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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Giugno 2010
 
   
  IMPAZZIRE SI PUÒ TRIESTE, 21 – 24 GIUGNO 2010 - A CINQUANT’ANNI DALLA STORICA ASSEMBLEA DI GORIZIA, IN CUI FRANCO BASAGLIA RESTITUIVA LA PAROLA AGLI INTERNATI, TRIESTE OSPITA IL PRIMO FORUM IDEATO, CURATO E PRATICATO DA PERSONE CON L’ESPERIENZA DEL DISTURBO MENTALE: PERCHÉ IMPAZZIRE, MA ANCHE E SOPRATTUTTO GUARIRE SI PUÒ.

 
   
  Trieste, 16 giugno 2010 - “Impazzire si può”. È il titolo del primo convegno nazionale ideato, curato e partecipato da persone e associazioni con l’esperienza del disturbo mentale, in programma dal 21 al 24 giugno 2010 a Trieste, coniato dal gruppo di cittadini che organizza l’iniziativa. “Impazzire si può”, per dire che nonostante un problema di salute mentale o con tutto il problema, si può essere e si è protagonisti. “Impazzire si può”, soprattutto, perché “guarire si può”: la malattia e la salute mentale convivono in noi e tra noi, a chiunque può capitare di ammalarsi, senza per questo essere costretto a rinunciare al proprio ruolo sociale e familiare, al proprio lavoro, alla propria identità di persona. Come dimostreranno le storie personali di chi organizza e partecipa al Forum di Trieste. A cinquant’anni dalla storica “assemblea di Gorizia”, in cui Franco Basaglia restituiva dignità di persona, di pensiero e di parola ai pazienti ricoverati in manicomio – e restituendo loro la parola metteva fine allo statuto speciale che per secoli aveva tenuto fuori dal contratto sociale i malati di mente - Trieste ospita dunque, dal 21 al 24 giugno negli altrettanto storici spazi del parco di San Giovanni, il primo Forum che vede protagoniste centinaia di persone con l’esperienza del disturbo mentale. Sulla scia del recente Forum “Che cos’è salute mentale?”, dello scorso febbraio, a Trieste faranno tappa centinaia di partecipanti da tutta Italia e anche da molti Paesi dell’area centro-europea. Mercoledì 23 giugno, con il presidente Fnsi Roberto Natale e una rappresentanza di giornalisti ed esperti italiani di comunicazione – come Peppe Giulietti, Kenka Lekovich, Iva Testa, Gabriella Ziani, Massimo Cirri, Carla Toffoletti, Pier Aldo Rovatti – verrà varata la Carta Di Trieste (alla stregua della Carta di Treviso o quella di Roma), primo codice etico per giornalisti che trattano notizie concernenti cittadini con disturbo mentale e questioni legate alla salute mentale in generale. Sempre mercoledì 23 giugno, in mattinata a Trieste si terrà il Raduno Nazionale delle radio per la salute mentale. Saranno quattro giornate piene e intense, dove non mancheranno eventi di musica, teatro e altri, con la partecipazione di personaggi del cinema, dello spettacolo e della cultura. Tra questi due preziosi testimonials, che prenderanno parte ai lavori del meeting: l’attore Fabrizio Gifuni, il Basaglia della fiction televisiva “C’era una volta la città dei matti”, a Trieste mercoledì 23 giugno e, ospite speciale dei lavori in videoconferenza, la scrittrice Dacia Maraini. In diretta da Trieste il conduttore radiofonico Massimo Cirri trasmetterà, sempre mercoledì 23 giugno, un’edizione speciale del programma di Radiodue Caterpiller, da lui ideato e condotto in tandem con Filippo Solibello. E ci saranno ancora presentazioni di libri, come il recentissimo volume di Nico Pitrelli “A distanza d’offesa” (Ad Est dell’Equatore Ed., 2010), percorsi espositivi con performance (per iniziativa dell’associazione Nadirpro mercoledì 23 giugno Giordano Floreancig animerà la sua mostra”Gli Ultimi ... Normali”, bruciando delle tele sul falò di San Giovanni), e il Museo Multimediale “Oltre il giardino”, aperto tutti i pomeriggi, con tavoli interattivi per visitare documenti, foto e video storici. Info: www.Forumsalutementale.it L’organizzazione del convegno si deve ad associazioni quali “Club Zyp”, Polisportiva “Fuoric’entro”, “Franco Basaglia”, “Luna e l’altra”, “L’accademia della Follia”, “Articolo 32”, in collaborazione col Dipartimento di Salute Mentale di Trieste. “Impazzire si può”, quindi, per dire che la parola riconquistata non è che il primo passo verso la libertà. Il sentirsi e l’essere liberi di esprimere e sviluppare le proprie capacità, i talenti, il proprio potenziale umano e sociale. “Impazzire si può” per raccontare, riconoscere e potenziare tutto ciò e chi aiuta questo percorso di emancipazione. E denunciare quanto e quanti lo sviliscono, ostacolano o disconoscono. Impazzire si può perchè guarire si può. Chi ce l’ha fatta o sta per farcela, ha dalla sua una famiglia e una comunità, una politica e una società consapevoli e attente. Partecipi e disposte a investire in qualche cosa che le riguarda. Che ci riguarda. Dati fra i più recenti attestano percentuali importanti di guarigione clinica (completa) per disturbi severi, come la schizofrenia: si arriva al 25%, mentre si aggirano intorno al 40 – 50% i casi di ‘guarigione sociale’, ovvero di compatibilità del disturbo con il proprio ruolo sociale e familiare. Tuttora, in Italia, al Nord come al Sud, per accedere alle cure, ai servizi, alle opportunità e ai diritti che sostengono la guarigione, si può diventare pazzi: le ultime stime Istat e Iss parlano di una sanità a diversa velocità, in Italia: dei 190 Dipartimenti di Salute Mentale diffusi sul territorio nazionale, ben 77 (il 41%) servono una popolazione fra i 100 e i 250mila abitanti, mentre in altri 68 (il 36%) il bacino di utenza è fra 250 e 500mila abitanti. Quattro Dsm, tutti nel meridione d’Italia, hanno un bacino di competenza di oltre un milione di persone Quella di giugno, nello scenario del parco culturale di San Giovanni, sarà una grande piazza aperta, dove condividere l’impegno di mettere in atto programmi e iniziative per abbattere lo stigma attraverso il coraggio della narrazione e dell’ascolto. Per favorire la crescita di una rete di persone che si adoperino per diffondere la conoscenza di “buone pratiche” nella salute mentale. Per combattere, denunciando, le pratiche che vedono ancora oggi, in tanti luoghi d’Italia, le persone private dei loro diritti, abbandonate, violate nel corpo e nella loro dignità. Per chiamare a raccolta tutte le radio italiane che danno voce alle persone con disturbo mentale e pianificare insieme una comunicazione ancora più utile e incisiva. Per dare un contributo a un nuovo linguaggio nella sfera della informazione del disagio mentale, più rispettosa della dignità e dei diritti delle persone.  
   
 

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