTURBO!’

 
   
   Parte questa mattina 14 novembre da Milano la campagna informativa e di prevenzione ‘Alimentare l’autostima: Disordini alimentari togliete il disturbo’, promossa dal Moige e con il contributo del Ministero della Solidarietà Sociale al fine di sensibilizzare i ragazzi sui disturbi del comportamento alimentare, ossia sull’alterato rapporto tra cibo e proprio corpo. La campagna, di portata nazionale, consiste concretamente in una mostra itinerante ospitata all’interno di un bus che visiterà le scuole medie inferiori di 12 province italiane dislocate in 7 regioni diverse, per l’esattezza Milano, Como, Bologna, Pescara, Isernia, Bari, Taranto, Salerno, Avellino, Caserta, Napoli e Roma. I ragazzi, tutti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, visiteranno la mostra-bus con un tour guidato di circa 25 minuti per ciascun gruppo e potranno osservare dei pannelli informativi illustrati sull’argomento. Ai circa 4. 700 ragazzi coinvolti nella campagna verranno anche consegnati poster e opuscoli che serviranno loro da promemoria e potranno sensibilizzare anche famiglie ed insegnanti in merito ai disturbi del comportamento alimentare e le loro conseguenze. Secondo l’ultimo rapporto dell’Eurispes sono circa due milioni i giovani italiani tra i 12 e i 25 anni, che hanno disturbi del comportamento alimentare; anoressia nervosa, bulimia nervosa e bing eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata, Bed), ed altri disturbi del comportamento alimentare non identificati. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne; circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni ne soffre, ma l’incidenza sta tornando a salire anche tra i quarantenni e tra gli uomini. “Questa nuova campagna di sensibilizzazione – dice Maria Rita Munizzi, presidente del Moige –oltre a voler contribuire alla prevenzione dei Dca mira, in completa assonanza con l’appello lanciato dal ministro per le Politiche giovanili Giovanna Meandri, a chiamare tutti gli attori sociali, a partire dai genitori e dalla scuola ma senza dimenticare il mondo dei Media e della moda, a una presa di responsabilità. E’ necessario fare più informazione su questi problemi ed evitare accuratamente di fornire ai minori modelli e canoni estetici fuorvianti e pericolosi per la loro salute psicofisica”. Spesso la diagnosi dei Dca avviene tardivamente, anche dopo 6-7 anni dall’esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti. In questi disturbi l’alimentazione può assumere caratteristiche disordinate ed ossessive, con rituali tali da compromettere la possibilità di consumare un pasto in modo “abbastanza normale”. Anche per questo motivo è prevalente l’opinione che l’incidenza di questi disturbi sia largamente sottostimata; a conferma di ciò il dato che solo il 10% di chi soffre di Dca chiede spontaneamente aiuto. I più noti Dca sono anoressia e bulimia; secondo i dati del Cidap, il Centro italiano disturbi alimentari psicogeni, in Italia ci sarebbero circa 1. 450. 000 ragazze bulimiche e 750. 000 anoressiche. La bulimia nervosa, che significa letteralmente “fame da bue”, si manifesta con la tendenza ad ‘abbuffarsi’ per poi eliminare velocemente quanto ingerito attraverso il vomito o con abuso di lassativi. Questo disturbo è anche piuttosto difficile da diagnosticare in quanto generalmente non si accompagna a significative variazioni di peso, tanto che molti specialisti lo considerano un “disturbo epidemico nascosto”. I dati epidemiologici parlano di un’incidenza di circa il 3% nella popolazione femminile. Al contrario l’anoressia nervosa si manifesta con il rifiuto del cibo e con una forte perdita di peso; questo disturbo in un 3 - 5% circa di casi porta alla morte. Questa malattia, considerata 50 anni fa come rara e diffusa solo tra le giovani delle classi elevate riguarda ormai tutti gli strati sociali del mondo occidentale. I dati epidemiologici parlano di una incidenza, nella popolazione femminile tra i 12 e i 25 anni, vicina all’1%. Entrambi i disturbi sono accomunati dal pensiero ossessivo del cibo, dalla paura morbosa di diventare soprappeso uniti ad una percezione deformante del proprio corpo e ad una bassa stima di sé. Le forme di disturbo da alimentazione incontrollata e i disturbi non specificati riguarderebbero invece circa il 6% delle adolescenti italiane. Secondo i dati del Ministero della Salute l’insorgere di nuovi casi di anoressia è al momento stabilizzato su una media di 6 nuovi casi ogni 100. 000 abitanti, mentre è in crescita l’incidenza della bulimia nervosa, circa 12 nuovi casi ogni 100. 000 abitanti. Stando a questi dati dunque ci sarebbero in Italia, ogni anno, oltre 9. 000 nuovi casi l’anno, prevalentemente nella fascia di età 12 – 25 anni. Differente anche l’età di inizio dei due disturbi; mentre l’anoressia si presenta tipicamente all’inizio dell’adolescenza, verso i 12 anni, la bulimia raggiunge il picco massimo intorno ai 18-19 anni, nel momento che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. In questi anni però si sta registrando, in Italia ma anche all’estero, un certo abbassamento della soglia d’età di rischio che è scesa, per le ragazze, dai 14–16 anni agli 11–13, con casi di insorgenza precoce già a 7 anni. “I disturbi dell’alimentazione sono spesso la spia di un disagio più profondo – dice la Munizzi – le cui cause possono essere varie. Bisognerebbe smettere di attribuire sempre la “colpa” ai rapporti familiari. E’ vero che il clima familiare e l’educazione ricevuta sono determinanti ma ci sono molti altri fattori che intervengono. La moda non è l’ultima delle “colpevoli”; fisici perfetti e scolpiti, esibiti costantemente in ogni dettaglio, propongono fin da piccoli canoni estetici non reali e che per lo più possono essere raggiunti sono grazie a sapienti ritocchi al computer e che in molti casi sono al confine con la patologia”. .  
   
 

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