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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Giugno 2010
 
   
  MANUELA GALATI E LUIGI LOQUARTO “PARTICELLE ELEMENTARI” ROMA, 21 – 23 GIUGNO

 
   
  Roma, 16 giugno 2010 - Mostra lampo per i due artisti di questa doppia personale: 3 giorni per poter godere appieno di tutta l’energia che sprigionano i loro lavori, durante i quali la galleria Montoro seguirà un orario speciale dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 21.00 fino a mercoledì 23 giugno. Punto centrale messo a fuoco dalla mostra è esattamente quella particella elementare, quel frammento attraverso il quale Loquarto da forma alle sue figure e Galati modella le sue auto proiezioni. L’opera di Manuela Galati è una continua ricerca di definizione di se. Attraverso acrilici e smalti generalmente su fogli di plexiglass, la ricerca è diretta a trovare il perfetto equilibrio che permetta la miglior rappresentazione del suo mondo interiore. Tutte le piccole forme biomorfe che costituiscono le fantasiose geometrie delle sue opere sono parti di un percorso di conoscenza di se articolato ogni volta in maniera diversa. L’opera “Puzzle scomposto” in mostra alla Galleria Montoro, forse esprime al meglio questa idea di complessa unità: la ricerca di una forma che presenti più sfaccettature di una stessa personalità, si risolve in forme concluse che si articolano nello spazio diventando loro stesse “particelle elementari” di un’opera completa. Questo processo di ricerca raggiunge il suo apice nell’opera “Autoritratto in verde” in cui l’identificazione dell’artista con le sue delicatissime forme e i suoi accesissimi colori, si esprime in maniera tautologica. Sempre della stessa serie altri due lavori a base acrilica e smalto, questa volta nei toni del bianco e del nero a sottolineare che non-colore non-esiste. Nel rifarsi a concetti storici come la “ripetizione differente” in cui la stessa forma che ad un primo sguardo appare simile ad un’altra, è solo ad uno sguardo attento che evidenzia le sue differenze, Manuela Galati lavora anche sul tema della memoria. Con la splendida serie delle “Variazioni” in cui sotto fogli di plexiglass presenta una splendida carta da parati decoratissima della casa delle nonna, Galati lavora con smalto trasparente sopra i fogli stessi regalando un effetto decorativo incredibilmente delicato senza intaccare la memoria appunto di un luogo di infanzia. La realtà di Luigi Loquarto passa attraverso gli occhi coloratissimi di un bambino esperto. I pennarelli con cui da vita alle sue figure su carta fanno emergere la realtà di un mondo parallelo e personalissimo. Oltre all’incredibile effetto decorativo delle sue opere, la sua ricca produzione trasuda curiosità di espressione: la ricerca di modalità espressive e di movimento attraverso variazioni chiaroscurali e di toni differenti. E’ così che prendono vita forme di animali, persone o figure fantastiche determinate dall’accostamento, anche in questo caso, di “particelle elementari”. Il frammento di Loquarto non divide ma determina, da forma e muove colli di cavalli o espressioni del viso emotivamente connotate in modo molto chiaro. Se le espressioni provocatorie dei suoi ritratti presi spesso dal basso verso l’alto, fanno facilmente pensare a disegni di Egon Schiele, il suo personalissimo uso del colore porta la mente verso un tardo espressionismo astratto americano con evidenti derivazioni Pop. Il momento colto nell’attimo è bloccato per sempre. Come con una macchina fotografica, Loquarto blocca le sue figure nel mezzo di un movimento distratto, di uno stato d’animo pronto a sparire. I suoi ritratti spesso sembrano sul punto di rispondere ad una provocazione, o forse lo hanno appena fatto; i suoi animali pare si siano girati per poter riprendere a momenti la posizione frontale; le sue figure immaginarie, i suoi mostri, non incutono nessun tipo di timore, piuttosto curiosità rispetto a cosa potranno diventare a momenti. Sia Manuela Galati che Luigi Loquarto vantano una produzione vastissima di opere tra cui la Galleria Montoro ha attuato una accurata selezione per presentare al grande pubblico queste due sicure promesse della arte contemporanea nella loro complessità.  
   
 

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