Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Giugno 2010
 
   
  CIAMBETTI A “ALL DIGITAL” A VICENZA: “NUOVE TECNOLOGIE: UNA SFIDA DA GIOCARE SUL PIANO DEI CONTENUTI, DIFENDENDO IL PATRIMONIO DELLE TV LOCALI E APPLICANDO IL FEDERALISMO ANCHE PER IL CANONE TELEVISIVO”

 
   
   Vicenza, 21 giugno 2010 - “La sfida delle nuove tecnologie deve essere giocata sul piano dei contenuti, del pluralismo, della democrazia, della molteplicità dei saperi e delle fonti”. Lo ha detto l’assessore regionale veneto Roberto Ciambetti intervenendo il 18 giugno a Vicenza al convegno dal titolo “Switch off 2010 – Lo switcht off del Nord Est”, organizzato nell’ambito di “All Digital”, meeting internazionale dell’installazione digitale, in corso di svolgimento presso il Centro Congressi Fiera della città berica. Dopo un breve excursus sullo sviluppo delle tecnologie che ha di fatto radicalmente cambiato i nostri stili di vita, Ciambetti ha posto l’accento sulle conseguenze e i rischi di questa rivoluzione non solo scientifica ma anche comportamentale: “Preoccupazioni reali che si amplificano davanti a proposte come il digitale terrestre, che, superate le difficoltà dello switch off, potenzierà enormemente la televisione trasformandola in uno strumento nuovo. Scenari che si stanno modificando anche per l’avvento di nuovi mezzi di comunicazione, alla portata di tutti, in grado di interagire tra loro. Insomma, è doveroso chiederci se questo arsenale tecnologico sempre più ricco e complesso possa travolgerci, se siamo preparati a una costante e irrefrenabile innovazione. Io sono convinto che non possiamo esimerci dall’accettare questa sfida, ma dobbiamo avere la capacità di riempire di contenuti e valori questi mezzi”. Facendo un esempio concreto, l’assessore ha parlato dell’emittenza televisiva locale, definendola “un patrimonio da difendere, che può diventare protagonista della nuova era”. “Le televisioni venete – ha aggiunto Ciambetti – per qualità dei programmi e bilanci economici sono tra le prime in Italia e si presentano come aziende vere e proprie, consolidate, protagoniste del sistema della comunicazione. La svolta digitale cambierà le abitudini della platea televisiva, il nuovo sistema delle frequenze ridurrà gli spazi, sarà necessario dotarsi di nuovi impianti: tutto ciò comporterà naturalmente una concentrazione di emittenti, che diminuiranno rispetto alle attuali 29: potranno scendere di numero, ma non di qualità e capacità. Scendere non significa azzerare la voce dell’emittenza locale: dobbiamo evitare questo rischio, perché, come dimostrato da recenti ricerche, la fonte principale di informazione e i modelli di comunicazione per i cittadini sono proprio i media che parlano della comunità in cui essi vivono: televisioni, ma anche carta stampata, radio, e, con andamento decisamente crescente, siti web e social network”. “Tutto lascia supporre – ha continuato l’assessore – che nel Villaggio Globale, le piccole patrie, la realtà locale, avranno un ruolo determinante. Villaggio Globale e villaggio locale non sono in competizione tra loro, ma si integrano e in questo, anche per l’informazione, è necessario agire localmente pensando globalmente”. L’assessore ha quindi terminato il suo intervento con una proposta: “Credo che il Veneto, nell’ambito di un legittimo federalismo televisivo, debba trattenere in sede locale parte del canone oggi pagato alla Rai dagli utenti, cercando anche di recuperare l’evasione. Con questi fondi – ha concluso Ciambetti – sarà possibile finanziare e sostenere il sistema dell’emittenza locale e la Rai regionale, che non significa immaginare un canale in mano a palazzo Balbi, cioè alla Giunta regionale, o ai partiti, ma una rete, un network, in cui le tv territoriali possano svolgere un servizio di pubblica utilità sotto il controllo interattivo della cittadinanza. Io credo che trattenere parte dei fondi del canone sia un atto di giustizia: come ho detto, le emittenti locali svolgono un servizio pubblico e nella società dell’informazione non possono esistere monopoli, posizioni di rendita, o, peggio, tasse pagate dai cittadini che vanno a finanziare solo uno dei protagonisti dell’era digitale”.  
   
 

<<BACK