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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Giugno 2010
 
   
  NESSO TRA INSODDISFAZIONE CORPOREA E DISTURBI ALIMENTARI I RISULTATI DI UN’INDAGINE TRIENNALE DELL’IRCCS MEDEA NELLE SCUOLE DI ERBA: PIÙ DEL 30% DELLE STUDENTESSE SONO INSODDISFATTE DEL PROPRIO CORPO E MOSTRANO ATTEGGIAMENTI TIPICI DELLE PATOLOGIE LEGATE AL CIBO.

 
   
  Bosisio Parini (Lc) , 28 giugno 2010 - Le adolescenti del territorio sono sempre più insoddisfatte del proprio corpo e tale insoddisfazione le espone maggiormente al rischio di sviluppare disturbi alimentari quali l’anoressia e la bulimia nervosa. E’ quanto emerge da un’indagine triennale svolta dal Servizio per Disturbi Alimentari dell’Irccs E. Medea – La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lc). Il Servizio, che da anni si occupa della cura di bambini, adolescenti e giovani adulti con disturbi alimentari, ha effettuato una ricerca presso due scuole superiori pubbliche di Erba. Alle studentesse, che hanno liberamente partecipato all’indagine, sono stati somministrati per tre anni consecutivi i questionari Bat (Body Attitude Test) ed Edi-2 (Eating Disorder Inventory-2), attualmente i più impiegati nello studio dei disturbi del comportamento alimentare. I risultati della ricerca appaiono allarmanti: il 30.5% delle 128 studentesse partecipanti hanno mostrato una insoddisfazione rilevante per il proprio corpo, come evidenziato dalle risposte fornite ai questionari. Questa percentuale è salita al 40.6% dopo un anno e addirittura al 41.4% dopo due anni. Il dato appare ancora più impressionante se si considera che solo l’8-10% delle ragazze presentava una condizione di oggettivo sovrappeso, mentre il 71-78% era normopeso e il 15-20% addirittura sottopeso. Si può dunque concludere che la maggior parte delle ragazze insoddisfatte del proprio corpo era in realtà normopeso o sottopeso. “Tale contrasto tra la condizione ponderale effettiva e il giudizio sul proprio aspetto fisico denuncia l’estrema diffusione tra le adolescenti di un ideale di magrezza insano, irrealistico e irraggiungibile, se non attraverso quelle condotte patologiche – come il digiuno, il vomito autoindotto o l’iperattività - che caratterizzano i disturbi alimentari”, spiega il responsabile del Servizio Gianluigi Mansi. In effetti le ragazze insoddisfatte del proprio corpo mostravano un maggior numero di atteggiamenti/comportamenti tipici delle patologie alimentari e tali sintomi tendevano a perdurare nel tempo. In particolare, le ragazze insoddisfatte del proprio corpo mostravano un maggior senso di inadeguatezza, maggiori difficoltà nel riconoscere le proprie sensazioni/emozioni, un maggior impulso alla magrezza e una maggiore insicurezza sociale, tutti elementi caratteristici delle pazienti affette da anoressia e bulimia nervosa. I risultati dello studio dimostrano quindi che l’insoddisfazione corporea rappresenta un potente fattore di rischio per lo sviluppo dei disturbi alimentari. Sebbene tale rischio sia comprovato, è evidente che non tutte le ragazze che presentano un’insoddisfazione corporea svilupperanno una franca patologia alimentare. A tale proposito è importante sottolineare come, mentre la diffusa insoddisfazione corporea appare riconducibile in massima parte ad aspetti culturali e sociali (il “mito della magrezza”), lo sviluppo di un disturbo alimentare vero e proprio sembra dipendere maggiormente da fattori individuali e familiari non ancora del tutto chiariti dagli studi sul tema. “Abbiamo evidenziato il nesso tra insoddisfazione corporea e patologie alimentari – afferma Alessandra Fumagalli, responsabile del Servizio di Psicoterapia – è ora necessario predisporre interventi rivolti alla popolazione adolescente mirati alla costruzione di una immagine corporea più realistica e soddisfacente, per prevenire il dilagare di una classe di patologie estremamente “costose” dal punto di vista personale, familiare e sociale. Tale azione preventiva deve declinarsi sia sia sul piano culturale e sociale, ad esempio intervenendo sui media, che sul piano scolastico, attraverso interventi di sensibilizzazione e formazione”. In tale direzione sembra muoversi anche il Governo, che ha recentemente avviato un progetto nazionale volto a combattere i disturbi del comportamento alimentare. La prima azione nell’ambito di tale progetto è stata la costruzione di una mappa delle strutture dedicate a questa categoria di disturbi in Italia, volta ad orientare i soggetti affetti da simili patologie e i loro familiari. Il 9 giugno il ministro della Gioventù Giorgia Meloni e il sottosegretario alla Salute Francesca Martini hanno infatti presentato il sito web sul quale è pubblicata la mappa dei centri ( www.Disturbialimentarionline.gov.it/ ). Il Servizio dell’Irccs E. Medea di Bosisio Parini vi figura come unica struttura di riferimento della provincia di Lecco (info www.Emedea.it/ ).  
   
 

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