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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Giugno 2010
 
   
  UE: SECONDO UNA NUOVA INDAGINE, SONO SEMPRE DI PIÙ GLI EUROPEI CHE FATICANO AD ARRIVARE A FINE MESE

 
   
   Bruxelles, 24 giugno 2010 - Un europeo su sei afferma di essere sempre in difficoltà per il pagamento delle fatture domestiche e tre quarti degli europei ritengono che la povertà sia aumentata nel loro paese durante l´ultimo anno. Questi sono i principali risultati della nuova indagine Eurobarometro sulle conseguenze sociali della crisi, presentata oggi dalla Commissione europea. L´indagine, effettuata nel maggio 2010, segna la prima metà dell´anno europeo di lotta alla povertà 2010 e segue la decisione dei leader dell´Ue, adottata il 17 giugno, di liberare 20 milioni di europei dalla povertà e dall´esclusione sociale nel prossimo decennio. Rivolgendosi ai giornalisti a Bruxelles László Andor, il Commissario Ue per l´Occupazione, gli Affari sociali e l´Inclusione, ha affermato che i risultati dell´indagine confermano l´importanza della tematica della povertà nell´Ue ed il continuo aggravarsi della situazione a causa dell´attuale crisi economica e finanziaria. Le sfavorevoli conseguenze della crisi si stanno sentendo ed oggi molti europei devono lottare per arrivare a fine mese. Il Commissario ha aggiunto che la nuova strategia dell´Ue per il prossimo decennio, Europa 2020, ed il suo obiettivo di sottrarre alla povertà almeno 20 milioni di europei entro il 2020, inviano una decisa testimonianza dell´impegno di tutti i paesi a fornire risultati visibili per un´Europa più giusta e favorevole all´inclusione. In generale i cittadini dell´Ue ritengono che la povertà sia aumentata nell´anno che precede l´indagine, a tutti i livelli. 6 europei su 10 ritengono che la povertà sia aumentata nella loro zona, tre quarti ritengono che la povertà sia aumentata nel loro paese ed il 60% che sia aumentata in tutta l´Ue. La crisi e gli inviti ad adottare misure di austerità si riflettono nella percezione della povertà da parte dei cittadini. In Grecia l´85% degli intervistati ritiene che la povertà sia aumentata nel paese, l´83% dei francesi, l´82% dei bulgari, il 77% dei romeni ed il 75% degli italiani condividono tale opinione in merito ai loro paesi. Mentre in taluni paesi la gente pensa che le difficoltà aumenteranno, come sette su dieci romeni e greci, secondo i quali la loro situazione finanziaria peggiorerà, in altri paesi la percezione è lievemente diversa e si orienta maggiormente verso l´ottimismo. Ad esempio, solo il 23% (rispetto al 65% nel luglio 2009) del lettoni ritiene che la propria situazione finanziaria peggiorerà, così come il 32% dei lituani (rispetto al 58% nel luglio 2009) ed il 20% degli ungheresi (rispetto al 48% nel luglio 2009). Attualmente è anche diminuito il numero di persone che pensano di restare disoccupate qualora dovessero perdere il loro lavoro in Lettonia, in Polonia, nel Regno Unito, in Belgio ed in Finlandia. Una buona parte dei cittadini dell´Unione afferma di trovarsi in difficoltà finanziarie - Un europeo su sei ha affermato di non aver avuto i soldi per pagare le fatture correnti o fare la spesa almeno una volta durante lo scorso anno ed il 20% ha segnalato difficoltà nel continuare a pagare le fatture e le rate del mutuo durante il periodo di rilevazione ei dati (maggio 2010). Per il 15% la lotta è costante, mentre il 3% si trova in situazione di morosità per quanto riguarda talune fatture e rate del mutuo ed il 2% ha seri problemi finanziari ed è in mora per molti di tali pagamenti. Per circa il 30% dei cittadini è più difficile sostenere i costi dell´assistenza sanitaria - Circa 3 europei su 10 hanno affermato di avere maggiori difficoltà nel sostenere i costi dell´assistenza sanitaria, ai bambini o di lunga durata per loro o per i loro familiari negli ultimi sei mesi: per l´11% la situazione è diventata “molto più difficile” e per il 18% “un po´ più difficile”. Un europeo su sei non è molto sicuro o non è per nulla sicuro di non perdere il lavoro - Secondo i dati di marzo 2010, il 18% dei rispondenti sulla tematica dell´occupazione non è molto sicuro o non è per nulla sicuro di essere in grado di conservare l´attuale posto di lavoro nei prossimi dodici mesi ed il 49% pensa che sia abbastanza improbabile o assolutamente improbabile ritrovare un nuovo posto entro sei mesi in caso di licenziamento. L´impatto percepito della crisi sui futuri diritti pensionistici - Infine, per quanto riguarda le entrate future, il 73% dei cittadini dell´Unione o si aspetta chiaramente prestazioni pensionistiche ridotte o ritiene di dover posticipare la propria pensione o risparmiare di più per la vecchiaia. Il 20% teme seriamente che il proprio reddito durante la vecchiaia sia insufficiente a garantire una vita dignitosa ed il 34% se ne preoccupa. In 17 Stati membri la maggior parte degli intervistati teme seriamente o si preoccupa che il proprio reddito durante la vecchiaia non consenta di condurre una vita dignitosa.  
   
 

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