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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Giugno 2010
 
   
  MILANO: APRE A PALAZZO REALE LA MOSTRA “CHIARISMO OMAGGIO A DE ROCCHI”

 
   
  Milano 16 giugno 2010 – Da oggi fino al 5 settembre sarà aperta a Palazzo Reale la mostra “Il Chiarismo. Omaggio a De Rocchi – Luce e colore a Milano negli anni trenta”, promossa dal Comune in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano. La mostra, curata da Elena Pontiggia, ospita centodieci opere e si divide in due parti: la prima esamina il chiarismo; la seconda un protagonista del movimento, Francesco De Rocchi (Saronno 1902 - Milano 1978) e rappresenta la più grande antologica mai dedicata all’artista. "Con oltre centodieci opere esposte – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory - la mostra ripercorre per la prima volta la storia di una corrente e di alcune sue emblematiche figure, fra cui anzitutto Francesco De Rocchi, con significativi parallelismi con altri carismatici artisti quali Renato Birolli e Aligi Sassu. La città di Milano è protagonista del formarsi (e dell’affermarsi) di questo movimento per scelta ‘senza manifesto’, in particolare con l’arrivo del critico napoletano Edoardo Persico. In un febbrile e vivace scambio culturale fra i chiaristi e gli intellettuali del tempo, fra le aule dell’Accademia di Belle Arti di Brera e nei luoghi di ritrovo milanesi dell’epoca come il Caffè Mokador di piazza Beccaria". Il termine chiarismo, coniato nel 1935 da Leonardo Borgese, si riferisce ad alcuni giovani - Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Cristoforo De Amicis, Umberto Lilloni, Adriano Spilimbergo, Renato Vernizzi, Goliardo Padova, Oreste Marini e altri - che nei primi anni Trenta, a contatto con il critico Edoardo Persico, lavoravano a una pittura dai colori chiari e dal segno leggero e intriso di luce, che oltrepassa il chiaroscuro del Novecento in nome di un colore carico di sentimento e di inquietudine. La loro è un’arte neo-romantica che subentra a quella neo-classica del decennio precedente. De Rocchi, in particolare, nei primi anni Trenta dipinge opere tra le più poetiche del periodo, impostate su tonalità rosa, ocra dorato e avorio che guardano a Modigliani, ma anche a Simone Martini, Luini, Gaudenzio Ferrari. Con i suoi colori dell’aurora, come vennero chiamati, crea un mondo di figure umili e stupefatte: angeli adolescenti, castellane, bambini, contadini, ispirati a quanto vede nel piccolo borgo di Cislago dove vive. La mostra muove dai precursori del chiarismo - Renato Birolli, Aligi Sassu, Luigi Broggini, Pio Semeghini - presentando fra l’altro il Taxi rosso (1932) di Birolli, i Dioscuri (1931) di Sassu e il Nudo verde (1934) di Broggini. Sono poi esposte tutte le opere più significative del chiarismo, dallo Schermidore di Del Bon, che nel 1934 vinse il Premio Principe Umberto, a Lania (1936) di Spilimbergo; da Periferia di Milano (1930) di Lilloni alla monumentale Composizione in azzurro (1936) di De Amicis. Conclude la rassegna l’antologica di De Rocchi che comprende tutti i dipinti più importanti dell’artista, come la suggestiva Figura del concerto (1931), in cui ritrae la giovane moglie nelle vesti di un angelo; Venere che si specchia (1932); La fanciulla dei colombi (1931), amata da Carrà; L’angelo musicante (1933), apprezzato dal poeta Sergio Solmi; Mia figlia, inviato alla Biennale di Venezia del 1934; il gigantesco Foro Romano (1936), eseguito per decorare una libreria. Molti gli inediti esposti, tra cui il Taxi rosso sulla neve (1931), capolavoro del primo Birolli, e il suo Arlecchino musicante (1931), ritrovati durante i lavori di preparazione della mostra; una Testa di ragazzo (1931) di Sassu, appartenuta a De Rocchi; un Nudino (1941) di Del Bon; Cislago (1930), Ragazza con la mandola (1936) e Figura sdraiata (1939) di De Rocchi, oltre a vari dipinti mai più visti dopo gli anni Trenta. Accompagna la rassegna un catalogo Skira, con saggi della curatrice Elena Pontiggia e di Viviana Birolli, Stefano Crespi, Lorella Giudici, Marta Mirra, Manlio Paganella e una testimonianza di Pier Rosa De Rocchi.  
   
 

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