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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Giugno 2010
 
   
  FARMACI, I PREZZI INDUSTRIALI IN ITALIA SONO I PIU´ BASSI IN EUROPA SECONDO UNO STUDIO CERGAS BOCCONI I PREZZI INDUSTRIALI DEI FARMACI CON OBBLIGO DI PRESCRIZIONE IN ITALIA SONO INFERIORI A QUELLI DEI PAESI PRINCIPALI UE MEDIAMENTE DEL 20%

 
   
  Milano, 24 giugno 2010 - Per i farmaci con obbligo di prescrizione i prezzi di vendita da parte dell’industria sono minori in Italia, rispetto ai principali paesi Ue, dal 5 al 53%, con una media del 20%, ponderando le differenze con la struttura dei consumi in Italia, e lo scarto è ancora maggiore per quelli coperti da brevetto. Ad illustrarlo è un confronto svolto dal Cergas Bocconi (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) tra i prezzi industriali dei farmaci nel 2009 in Italia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Spagna, Regno Unito e Svezia, ovvero l’80% del mercato dell’Unione europea. Il confronto ha riguardato i farmaci dispensati nelle farmacie. La prima evidenza dal confronto internazionale basato sulle prime 200 molecole in Italia (il 92% del mercato per farmaci con prescrizione) è che sulla totalità del campione di farmaci l’Italia presenta prezzi industriali più bassi di tutti gli altri paesi, con i prezzi in Francia, Belgio, Svezia e Austria superiori del 12-18% e in Germania del 34%.
Differenza del prezzo industriale nel 2009 rispetto all’Italia (in %)*
Totale mercato Farmaci lanciati dopo il 1990 Con brevetto Con brevetto scaduto
Austria +17,7 +13,5 +15,1 +18,4
Belgio +18,7 +23,4 +23,9 +10,7
Francia +12,0 +10,3 +12,2 +8,4
Germania +33,8 +30,6 +38,5 +30,8
Irlanda +52,6 +54,7 +34,8 +65,9
Spagna +4,8 +17,2 +9,2 -7,5
Svezia +15,2 +34,2 +40,0 -0,3
Regno Unito +6,8 +8,1 +15,3 +0,2
Fonte: elaborazione Cergas Bocconi su dati Ims Health sulle prime 200 molecole in Italia
“Si tratta di un risultato che conferma nella sostanza nostre precedenti rilevazioni e uno studio bilaterale svolto dal Department of Health inglese”, spiega il coordinatore della ricerca Claudio Jommi, responsabile dell’Osservatorio Farmaci del Cergas e professore associato presso l’Università del Piemonte Orientale, “e che evidenzia come la leva prezzo stia ancora agendo come principale fattore di contenimento della spesa farmaceutica”. Tale risultato viene sistematicamente confermato (ovvero indipendentemente dagli indici di prezzo utilizzati e dal fatto che si prendano in considerazione le prime 200 molecole in Italia o quelle comuni tra le prime 200 in Italia ed il paese di confronto) per i farmaci coperti da brevetto. Per i farmaci non coperti da brevetto, l’analisi mostra che facendo riferimento alla situazione dei consumi in Italia, il livello dei prezzi è inferiore a quello della maggioranza dei Paesi. Considerando le molecole comuni tra le prime 200 in Italia e le prime 200 nei paesi di confronto l’Italia presenta prezzi più alti solo rispetto a Svezia, Spagna e Regno Unito. “Anche nel comparto dei farmaci fuori brevetto, l’Italia comincia ad avere prezzi inferiori a quelli degli altri paesi, per effetto della sempre più estesa genericazione delle molecole e del taglio prezzi che ha riguardato questi prodotti. Il dato comunque più chiaro ed eclatante è quello sui prodotti venduti sul territorio e coperti da brevetto”, conclude Jommi.
 
   
 

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