Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Giugno 2010
 
   
  L´ESTATE CULTURALE DI CORTINA

 
   
  “Veneto barbaro di muschi e nebbie” di Goffredo Parise e Lorenzo Capellini e “Il sogno fotografico di Franco Angeli”. Suggestive evocazioni letterarie e inediti viaggi nella memoria sono al centro delle due mostre fotografiche che la Regina delle Dolomiti ospita alla Casa delle Regole dall´11 luglio al 19 settembre. Due mostre concepite, realizzate e intarsiate in tempi successivi, diversissime tra loro, ma che hanno un filo conduttore comune, messo in evidenza dal loro stesso allestimento nello spazio storico della Casa delle Regole, curato dall´architetto Paolo Portoghesi. Goffredo Parise, Lorenzo Capellini, Franco Angeli, Marina Ripa di Meana, sua figlia Lucrezia Lante della Rovere: sono loro i protagonisti delle due esposizioni, di cui costituiscono il sottile fil rouge. Al centro, Cortina che, grazie a eventi culturali di tale portata, ribadisce il suo legame con esponenti del mondo della letteratura e dell´arte che, tra gli anni Sessanta e Settanta, hanno scelto la Regina delle Dolomiti a loro buen ritiro. Indimenticabili stagioni che hanno visto artisti, pittori, scultori, registi, mecenati, collezionisti, giornalisti e attori trascorrere anche lunghi periodi all´ombra delle Tofane. Tutto parte e si unisce, in questo progetto 2010 separato ma unitario, dalla scala esterna in legno della casa di Cortina a Piè Tofana, dove Goffredo Parise e Marina Ripa di Meana scendono, prima l’uno e poi l’altra, a distanza di trent’anni, e dove Goffredo Parise abitava e i coniugi Ripa di Meana spesso erano lì la sera a cenare. Poi ci sono state altre cerniere fotografiche: Parise, testimone, che infila l’anello di nozze al dito di Marina il 31 ottobre 1982 quando sposa Carlo, vicino a Roma, a Campagnano, fermato con una fotografia da Lorenzo Capellini, che è un po’ il simbolo della coincidenza, di qua e di là, dei principali protagonisti di queste due mostre. Ci sono poi altre due cerniere che tengono insieme, come le spirali di un albo, le due mostre: la prima è lo scritto di Goffredo Parise, Il fiore del Belli (Roma, novembre 1974, Galleria il Collezionista, Mostra Franco Angeli). E infine l’ultima cerniera: una ricognizione nell’estate del 1976. Franco Angeli, Marina e Carlo entrano in un pomeriggio bollente di giugno nella cappella di destra di Santa Maria del Popolo, a Roma, quella dominata dalla grande tela La conversione di San Paolo di Michelangelo Caravaggio. Franco all’improvviso esclama: «Vorrei prendere la parola davanti a questo mio grande padre. Prima o poi». Veneto barbaro di muschi e nebbie è un reportage che nasce dall´amicizia tra Goffredo Parise e il fotografo Lorenzo Capellini, dalla loro frequentazione e dal loro affiatamento, dalle loro escursioni attraverso i luoghi della memoria della "patria Veneto". Assemblato a quattro mani rappresenta un´equilibrata fusione di immagini e letteratura, di scatti carpiti durante i vagabondaggi per le valli e le illustrazioni letterarie composte in presa diretta dallo scrittore vicentino. Tra immagine e parola si crea una tensione che diventa comune sensibilità di inquadrature e identità d´occhio, d´amore, che tradisce più passione che mestiere. Tensione sottolineata anche dallo scrittore Raffaele La Capria: «Le fotografie belle ed evocative di Lorenzo Capellini rendono evidente questo rapporto assoluto, e direi sensuale, di totale identificazione di Parise con i luoghi da lui amati». Il visitatore sarà così condotto per mano attraverso un viaggio che conduce a una duplice scoperta: la terra veneta come luogo e geografia di sentimento. Come racconta lo stesso Capellini, fotografo dalla spiccata vocazione alla letteratura, come testimoniano i suoi rapporti con diversi scrittori, «nella lunga amicizia con Goffredo Parise spesso ci trovavamo a vagabondare per il Veneto, la sua Patria. In questo vagabondare per città, prati, acque, osterie, montagne, stradine di campagna, fattorie, gli chiesi di mostrarmi i luoghi che amava particolarmente per fotografarli e così negli anni è nato questo ritratto del "suo Veneto". Alle fotografie Goffredo ha unito i suoi testi a formare un originale intreccio tra fotografia e letteratura. Nel 1986 uscì il libro Veneto barbaro di muschi e nebbie che purtroppo Goffredo non vide poichè morì qualche mese prima della pubblicazione. A vent´anni dalla sua morte ho voluto ricordare il grande scrittore veneto ricavando da quel libro una mostra con le mie fotografie e i testi di Parise». Il sogno fotografico di Franco Angeli è una mostra nuova, composta dalle fotografie che l’autore ha lasciato a Marina Ripa di Meana, una raccolta totalmente segreta e inedita, la quale ha fortemente voluto che il lavoro della Nikon svolto da Franco Angeli portasse alla luce un patrimonio praticamente sconosciuto finora, con l’eccezione di qualche foto della rassegna Film (1972, Galleria Sirio, Roma). Delicato e contraddittorio Il sogno fotografico di Franco Angeli rispetto all’opera della pittura di Angeli che Parise, nel 1974, definisce «di ispirazione figurativa, illustrativa, estemporanea e meravigliosamente popolare». È invece proprio alle fotografie segrete, lievi, ironiche, indirette che si addice la sintesi opposta pronunciata dalla loro grande amica comune Giosetta Fioroni, anche lei della Scuola di Piazza del Popolo degli anni sessanta e settanta: «A quei tempi era sempre festa. Era il clima felice degli anni Sessanta». Come sottolinea Carlo Ripa di Meana, «l´idea nasce da un desiderio di far conoscere delle fotografie che Franco Angeli, pittore, grafico e scultore della Scuola Romana di Piazza del Popolo - Schifano, Festa, Fioroni - non ha presentato in vita. Corrispondono alla stagione comune con Marina Punturieri, sette anni tra il ´67 e il ´75. Una storia appassionata e anche tempestosa, con dei lunghi inverni a Cortina. Le fotografie che la mostra porterà per la prima volta a conoscenza del pubblico hanno, naturalmente, un carattere anche di ricerca sperimentale e insieme una forte connotazione narrativa tra Franco e Marina, la sola figlia di Marina, Lucrezia Lante della Rovere, e la moda del tempo, le chimere ideologiche, gli amici»  
   
 

<<BACK