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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Giugno 2010
 
   
  I DATI ISTAT SUI SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA IN EMILIA-ROMAGNA

 
   
   Bologna, 16 giugno 2010 - Di seguito il commento dell´assessore Marzocchi “I dati diffusi dall’Istat sul sistema dei servizi educativi per la prima infanzia, che registrano il primato dell’Emilia-romagna, rappresentano il risultato dell’impegno costante della Regione e degli enti locali nel sostenere la crescita dei nidi d’infanzia e dei servizi integrativi e sperimentali”. L’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, commentando il rapporto Istat, ricorda che “nel decennale della legge regionale 1/2000 relativa ai servizi educativi per la prima infanzia, registriamo con grande favore il fatto che la nostra regione conservi il primato per la diffusione dei nidi d’infanzia, in termini di numerosità degli utenti e di percentuale dei Comuni in cui è presente il servizio”. Dai dati resi noti dall’Istituto nazionale di statistica, risulta infatti che soltanto in Emilia-romagna la percentuale dei Comuni coperti dal servizio è oltre l’80%. Considerando l’insieme dei servizi educativi per la prima infanzia (compresi integrativi e sperimentali), solamente Emilia-romagna e Valle d’Aosta superano la percentuale del 28% di presa in carico dei bambini della classe d’età interessata, mentre la media nazionale è del 12,7%. “Siamo orgogliosi di questi dati – aggiunge l’assessore Marzocchi – , dovuti anche alle sinergie positive tra pubblico e privato nella gestione e alla capacità di mettere in campo servizi di qualità, sia quelli tradizionali, sia quelli più flessibili e innovativi. Al tempo stesso siamo fortemente preoccupati per lo scenario di tagli inaccettabili alle risorse di Regioni ed enti locali che il Governo sta attuando con la manovra economica. Il sostegno alle famiglie, alla genitorialità e ai servizi educativi e sociali – conclude l’assessore – resta centrale nelle politiche della Regione Emilia-romagna: per questo utilizzeremo tutte le sedi per contrastare una politica di tagli che finisce per far pagare ai più deboli i costi della crisi economica”.  
   
 

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