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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Giugno 2010
 
   
  MANOVRA: LA CONFERENZA DELLE REGIONI INCONTRA AL SENATO I CAPIGRUPPO DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE. ASSESSORE CIAMBETTI: “IL PARLAMENTO DIFENDA LE REGIONI VIRTUOSE”

 
   
   Venezia, 17 giugno 2010 - “Chiediamo al Parlamento di rivedere i conti della manovra Tremonti: io sono tra coloro che credono fermamente che i saldi non debbano essere toccati; ma che, sulla scorta di analisi non condivisibili, a pagare siano le Regioni più virtuose, questo no”. Lo ha detto l’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti, uscendo ieri mattina da palazzo Madama a Roma, dove, come rappresentante della Conferenza delle Regioni, ha incontrato i capigruppo di maggioranza e opposizione, “per esporre i dubbi, le preoccupazioni ma anche le critiche costruttive delle Regioni e – ha aggiunto – per invitare il legislatore ad approfondire queste tematiche”. “Nel Veneto – ha spiegato Ciambetti – a pagare la manovra saranno gli enti più virtuosi e tra questi la stessa Regione. Esiste una differenza tra abbattere gli sprechi e tagliare fondi per i servizi, gli investimenti e per il sostegno alla società e all’economia locale: nel primo caso, eliminare gli sperperi, l’azione è sacrosanta; nel secondo caso si minano le Istituzioni, che non possono più assolvere al loro ruolo. Di questo abbiamo parlato con i gruppi parlamentari e mi auguro che il dibattito in aula possa portare a modifiche sostanziali, anche perché non penso che i cittadini veneti siano disposti ad accettare tagli indiscriminati, quando altrove la spesa pubblica continua ad alimentare clientele e inefficienze”. Continuando nella sua analisi, l’assessore ha evidenziato che “complessivamente, le entrate pubbliche prelevate in Veneto superano le spese effettuate dallo Stato e dall’insieme di tutti gli enti pubblici della regione”. “Abbiamo un residuo fiscale di 4.315 euro procapite – ha concluso Ciambetti -, circa 10,3 miliardi annui. Quello della Baviera è di soli 3,5 miliardi, quelli dell’Ille de France e del Baden Wuttemberg sono di 4,4 miliardi. I dati, insomma, parlano chiaro: togliere risorse al Veneto significa aumentare il residuo fiscale, incrementando così il gap con altre regioni europee nostre dirette concorrenti sul piano economico. In Veneto il pubblico impiego, fatta 100 la media nazionale, incide per 77, cioè siamo bene al di sotto del peso mediamente sostenuto in Italia: se esistono sacche di inefficienza, ed esistono, non vanno di certo cercate qui”.  
   
 

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