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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Giugno 2010
 
   
  MANOVRA FINANZIARIA: PER VICEPRESIDENTE REGIONE UMBRIA CASCIARI INSOSTENIBILE; A RISCHIO INTERVENTI WELFARE

 
   
  Perugia, 21 giugno 2010 - “La manovra finanziaria comporterà una riduzione della capacità di spesa delle Regioni pari al 40-50 per cento della spesa nel prossimo triennio, rischiando di causare una vera e propria ‘macelleria sociale’”. È quanto afferma la vicepresidente della Giunta regionale e assessore a Welfare e Istruzione Carla Casciari, ricordando che la manovra inciderà per un importo di 14,5 miliardi sulle Regioni, 1,3 miliardi sulle Province e per il 6,5 per cento graverà sui Comuni. “L’umbria – dice la vicepresidente - subirà riduzioni da trasferimenti pari a 117,8 milioni di euro che incideranno sulle funzioni trasferite alle Regioni quali aiuti alle imprese, trasporti, ambiente, edilizia pubblica residenziale. Questa manovra è insostenibile – sottolinea – e ciascun cittadino si vedrà ridotta la spesa pro capite di circa 130 euro. Un taglio che pone l’Umbria tra le Regioni più penalizzate, dopo la Basilicata e il Molise”. “Preoccupante” il quadro emerso durante i lavori della Commissione nazionale alle Politiche Sociali alla quale ha partecipato anche la vicepresidente in rappresentanza della Regione Umbria. “La crisi economica internazionale ha contribuito a creare nuovi bisogni sociali e ora – dice - il venir meno delle risorse per il welfare non fa che aumentare il disagio e la paura delle famiglie che, oltre ai tagli diretti imposti dal Ministero del Tesoro, dovranno fronteggiare anche le restrizioni che porteranno gli enti locali alla progressiva riduzione di prestazioni a favore dei cittadini”. In sede di Commissione nazionale, è stato evidenziato il taglio complessivo di risorse e finanziamenti da parte del Governo cui le Regioni dovranno provvedere con mezzi propri. “Il Fondo per non la autosufficienza non è ancora in bilancio per il 2011 – ricorda la vicepresidente della Giunta regionale dell’Umbria - e sono previsti tagli progressivi di 175 milioni di euro per il biennio 2011/2012 e di 256 milioni per il 2013 che colpiranno l’area di diritti sociali, le politiche sociali e la famiglia; inoltre le politiche per l’immigrazione, l’accoglienza e la garanzia dei diritti subiranno riduzioni di 11 milioni di euro per il triennio 2011/2013”. “Il regime finanziario imposto dal Governo nel settore del welfare, un settore mai come oggi così delicato – aggiunge la vicepresidente - mette pesantemente a rischio anche gli standard minimi di intervento sociale. Ad avere un maggiore impatto sulle politiche sociali, in particolare, saranno le modifiche alle domande per l’ottenimento dell’invalidità civile, misure varate come antidoto contro i falsi invalidi e le truffe allo Stato”. “L’innalzamento della percentuale di invalidità per l’ottenimento dell’assegno dal 74 all’85 per cento – spiega Casciari - determinerà l’immediata esclusione di soggetti che soffrono di patologie psichiatriche, come l’autismo e la schizofrenia, delle persone affette da sindrome di Down, di coloro che hanno subito una perdita di autonomia da lesione di arti. In Italia ci sono circa 38mila ‘Down’ con una invalidità riconosciuta al 75 per cento, che però non sarà sufficiente per vedersi riconosciuti quei 256 euro mensili che, seppur pochi, rappresentano per molti l’unica forma di reddito, dato che solo il 10 per cento delle persone Down riesce ad accedere a un lavoro retribuito”. “È all’esame un emendamento a questo articolo, una rettifica che non ha ancora avuto conferma dal Ministero del Tesoro – rileva la vicepresidente della Giunta regionale – Chiediamo che non siamo marginalizzati cittadini che sono già in difficoltà”. Ad essere colpiti dalla manovra “saranno anche gli alunni in condizioni di handicap, poiché il decreto del Governo prevede che nella compilazione del piano educativo personalizzato debba essere indicato il personale di sostegno che si occuperà esclusivamente dell’educazione e dell’istruzione, separando questo lavoro dalle altre attività assistenziali che restano a carico di Amministrazioni diversa da quella scolastica, e quindi dei Comuni”. “Anche questa si configura come una norma inadeguata - dice Casciari - quando si ha a che fare con bambini diversamente abili è difficile separare l’ambito dell’assistenza da quello della mera formazione scolastica. L’attività di inserimento nella vita quotidiana di un bambino diversamente abile è già complessa e non può essere definita solo da parametri economici”.  
   
 

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