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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Giugno 2010
 
   
  EQUITA’ E PARTECIPAZIONE: IL PROGETTO “VIVO POSITIVO LA MIA CITTA"

 
   
  Trento, 8 giugno 2010 - Nell’incontro del 6 giugno all’”ombra” della tenda, dedicata alle strategie provinciali di uscita dalla crisi, in primo piano non ci sono state cifre, dati, o scadenze sui i termini di pagamento di contributi, ma un altro fattore, non meno importante per il benessere di una società, come si è sentito dire qui al festival dal primo ministro del Bhutan, ovvero quello relativo al vivere bene con se stessi e con gli altri. Nell’approfondimento si è parlato infatti di un’iniziativa socio-salutistica finalizzata a migliorare il clima delle relazioni umane in Trentino e organizzata dall’ associazione «Vivo positivo la mia città». Una realtà che da anni si occupa di rendere Trento una città più sorridente e positiva. «Vivo positivo la mia città» ha organizzato varie iniziative in Trentino per aiutare la gente a sorridere. Tra queste si ricorderanno la rete delle città sorridenti, i totem lungo le vie della città con i sette patti per stare meglio con sè stessi e con gli altri, la classifica di luoghi e uffici pubblici più sorridenti e l’indice “Qri”, che misura la Qualità dei Rapporti Interpersonali. A parlarne oggi nel primo incontro della giornata alal ore 10.00 nella” tenda aperta” in piazza Duomo sono stati invitati Renzo De Stefani, Primario Dipartimento di psichiatria A.p.s.s. E Valentina Spagni, collaboratrice dell’Associazione “Vivo positivo”. “Dire che una migliore qualità di rapporti interpersonali porti a stare meglio con sé stessi e con gli altri sembra scontato- ha esordito De Stefani - ma di fatto non è facile pensare positivo e sorridere agli altri. Le nostre inizative, anche fuori dal Trentino, hanno raccolto, anche in modo inaspettato, un grande interesse. Tanto che è nata una piccola rete delle città italiane del sorriso. Abbiamo scelto di dare suggestioni fisiche oltre le disquisizioni teoriche: un ‘iniziativa è stata dedicata a trovare l’ufficio pubblico con il più alto indice di sorriso. Un esempio concreto di alcune nostre provocazioni: una delle nostra collaboratrici è entrata in un ufficio postale per chiedere (come provocazione implicita) come poteva spedire un cagnolino per posta , da qui si apriva una discussione che se portava al sorriso e non all’aggressività veniva premiata. All’epoca della nostra “inchiesta” l’ufficio pubblico meno sorridente risultò essere quello delle Ferrovie dello Stato, mentre quello delle tasse del comune di Trento ha ottenuto il primo premio. Abbiamo visto che questa iniziativa aveva avuto un indice di gradimento molto alto: il fatto di essere premiati e di avere un riscontro sulla stampa aveva corroborato l’atteggiamento degli impiegati nei confronti del pubblico. In linea, quindi, con il nostro desiderio di creare situazioni piacevoli di stimolo a migliorare la qualità dei rapporti. La nostra prossima iniziativa si chiamerà “la multa al contrario”: i nostri collaboratori cercheranno di individuare i comportamenti positivi degli automobilisti per premiarli e non punirli. Grazie anche al finanziamento dell’Assessorato provinciale per le politiche sociali possiamo continuare a mettere in campo questo tipo di sollecitazioni per migliorare la qualità della vita del nostro territorio”. Sull’iniziativa “La Bottega dei sogni” è intervenuta Valentina Spagni, collaboratrice dell’associazione, qui in sostituzione di Luisa Tamanini (rappresentante del Centro salute mentale) . “ Se ci impegniamo anche solo per un breve periodo a fare un sorriso in più e a dissentire sul comportamento e non sulla persona, sicuramente la qualità della nostra vita migliorerà.“La bottega dei sogni” è infatti un’iniziativa mirata a suscitare l’autostima necessaria per riuscire a realizzare un’aspirazione. Più di 500 persone ci hanno seguito. I sogni sono stati suddivisi secondo tre fasce d’età: bambini, adolescenti e adulti. Queste tre tipologie hanno indicato il grado di fantasia o di aderenza alla realtà dei sogni. Alle persone piaceva raccontarsi ed essere ascoltate, mostrando quindi la chiara necessità di aprirsi agli altri. Entro settembre faremo la festa dei sognatori”.  
   
 

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