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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Giugno 2010
 
   
  LA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA HA IL NUOVO PIANO TERRITORIALE LO STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE È STATO APPROVATO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE. IL PIANO TRACCIA LE LINEE DI SVILUPPO E QUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO NEI PROSSIMI 15 ANNI

 
   
   Reggio Emilia, 28 giugno 2010 - La Provincia di Reggio Emilia ha il suo nuovo Piano Territoriale. Il Consiglio provinciale ha infatti approvato nella seduta del 20 giugno il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, un atto di fondamentale importanza per lo sviluppo e la qualificazione del territorio e del paesaggio nei prossimi 15 anni. Il Piano è stato approvato con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza Pd e Idv, e con il voto contrario delle opposizioni (Pdl, Lega e Udc). Il primo atto che ha dato il via alla elaborazione del Piano è stata la Conferenza di Pianificazione: era il 4 luglio del 2007. "Da allora - ha spiegato l´assessore Roberto Ferrari - sono trascorsi 3 anni, un periodo di tempo che da un´idea della dimensione del percorso fatto. Quello che andiamo ad approvare è un Piano frutto di una grande partecipazione e condivisione, facendo un veloce conteggio sono oltre 130 gli incontri ufficiali fatti, senza contare le consultazioni e le riunioni che hanno svolto anche gli uffici". L´obiettivo del Piano è quello di dare indirizzi, direttive e prescrizioni sull´uso e la valorizzazione del territorio, ma in particolare sul recupero, riuso e riqualificazione del patrimonio edlizio esistente, sia urbano che rurale. "Per la prima volta - spiega Ferrari - sono stati posti limiti netti e ben precisi all´utilizzo di nuovo territorio: gli indici sono del 3 e del 5%, anticipando quanto previsto a livello regionale al fine di limitare l´uso di un bene finito: il suolo. Inoltre, la stretta relazione tra insediamenti, servizi ed infrastrutture dovrà guidare le nuove scelte localizzative per combattere la diffusione, evidente problema e criticità del territorio regionale e padano. Recupero, riqualificazione dell’esistente; tutela del territorio agricolo, sviluppo controllato, gerarchizzazione delle scelte insediative di livello sovracomunale e provinciale". Alcuni numeri parlano chiaro sulla diffusione: i poli industriali censiti sono circa 180, il Piano ne prevede 13: questo significa che le nuove attività potranno insediarsi solo nelle aree industriali indicate. Per quanto riguarda il commercio i poli individuati sono 13, solo uno di questi ha rilievo sovraprovinciale, ed è quello dell´Area Nord di Reggio Emilia. "Si tratta di un polo funzionale - ha spiegato la presidente Sonia Masini - dove è prevista una progettazione condivisa di qualità. Attorno al tavolo siederanno Comune, Provincia e i privati. Insieme si dovranno definire i progetti per la trasformazione di un´area che sarà la vetrina di Reggio, interfaccia e porta di accesso al centro storico del capoluogo e del territorio provinciale. Di lì passa l´Alta Capacità, e lì mostreremo la nostra capacità di progettare con lungimiranza. Sarà il nodo delle eccellenze rappresentative del nostro territorio. In quell´area non ci sarà alcun monopolio." Un lavoro attento è stato fatto anche sui bacini idrici. Sull´enza, nell´ultimo periodo di nuovo al centro di un dibattito per la realizzazione della diga, il piano prevede la possibilità di costruire bacini idrici a basso impatto ambientale: "Abbiamo condiviso un percorso di progettazione con i soggetti interessati. Si tratta di progetti che hanno valenza sovraprovinciale - ha spiegato la presidente Masini - e il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione acqua per un territorio che ha nell´agroalimentare una delle sue capacità distintive. Non è più il tempo di progetti faraonici. Noi abbiamo scelto di affrontare il tema in modo progressivo, in considerazione anche di una zona fragile dal punto di vista ambientale e idrogeologico". Un dato da evidenziare è che il lavoro di controdeduzioni al Piano, che ha preceduto l´approvazione in Consiglio, è stato fatto interamente dagli uffici provinciali, gli stessi che adesso dovranno sovrintendere alla sua applicazione. Al risparmio di fondi si lega quindi una conoscenza del Piano che è patrimonio dell´ente. Un´altra caratteristica è quella della flessibilità del Piano, sarà infatti possibile sottoporlo a eventuali revisioni, alla luce di un continuo monitoraggio della sua attuazione, questo alla luce della volontà dell´ente di proseguire anche dopo l´approvazione il confronto con il territorio. Il dibattito in consiglio - Il consiglio si è aperto con la presentazione dell´assessore Roberto Ferrari, che ha ringraziato tutti gli uffici che hanno collaborato alla stesura del Piano: "Voglio dare atto e merito a tutti coloro che hanno lavorato. Mi riservo però di fare un solo nome, per non fare torto a nessuno, ed è quello di Anna Campeol, non solo nel suo ruolo di dirigente ma anche come coordinatrice tra i vari servizi". L´assessore ha poi ricordato i numeri: il Piano ha ricevuto 381 osservazioni, di queste un 20% sono state dichiarate non pertinenti, il restante 80% è stato analizzato e circà la metà dichiarato pazialmente o interamente accoglibile, l´altra metà è stato respinto. "Il criterio utilizzato - ha spiegato Ferrari - è stato quello della valutazione del grado di modifica dello strumento che avevamo adottato. Abbiamo invece ritenuto accoglibile tutto ciò che ha migliorato in termini di snellimento, facilità di lettura, maggiore flessibilità, maggiore applicabilità. L´approvazione di oggi non rappresenta la conclusione di un lavoro - ha aggiunto l´assessore - ma dovrà adesso essere accompagnata da un lavoro di monitoraggio, sostegno e accompagnamento di coloro che sono coinvolti per attuare insieme tutti gli strumenti utili per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Molto critico l´intervento del consigliere della Lega Nord Paolo Roggero: "Oggi ci chiedete di votare in blocco le controdeduzioni e l´approvazione, ma abbiamo avuto solo 48 ore per vedere i documenti. Siamo quindi chiamati a votare un qualcosa che non conosciamo. Ci avete impedito qualsiasi confronto. Il nostro voto sarà ovviamente contrario per questo. Vi chiediamo un rinvio almeno per poter discutere di alcuni temi". Sui contenuti invece il consigliere Roggero, dopo aver ascoltato anche gli interventi, ha mostrato un´apertura: "Non ci è piaciuto il metodo, su questo non ci avete convinto, ma devo dire che alcune delle cose che abbiamo visto ci sono piaciute" Il Presidente della commissione che si è occupata del Ptcp, Guido Ligabue, ha rilevato come la discussione non potesse rigaurdare le singole osservazioni, ma piuttosto le modalità di lavoro. "Ogni consigliere può andare a vedere se i criteri indicati sono stati osservati. Nessuno comunque mi ha mai coinvolto in richieste specifiche in questi mesi. Nell´ultima commissione ci siamo detti che abbiamo concluso i lavori, adesso quindi mi risulta difficile capire l´intervento del consigliere Roggero". Stessi toni di Roggero anche dal capogruppo Pdl Giuseppe Pagliani: "Sono consapevole che non si poteva entrare nello specifico, ma vi sono alcune questioni che riguardano il territorio che non possono passare sotto silenzio: da deficit idrico, Po, viabilità. In questo senso la commissione non ha risolto alcuni nodi. L´ente ha quindi fatto di tutto per non affrontare temi scomodi. La nostra insoddisfazione è tutta politica, mentre riconosciamo ai tecnici disponibilità ed efficienza. Avete perso l´occasione per discutere e condividere delle scelte". "Se avessimo affrontato alcuni temi - ha aggiunto Pagliani riprendendo la parola per le dichiarazioni di voto - avreste evitato di ripetere alcuni errori. Anche se devo dire che molte cose di questo piano ci sono piaciute, vi censuriamo proprio sul metodo". Il consigliere Mario Poli, da parte sua, ha rilevato una ulteriore difficoltà legata al non aver seguito l´inizio dei lavori del Ptcp: "Sconto di certo questa difficoltà. Ma rilevo gli stessi problemi di chi mi ha preceduto. Proprio per l´importanza dell´atto forse l´approvazione meritava un rinvio. Oggi va bene la discussione, ma non avrei chiuso. Vi chiediamo di approfondire alcune questioni, non credo siano i 15 giorni il problema, visto che come ha detto l´assessore sono passati 3 anni". Emanuele Magnani, capogruppo dell´Idv, ha rilevato come l´approvazione del Ptcp rappresenti uno degli atti più importanti della legislatura. "Non possiamo discutere adesso il lavoro fatto in commissione, quindi quando ci viene detto che è un´occasione persa, credo lo sia prima di tutto per voi. Il tempo per discutere c´è stato": Marcello Stecco, consigliere del Pd, rileva come l´approvazione del piano rappresenti "un elemento di discontinuità nello sviluppo socioeconomico del territorio. Lo sviluppo quantitativo sta mostrando tutti i suoi problemi, che oggi Reggio non si può permettere. Voglio sottolineare anche il contributo che questo tipo di qualità dello sviluppo può dare nella lotta alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità nel nostro territorio. Il contrasto più rilevante a questi problemi lo si realizza infatti nel campo dell´economia". Il consigliere rileva poi l´importanza di lavorare adesso per risolvere due problemi: il porto di Boretto, rendendolo fruibile e appetibile per le aziende, e la valle dell´Enza. Il consigliere Pdl Avio Manfredotti ha rimarcato come non sia stata data ai consiglieri l´opportunità di approfondire: "La nostra non è polemica sterile, ma una richiesta necessaria. Credo sia quindi indispensabile un rinvio per approfondire, parlo di 15 giorni". Il capogruppo Pd Ilenia Malavasi ha ribadito come questo sia uno degli atti più importanti: "Io ho avuto la fortuna di partecipare alle commissioni che ci hanno permesso di approfondire i temi del piano, con tutta la documentazione che già dal 2009 ci è stata fornita. Per arrivare all´ultima seduta con le conclusioni, quindi l´ultimo passaggio che ci ha portato a oggi. Nessuno ha mai posto problemi, nell´ultima commissione non è stata fatta alcuna forzatura. Se voi lo aveste chiesto credo ci sarebbe stata piena disponibilità. Oggi ci troviamo a votare, ma vi invito a far pervenire al presidente della commissione Guido Ligabue gli argomenti che volete affrontare per poterci comunque confrontare. Rimangono elementi forti del Piano la coesione sociale, la capacità di governo, lo sviluppo economico e l´occupazione, le eccellenze nei servizi sociali e educativi. La valorizzazione del paesaggio - ha concluso Ilenia Malavasi - rimane una delle priorità legata alla qualificazione sistema economico, in una provincia sempre più collegata con l´Europa. Il paesaggio resta l´elemento chiave su cui investire". La presidente Sonia Masini, intervenendo nel corso del dibattito, ha rilevato come il piano sia stato discusso ampiamente: "Voglio prima di tutto dire grazie agli assessori, a partire da Claudio Ferrari, quindi Giuliana Motti e poi Roberto Ferrari e a tutta la struttura con la dirigente Campeol. Grazie anche al vicepresidente Pierluigi Saccardi con la struttura che si occupa del commercio. Si è trattato di un lavoro che ha impegnato risorse e tempo. Non ho memoria di un piano così partecipato. L´approvazione di oggi rappresenta un punto di arrivo e di partenza. Io credo che andrebbe riconosciuto il valore di questo lavoro: non abbiamo lavorato per servire qualcuno, abbiamo operato cercando di conciliare interessi diversi. Il nostro piano - ha aggiunto - non parla più di Pil, ma di Prodotto interno di qualità, elemento che comincia ad essere adottato anche su scala nazionale. Il piano mette degi argini, discute e interloquisce, non ha detto si a tutti, abbiamo detto dei no anche a comuni e privati. D´ora in avanti si deve riqualificare. I nuovi insediamenti industriali dovranno andare dove abbiamo indicato. Abbiamo regolamentato l´espansione dei centri commerciali, devono essere contenuti, inseriti nei centri urbani, collegati alla rete commerciale esistente. Noi vogliamo essere una provincia aperta, in collegamento con la Toscana, Modena, Parma e l´Appennino. Vogliamo appartenere a quella terra fra Bologna e Milano che dovrà avere un ruolo. Tutto questo lo trovate nel Piano".  
   
 

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