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Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Giugno 2010 |
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IL GIORNALISMO SENZA COMPROMESSI DI ANNA POLITKOVSKAJA
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Trento, 8 giugno 2010 - Per gli eventi serali del Festival dell’Economia, il Cuminetti ha ospitato il 5 giugno la rappresentazione teatrale “Donna non rieducabile” in cui si ripercorrono alcuni momenti della vita della giornalista russa autrice di coraggiosi reportage. Un modo di interpretare la sua professione, inviso al potere, che ha avuto come conseguenza il suo terribile assassinio. Le parole che diventano un grido di denuncia, a tratti disperato, contro la barbarie della violenza. Le parole che vogliono far aprire gli occhi sulla terribile realtà di un conflitto, nel caso quello in Cecenia, ma che diventano paradigmatiche per ogni momento di guerra e di violazione dei diritti umani. A pronunciarle nella pièce teatrale “Donna non rieducabile”, per la regia di Silvano Piccardi, l’attrice altoatesina Ottavia Piccolo magnifica nella sua ricostruzione, attraverso la lettura di articoli e frammenti autobiografici, alcuni momenti cruciali della vita di Anna Politkovskaja uccisa nel 2006. Un personaggio scomodo Anna Politkovskaja che nei suoi reportage in terra cecena ha raccontato , con la forza della sua scrittura senza veli e autocensure, una terribile realtà di violenza e di soprusi ai lettori russi anestetizzati dalla propaganda del nazionalismo. Le immagini di Grozny che si trovano nei suoi articoli sono quelle di una città senza acqua, cibo, in cui manca quasi del tutto l’energia elettrica, una città terrorizzata dagli attentati in cui ogni sera dalle 18 cala il coprifuoco. Ottavia Piccolo ha letto frammenti dei reportage della Politkovskaja da cui emergono il cinismo dei soldati russi, nella spirale di violenza a massacri con i ribelli ceceni , mentre in un gioco di flashback autobiografici ecco i iferimenti a Gorbaciov, con il sogno della perestrojka, a Boris Eltsin, all’odio per il Kgb che per un gioco di prestigio ritrova più o meno indirettamente il potere grazie a Putin. A colpire nella narrazione di “Donna non rieducabile” la forza di una giornalista che non si arrende davanti ai pestaggi dei militari, infastiditi dalle sue cronache, come quella terribile del massacro nella scuola di Beslan in Ossezia, ai tentativi di avvelenamento e che si deve piegare solo davanti ai colpi di pistola di un killer. Magistrale l’interpretazione in scena di Ottavia Piccolo, scandita dagli interventi musicali dell’arpista Floraleda Sacchi, nel dare voce allo spirito tenace e all’ amara ironia di questa testimone di libertà intellettuale. Anna Politkovskaja é diventata infatti il simbolo di un giornalismo che non piega la testa davanti a nessun potere . Un giornalismo che sceglie di non prendere posizione, di non essere partigiano , di non schierarsi se non attraverso il racconto dei fatti, diretto e crudo quando serve, con l’obiettivo primo di essere al servizio dei lettori come sempre dovrebbe essere. |
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